giovedì 31 dicembre 2009

Buoni propositi


Lo si fa sempre: si arriva alla fine dell'anno e si da' un voto all'anno passato, facendo i buoni propositi per l'anno a venire. Ora, quest'anno sono davvero in una situazione difficile. Anno passato: non saprei cosa dire e che voto dare. Un sacco di cose belle, ma anche un sacco di fatica. Mi sento ancora in corsa, nel mezzo del guado, con un bel po' di strada dietro ma anche un bel po' davanti. Sono contenta, si', ma anche tanto stanca. Sospendo la votazione, la daro' quando avro' terminato tutto quello che ora e' in corso. A casa terminata, a lavoro assestato, a ritmi di vita un po' piu' regolari.

Per questo i buoni propositi mi riescono difficili. Staro' a dieta, promesso. E soprattutto trovero' il tempo di andare in palestra. Cerchero' di rientrare piu' spesso in Italia, Lucy, o di restarci per piu' tempo quando lo faccio.

Nel 2010 nascera' anche il mio primo nipotino acquisito (se escludo i nipotini putativi Ricky, Ricky2 ed Emma), e sara' un bimbotto londinese, che si chiamera' Luis o qsa del genere (il papa' italiano e la mamma neozelandese non hanno ancora risolto grafia e pronuncia...quindi potrebbe anche chiamarsi Francesco o Arturo, per quanto ne so...:) Mi aspetto che abbia la faccia di Gian, perche' si sa che la genetica fa salti laterali. Anche Gian lo aspetta impaziente, gia' pronto a dargli in mano la sua prima mazza e a portarlo su un campo da golf.

E la prima cosa che faro' nel 2010, cioe' fra esattamente 24 ore, sara' prendere un aereo per la Nuova Zelanda, per andare al matrimonio dei genitori del mio suddetto nipotino. Preoccupata? Si', per le caviglie gonfie, i polmoni non ancora liberissimi dopo l'influenza natalizia, e la noia di 27 ore di volo. Come dire, se il buongiorno si vede dal mattino, anche nel 2010 ci sara' da camminare e molto!

Happy new year, miei cari lettori vicini e lontani!

martedì 29 dicembre 2009

Quasi Nuova Zelanda

Rientro in ufficio lento e un po' noioso, nonostante le mille cose da fare prima della partenza.
Ma e' proprio la partenza che ha reso il risveglio stamane piu' sopportabile: sapere che fra 3 giorni esatti staro' chiudedendo la valigia e mi preparero' a oltre 24 di volo un po' mi spaventa ma mi solleva anche molto. Vedere nuove cose, andare un po' al caldo, scoprire nuove terre e nuovi sapori e' qualcosa che mi mette addosso euforia.
Avere del tempo per me e' qualcosa a cui non sono piu' abituata da tempo. Cerchero' di caricare foto e commenti se possibile su questo blog. E se invece non sara' possibile, ciao a tutti. Ci risentiamo a fine gennaio. Con un sacco di cose nuove da raccontare.
Statemi bene, e buon anno!

giovedì 24 dicembre 2009

Auguri


a coloro che passeranno il Natale con me, ma auguri il doppio a tutti quelli che non ci saranno, e mi mancheranno da morire.

martedì 22 dicembre 2009

No che non se ne vuole andare

Non accenna a passare. Non sono ancora le 7 e stremata dal non dormire, ho deciso almeno di lavorare. Sono sfinita. Voglio dormire e non riesco. Di respirare, nemmeno se ne parla. Gli occhi lacrimano e stamane il mio occhio destro faceva invidia ad una scena trash con protagonista mio fratello a poco piu' di un anno (Gabri, tu sai a quale episodio mi riferisco...toh, un ci vedo pu'!:)
Tosse ogni 7 secondi. Se bevo lo sciroppo, ogni 12. Son soddisfazioni.
Fra un'ora, appena apre la clinica dietro casa, chiamo il mio medico e torno a vederla. E stavolta glielo dico, che io alla sofferenza non sono votata. Che proprio non fa per me. Che il ruolo di martire mi viene anche un po' male. Che vorrei evitare a Gian la scena di ieri sera, in cui, vuoi per le canzoni di Natale di quando ero bambina, vuoi per il Natale che si avvicina e casa che si allontana, ma soprattutto vuoi per le ormai oltre 50 ore senza una dormita degna di tale nome, sono scoppiata in un pianto inconsolabile. Non che Gian ci abbia provato, a consolarmi. Lui ha solo cercato di fare un filmato della scena in se'. Quando si dice essere sintonizzati :)

Davvero, saro' ferma col medico. E se non basta, la implorero'. Le diro' che non posso andare avanti cosi'. Che la mia vita e' un inferno in terra e a Natale questo non me lo merito. E se le mie doti persuasive vacilleranno, beh, allora piangero'. Dice Gian che non si puo' resistere al mio magone. E io gli credo!!

domenica 20 dicembre 2009

Flu (apparently not swine)

Eccola: dopo 10 giorni di tosse, mal di gola, e un raffreddorino che di scoppiare proprio non ne voleva sapere, l'influenza e' arrivata stamane. Febbre non altissima, ma abbastanza da sentirmi un catorcio. Ossa rotte, rantolio continuo, occhio annebbiato. Lo so, lo so che l'immagine qui sotto non mi rende giustizia, ne' tanto meno l'occhio impietoso e divertito di Gian, ma voglio almeno testimoniare come il vaccino antinfluenzale possa davvero poco. L'influenza, un po' come il Natale, quando arriva arriva!



lunedì 14 dicembre 2009

...e buone feste

Casa in ritardo folle, tempo gelido, un malessere costante da 3 giorni che va peggiorando, stanchezza di mesi che si sta scatenando proprio ora, un trasloco che sara' un triplo salto mortale, mille ricerche da chiudere al lavoro, e poi vacanza. Ma quest'ultima, proprio non ce la faccio a visualizzarla. Non e' in fondo al tunnel, e' alla fine del tunnel di qualcun'altro, evidentemente...

venerdì 4 dicembre 2009

Fox



3 am – Londra Centro – L’ombra di una donna avvolta nel suo piu’ pesante pijama (che freddo fa???) si avvicina alla finestra della sala per aspettare il suo uomo che rientra. Non da un viaggio in terre lontane. Non da una notte di lavoro. Non da una missione diplomatica. Torna semplicemente dal prima di una lunga serie di Christmas Party che si profilano all'orizzonte.
L'ombra femminile avanza leggiadra (!) e scosta le tende per osservare il suddetto uomo scendere dal taxi e avvicinarsi alla porta di casa. All'improvviso, un'altra ombra attira il suo sguardo: uno splendido esemplare di volpe passeggia sul marciapiede davanti a casa. Incurante della temperatura, delle luci e del fatto che siamo in centro a Londra, caspita, e la sua presenza e' quantomeno surreale. Mentre la donna si precipita fuori con 3 idee nella testa (1- accertarsi che la volpe sia vera e non un'illusione ottica o peggio un'allucinazione 2- difendere Gian dall'attacco della volpe 3-semplicemente fuggire alla vista della volpe, senza rendersi conto che cosi facendo ci finiva proprio in bocca), la volpe - disturbata dalla porta di casa che si apre e dalla porta del taxi di Gian che si chiude, fa dietro front e se ne fugge e gambe e coda levate.
Risultato: Gian tutt'ora non crede che io abbia visto una volpe (lui non avrebbe visto Mazinga!). I colleghi inglesi non si stupiscono piu' di tanto (sostengono che ci siano volpi di citta' -un po' come i topi - di campagna e di citta' - che vivono tendenzialmente dove ci sono piccole aree verdi con spazi per la spazzatura vicini - sembra la descrizione del mio front garden, stasera staro' molto attenta a rientrare). Si stupiscono di piu' che questa sia la prima volpe che io abbia visto in 34 anni di vita. Ma li' non mi sono lasciata sfuggire la possibilita' di vantarmi di essere una countryside girl: gliel'ho detto chiaro e forte, che di volpi non ne avro' mai viste, ma che a loro non basterebbero 100 anni per vedere le nutrie che ho visto io!!

mercoledì 2 dicembre 2009

Untore

Ore 9 pm di martedi sera. Il Golfista pazzo rientra dopo una settimana di campi pratica e jamon serrano a Tenerife, con un colorito un po' piu' roseo del solito bianco optical, la barba lunga che fa tanto uomo vissuto (e gli aggiunge un paio d'anni ai 12 che dimostra) e un bel sorriso disteso.
Nei primi cinque minuti assieme dopo 10 giorni di assenza, annuncia che:
1) causa trasloco, il 24/25/26 dicembre dovremmo essere a Londra per finalizzare il tutto (dato che poi lavoriamo e successivamente partiamo per la Nuova Zelanda). Un velo di tristezza si abbatte sul viso della Malli; le discussioni sono ancora in corso, magari riusciamo a fare un recupero all'ultimo minuto, fingers crossed.
2) essendo la sua carta di credito stata inghiottita dal bancomat in quel di Tenerife, la Malli dovrebbe cortesemente pagare online il water gully (un aggeggio per lo scolo della doccia). Mi ha negato l'acquisto (che voleva essere personale) del frigo SMEG rosso fuoco, e mi sono sobbarcata il pavimento di resina e lo scolo della doccia. Nemmeno degli acquisti poetici. La tristezza comincia a divenire piu' spessa...
3) il lavoro sara' molto, causa anche assenza nostra nel mese di gennaio, quindi che ci mettesimo in testa, questo mese, che gli orari serali sono quelli che sono. Che la Malli se ne andasse a letto senza angosciarsi se a mezzanotte lui e' ancora in ufficio. E la Malli si vede davanti un muro nero pece di angoscia per il mese a venire.

Insomma, se uno deve andarsene in vacanza, scoprire che il golf non scorre proprio nelle sue vene (lo sapevamo da mo', honey!) e per questo tornare con l'intento di infelicitare la vita di chi gli sta attorno, beh...si desse all'ippica!!!

lunedì 30 novembre 2009

Futuro

Leggo la lettera di Pier Luigi Celli al figlio, sul futuro e sulla ricerca di opportunita' all'estero, e anche se io all'estero ci sono venuta per ragioni di cuore piu' che di opportunita' lavorative, non posso nascondere che Celli ha ragione, che in un anno e mezzo qui ho avuto piu' opportunita' che in 9 anni di lavoro in Italia, e che se avessi un figlio oggi, io gli direi le stesse identiche cose...

Figlio mio,
stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio. Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai. Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza. Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
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Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi. Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni. Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze. Preparati comunque a soffrire.

Con affetto, tuo padre

domenica 29 novembre 2009

Home, sweet home






Un mese esatto e dobbiamo essere dentro.



Ovvio, dallo stato dell'arte, che mi muniro' di sacco a pelo e stufetta DeLonghi...:(










venerdì 27 novembre 2009

Natale

e non sentirlo.

Quest'anno non ne ho il tempo. Passo davanti alle vetrine illuminate ormai da un mese e mezzo qui, e intanto leggo insistentemente le mail sul mio blackberry. O se non ne ho di nuove (ma e' raro, succede solo da ieri, dato che il Ringraziamento ha calmato la mole di mail USA - tutti a festeggiare per due giorni!) fisso nel vuoto, mentre cammino, e organizzo mentalmente le attivita' della successiva ora e mezza.


Non ho idee per i regali, e me ne servono. Quindi lancio un appello a chiunque voglia aiutarmi:

mi potete cortesemente suggerire regali che siano

A) originali ma non cheap

B) non ingombranti

C) leggeri

D) non fragili

???


Escludete sciarpe e guanti (gia' dato), libri (pesanti e in inglese), candele (il rischio e' che poi me le tenga per me), liquidi tipo olii, bagnoschiuma ecc (se si rovesciano in valigia, resto pure senza vestiti).

Devo caricarmi tutto in valigia (su un aereo che non ho ancora prenotato, ma per la Malli versione UK la programmazione non e' proprio prioritaria) e non posso permettermi di avere piu' di 20 chili, rompere oggetti o peggio, arrivare senza regali!
Adoro fare regali, anche piu' che riceverne.


Please, un aiuto per una giusta causa: evitare che questo Natale diventi un incubo nelle prox 4 settimane!


Grazie!

domenica 22 novembre 2009

Tutto in una notte

-Andreina (mamma di Gian, tra gli altri ruoli che ha) esce dalla porta della mia cucina. Quella qui di Londra, intendo. Ha in mano una teglia di lasagne. Mi dice "Chiama tua madre che se per lei va bene, le congeliamo."
Non capisco perche' dobbiamo congelare delle lasagne fumanti, ma tant'e'.
Chiamo Lucy, che esce dalla casa di fronte alla mia. Non mi pongo domande. Che e' un po' la mia reazione quando qualcosa non torna. Stare ferma. Fredda. Non reagire.

-Mia figlia, la seconda, e' nata stanotte. Me la tengo stesa su di me mentre cerco di dormire e spiego a Gian com'e' andata. Senza tanto pathos, che senno' mi dice come sempre "E questa reazione dove l'hai vista, in una telenovela?" La piu' grande avra' si e no 3 mesi ed e' di la' (posto indefinito) con Lucy. Non la vedo ma lo so.

-Sono in Lapponia. O almeno, e' una cosa che so senza vedere cartelli. C'e' neve attorno. Sto andando dalla mia collega Mirka, che e' svedese e con la quale ci scambiamo racconti di tradizioni e grossi interrogativi su come preservarle per i figli in quel gran miscuglio culturale che e' Londra.

-Le mie piante sono di nuovo marcite. Ero cosi attenta a non bagnarle troppo. Ma hanno smesso di fare foglie nuove e si stanno accasciando su di loro.


Ecco, ieri sera sono andata al ristorante spagnolo e questo e' il risultato. Una notte di sogni senza capo ne' coda. Che ho rimosso al risveglio e si stanno ripresentando alle 6 del pomeriggio. Senza un perche'. Stasera pastina e nanna.

martedì 3 novembre 2009

Donne - 2

Pensavo, in questo weekend di "vecchi" amici in visita, di colleghe che entrano nello spazio della tua casa e non solo della tua scrivania, di affetti che tentano un'impresa come la Maratona, e la finiscono pure , che sono sempre circondata da donne straordinarie. Sono vissuta in mezzo a donne straordinarie. E continuo a cercarne di nuove da mettere nella mia vita. Donne cui vien difficile dire un no, e anche un forse, e si buttano a capofitto di fronte alle proposte della vita, anche se poi si troveranno a correre - metaforicamente, ma anche no -per stare dietro a tutto.
Donne che non fuggono mai, di fronte alla possibilita' della novita', della nuova avventura, di qualcosa di sconosciuto. Ed e' sempre un si' che esce dalle loro bocche.

Sono quelle donne che vivono una vita ad incastro.
Che non si perdono un racconto, una voce, una storia.
Perche' aprirsi agli altri rende piu' ricchi. E liberi.

Donne che sanno dire che ti vogliono bene anche se tu tanto lo sai che ci sono sempre, e che sei in cima alla loro lista di pensieri, e che il futuro vi portera' ancora tanti momenti da condividere.

Donne che non rinunciano, e spesso fanno casini, ma con la leggerezza e l'energia delle adolescenti.

Donne che non si sentono mai arrivate, e domani ci sara' un'altra maratona con un altro nome.
Un'altra elezione con lo stesso simbolo. Un altro Paese da ripensare.

Donne con le vite piene, ma con sempre un posto libero se tu hai bisogno di rientrare, per qualche ora, nelle loro.

Donne che in una giornata ci fanno stare lavatrice e lavastoviglie, un lavoro di responsabilita' col sorriso sulla bocca, un drink con l'amica che ha bisogno di chiacchiere, la palestra che devo pensare un po' anche a me, la cena per lui e due chiacchiere sul divano, a parlare del tempo, della casa, della vacanze che non arrivano mai.

Donne che domani si prenderanno anche qualcosa in piu', che tanto in questo puzzle il modo di incastrarlo lo trovano sempre. Saranno due ore in meno di sonno, o un'accelerata alla vita.

Donne che non si stancano mai di crescere, di includere, di inglobare.

Donne che non smettono di imparare. Nemmeno per un minuto.

mercoledì 28 ottobre 2009

Donne

Riflessione dalle pagine del Corriere dell'avvocato Giulia Bongiorno.
Parole belle, difficili e vere:

"Lasciamo da parte, per un momento, il dibattito sul comportamento richiesto a chi ricopre incarichi pubblici. Lasciamo da parte anche il pruriginoso sottodibattito, che pure intorno alla vicenda Marrazzo si è scatenato, sulla natura peculiare della condotta privata dell’ex presidente della Regione Lazio e sulle conseguenze che tutto ciò ha avuto sulla sua vita familiare. In tanto dibattere, infatti, c’è un elemento che prescinde dalla figura di Piero Marrazzo e che dà abbondante materiale di riflessione: la scelta di Roberta Serdoz, sua moglie. Una scelta sorprendente. Di fronte a un tradimento, qualunque tradimento, si tende a ritenere che una donna abbia una sola alternativa: tutelare la propriadignità chiudendo il rapporto, oppure custodire l’unità familiare e la sua immagine. Questo in teoria. Non è sempre detto, infatti, che nella vita vissuta tutte abbiano la possibilità di scegliere liberamente in che modo reagire: a causa del ruolo debole, o comunque non pienamente autonomo, che spesso le donne rivestono all’interno della famiglia, la decisione può diventare forzata, obbligatoriamente preferenziale.
Tuttavia, è vero che nelle coppie in cui la donna è emancipata, questa alternativa di solito c’è. E Roberta Serdoz, che ha un lavoro di giornalista, una carriera, una vita sua, ce l’aveva di sicuro. Avrebbe potuto, quindi, lasciare il marito; avrebbe potuto dirgli di fare le valigie, o decidere di andarsene. Anzi. Sarebbe stata la scelta più ovvia, quella che ci saremmo aspettati. Anche perché l’immagine della sua famiglia si era già sbriciolata nei mille particolari, amplificati da giornali e televisioni, della condotta privata dell’uomo pubblico Marrazzo, suo marito. Cos’altro avrebbe dovuto o potuto fare lei, a quel punto, se non privilegiare la propria dignità? Sarebbe stata la tipica scelta di una donna emancipata: uscire da una storia dolorosa e imbarazzante, prenderne le distanze per quanto possibile. Ne avrebbe avuto i mezzi e l’opportunità. E invece, con la forza che le donne a volte sanno tirare fuori, Roberta Serdoz spiazza tutti inventandosi una terza via: fa prevalere l’esigenza di restare vicino al marito. Non perché così impone il dovere coniugale, ma perché suo marito è — al momento — la parte debole. Perché lei ha deciso, in piena libertà, che in questo frangente la priorità non è lei stessa. E così facendo ha compiuto una vera scelta di emancipazione: si è emancipata persino dal bisogno di dimostrare la propria dignità. Ci ha rinunciato, sapendo di non esservi costretta.

In questa insolita scelta di forza, Roberta Serdoz rivela un’attitudine che abita le donne, sebbene spesso rimanga nascosta: sapere quando è il momento di prendere in mano la situazione. Essere all’altezza, in un attimo. Dopo essersi adattate, magari per anni, a ruoli anonimi, dimessi, defilati, ma preparandosi silenziosamente ad assumere un ruolo diverso, senza smettere mai di coltivare la capacità di diventare artefici del destino proprio e altrui. Una marcia in più che appartiene alle donne, quasi ontologicamente.Perché sono abituate a combattere, addestrate dalla storia ma anche dalla biologia. Abituate a fare più fatica degli altri, a sopportare un colpo in più e a rimanere in piedi lo stesso. In circostanze normali, non hanno nemmeno bisogno di mostrarlo: lo fanno e basta. In circostanze eccezionali, questa straordinaria capacità emerge in forme e modalità imprevedibili. Come è successo a Roberta Serdoz. Della cui scelta, a prescindere da ogni altra considerazione, mi piace sottolineare la singolarità: quando la nave rischia di affondare solitamente tutti l’abbandonano, lei non solo non l’ha abbandonata ma ne ha assunto coraggiosamente il comando."

domenica 25 ottobre 2009

Comunque vada...

...oggi abbiamo vinto noi. Noi che abbiamo creduto sempre nella necessita' di questo partito, anche quando tutto faceva presupporre che era meglio tornare indietro. Noi che vogliamo ancora crederci, nonostante la stanchezza, la distanza, gli scandali. Noi che sappiamo stare allo stesso tavolo a chiacchierare della nostra vita anche se sappiamo che stiamo votando idee diverse per lo stesso futuro. Noi che "io resto qui" anche se sarai tu a vincere e io no. Noi che la parola democratico ce l'abbiamo dentro piu' di tanti altri e dunque accettiamo che la maggioranza vinca, che le regole non si cambino in corsa anche se sbagliate, che la tua idea di "bene" comprende anche me, e viceversa.
Noi che ogni differenza ci arricchisce. Noi che accetteremo ogni risultato col sorriso. Noi che quasi 3 milioni (o forse piu') sono la cosa piu' importante di oggi.
Ci tengo, diceva lo slogan della giornata. I CARE, diceva uno slogan simile di qualche anno fa. Ci tengo. Mi importa. Mi riguarda.
E da domani si cammina di nuovo assieme, gambe leggere, cuore saldo, direzione ben chiara. Verso il futuro, dove vivremo il resto della nostra vita.

domenica 11 ottobre 2009

Della casa (e di altre amenita')

Incontro alle 8 di un sabato sera. Nel pub di Mayfair ci sono Gian e la Malli, reduci da un sabato di vagabondaggio per Londra con mille metro chiuse per ristrutturazione (le Olimpiadi del 2012 stanno rendendo i nostri weekend difficili!), e Curro (il nostro architetto, o presunto tale) con la sua futura fidanzata (lei non lo sa, forse non lo sa nemmeno lui, ma la Malli fa la recruiter e il "non verbale" per lei non ha segreti!)

Si discute della casa. Dei mobili. Di come incastrare armadi, dell'altezza, del colore. Del pavimento, delle porte, dei materiali. E l'architetto parla parla parla. Con Gian, non con me. Io faccio le domande, lui risponde a Gian. La cosa mi manda il sangue alla testa (e ci vuole poco, comunque, anche molto meno!)
Con un paio di interventi ben assestati rivolti a Gian (dato che l'architetto non sembra accorgersi della mia pur ingombrante presenza), faccio capire che:
1) In quella casa io ci dovro' vivere, quindi tutto questo MI RIGUARDA
2) In quella casa io saro' la "femmina", e dato che mi sono pigliata il maschio medio italiano, a me tocchera' tutto quello che concerne l'organizzazione degli spazi, e saro' io a decidere se gli armadi sono sufficienti, se i pannelli li voglio scorrevoli o pieghevoli, se voglio che il divano sia il focus della living room e non il tavolo, di cui non ce ne facciamo nulla, in 2, dato che mangiamo a casa 3 cene a settimana e nessun pranzo!
3) In quella casa io ci passero' il mio poco tempo libero, dunque in uno sforzo di proiezione, se mi immagino guardare la tele in una fredda serata invernale, voglio avere la porta finestra che da' sul balcone alla mia sinistra e non dietro le spalle
4) In quella casa ci passero' magari qualche anno (sono abbastanza rassegnata ad una vita vagabonda, so che questa e' solo una tappa), dunque voglio avere attorno a me colori che amo. Se dico che assieme al bianco totale che sara' ovunque, voglio dei dettagli rosso fuoco, non sono pronta a negoziare per un motivo che nemmeno capisco il rosso fuoco con l'arancione.
5) La mia casa sara' lineare. Che significa senza fronzoli, curve, ricami. Sara' sobria e pulita. Ma questo non significa che devo trovare una simmetria superiore persino nell'allineamento del water con la libreria della camera. Questa e' un'ossessione, non e' sobrieta'!!!

Insomma, e' stato un sabato sera difficile. Gian ride perche' dice che prendo le cose un po' di petto con l'architetto. Io invece non sopporto che questo mi dica "Beh, avete un armadio a 8 ante e alto 4 metri in camera, vi basta!" perche' non lo puo' sapere. Non puo' sapere che ho vestiti ancora inscatolati da quando sono arrivata, o scarpe di cui ignoro l'esistenza perche' sono finite chissa' dove. Idem per i libri: chiedergli di aggiungere una libreria alta quanto la casa (4 metri) urtava la linearita' delle sue idee. Ma io i libri dove li metto? Il tapino stava suggerendo di venderli. Ha visto lo sguardo rosso (fuoco, non arancione!) nei miei occhi e ha desistito.

Prima di salutare, ho fatto presente che passero' alla casa lunedi sera a dare un occhio. Tanto per sottolineare che non e' che mi si mette da parte cosi'. Che se fin'ora sono stata presa dalla mia vita lavorativa un po' totalizzante, ora ho deciso che ci sono. L'architetto ha detto "Ah, ma forse passo io coi muratori lunedi..." E io "Ti do' comunque il permesso di passare, non mi disturbate..."
Non pestarmi i piedi, o potresti ritrovarti il tallone fratturato:)

venerdì 9 ottobre 2009

NOBama

Copio di seguito le parole che Luca Sofri nel suo blog dedica a Barack Obama e al Nobel per la Pace appena assegnatoli. Condivido tutto, in pieno, come spesso accade.

Nobel intentions
Ultimamente vado per elenchi.Ci sono in giro tre atteggiamenti riguardo all’assegnazione del Nobel a Barack Obama (quattro, se includiamo quelli che manco lo sanno, e cinque con quelli che non gli viene neanche un pensiero in proposito).Il primo è quello di quelli che si indignano e protestano. Che mi pare un po’ fuor di misura. Il Nobel, ricordiamocelo, è l’idea di un piccolo gruppo di persone in Norvegia di dare un premio su una cosa molto generica e vaga. Ha guadagnato molto prestigio per ragioni storiche e pubblicitarie, ma quel prestigio consolidato (e anzi ultimamente un po’ in declino) è l’unica legittimazione della sua importanza. Quella scelta non ha, insomma, maggiori ragioni di assolutezza o condivisione di quella che potrebbero fare una manciata di signori modenesi sufficientemente colti, che si trovino a mangiare del cultatello e discutere dei loro libri preferiti di quest’anno. E al tempo stesso, è una scelta che non ha debiti con nessuno: “facciamo un po’ quello che ci pare”, per i signori del Nobel, sarebbe una risposta del tutto legittima. In questo è davvero come il festival di Sanremo, o lo Strega: il problema non è che esistano o come funzionino, ma che qualcuno li prenda così dannatamente sul serio in questa società fatta di comunicazione di liste, classifiche, abitudini e schematismi.La seconda reazione è quella di chi più sobriamente si dice deluso o meravigliato. Secondo me chi non pensa che Obama possa fare del bene al suo paese e al mondo, chi lo reputa politicamente pericoloso, chi non crede che alle sue parole seguiranno mai dei fatti, e chi insomma non investe in lui e nelle cose che dice di voler fare nessuna fiducia o speranza, fa bene a essere deluso o meravigliato. Per loro è un’occasione buttata via.Il terzo è quello di chi invece è contento di molte cose che Obama ha detto di voler fare finora, e di quelle che sta cercando di fare, e di chi crede che predicare bene sia una cosa importante di per sé, e poi per razzolare altrettanto bene, e di chi sa che altre volte il Nobel è stato dato a persone che indicavano una direzione prima ancora di conseguire i risultati conseguenti (Gore, Arafat, Peres e Rabin neanche li hanno mai conseguiti, né altri per loro; Walesa fu premiato che era ancora all’inizio dell’opera), e di chi sa che quanto a risultati conseguiti la sola vittoria di un nero alle elezioni americane non scherza, e di chi pensa che il Nobel possa non essere solo un argomento da conversazione da bar (o da blog) ma ci vedono un’opportunità concreta – come in tutte le cose, grandi e piccole – e quindi si augurano che la sua assegnazione aiuti Obama a fare buone cose.Il titolare, qui, sta in fondo alla lunga fila di questi ultimi.

Habits


Ci sono appuntamenti che ci mettono un secondo a diventare abitudini. Soprattutto se sono appuntamenti ciarlieri, dolci e di pausa.
Come il breakfast del venerdi mattina (a venerdi alterni) al 5 piano, sul terrazzo (se stare al coperto-tutto vetri- o scoperto dipende dall'audacia del soggetto), o il Cake Day, come la mia collega Amanda lo chiama, bambinescamente.
Alle 9.30 dei venerdi in questione (stamane, per intenderci), tutti gli impiegati (qui a Londra siamo ben oltre le 300 unita') si recano al 5 piano e si autoservono brioche, frutta e bevande calde e fredde che l'azienda mette gentilmente a disposizione. E' il momento delle chiacchiere, del gossip, della conoscenza al di la' dei ruoli. Sono momenti di relax (20 min, mezz'ora al massimo) il cui senso e': conoscetevi, apprezzatevi per le persone che siete, e non solo perche' per contratto dovete lavorare assieme.
Questo venerdi mattina e' stato divertente: tra una brioche e un caffe, ho salutato un paio di ragazzi assunti da me, e poi con le mie colleghe inglesi (e quindi prive di reazione di fronte al freddo glaciale) ci siamo portate sul terrazzo esterno a chiacchierare del weekend imminente, delle vacanze meno imminenti, degli occhi di una ragazza nel finance (ma solo perche' erano incredibilmente belli), dei capelli di una ex collega (ma solo perche' cambiava pettinatura e colore una volta al mese), del fatto che io ho sempre freddo, del fatto che a 10 gradi stare sul terrazzo a maniche corte e senza calze sembrava una follia, a me (non alle suddette colleghe, prive anche della tipica reazione "a pelle d'oca"). Insomma, amenita' varie che fahnno cominciare questo venerdi un pochino piu' leggeri. Di testa. E pesanti di stomaco. Le brioche inglesi, quelle non ve le raccomando proprio!!

domenica 27 settembre 2009

Pensiero del giorno


Life is short. Break the rules. Forgive quickly, kiss slowly, love truly, laugh uncontrollably, and never regret anything that made you smile.


La vita e' breve. Non rispettare tutte le regole. Perdona velocemente, bacia lentamente, ama profondamente, ridi incontrollabilmente, e non dispiacerti mai di qualcosa che ti ha fatto sorridere.


domenica 20 settembre 2009

Post per la signora Luisa...



...che legge il mio blog e si lamenta con la Lucy della mia latitanza, ultimamente!




Luisa, mi spiace ma sono entrata nel mondo del lavoro 24 ore su 24 7 giorni su 7. Non ho piu' nemmeno il tempo per andare in palestra - e ahime' comincia a vedersi:)




Pero', per aggiornarvi sui prossimi progetti, dato che non tutti accedete a Facebook, posto qui di seguito le foto dell'esterno della nostra nuova casa...L'interno e' in ricostruzione, e non posto foto perche' lo sforzo di immaginazione potrebbe causare danni gravi...ce ne vuole tanta, ahime', ma sono certa che verra' meravigliosa!




Un caro abbraccio e a presto!








martedì 8 settembre 2009

giovedì 20 agosto 2009

sabato 8 agosto 2009

08.08.09

Ed eccoci qua, un anno, qualche aereo, tante risate e due case e mezzo dopo...

"Avevo una vita, che mi rendeva felice, e ho lasciato che andasse in pezzi pur di stare con te. Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità."

"Sensazione meravigliosa. Di quando il destino finalmente si schiude, e diventa sentiero distinto, e ormai inequivocabile, e direzione certa. Il tempo interminabile dell'avvicinamento. Quell'accostarsi. Si vorrebbe non finisse mai. Il gesto di consegnarsi al destino. Quella è un'emozione: Senza più dilemmi, senza più menzogne. Sapere dove. E raggiungerlo. Qualunque sia, il destino."

[A. Baricco, Oceano Mare]

mercoledì 29 luglio 2009

6+1

(So che non avro' tempo per la data esatta, dunque mi porto avanti...)

7 anni fa, di questi tempi, si conoscevano. L'amica Vale fece da Cupido. (Anni dopo le fu reso pan per focaccia).
Vivevano in mondi diversi, provenivano da mondi simili. Un sorriso, tante chiacchiere (di lei, piu' che altro), e una lentezza degna di due adolescenti (non lo erano piu' da tempo, entrambi). Lui la porto' una sera a Milano e rischiarono di rimanere a corto di benzina; lei capi' che doveva riscoprire l'amore per il rischio, se voleva stare con uno cosi'.

Il primo anno passo' tra lunghe attese e tante risate. Lui, notoriamente conciso, le scrisse email con regolarita', anche dall'altra parte del mondo. Lei capi' che l'aveva in pugno.

Il secondo anno lui le disse "Mi mandano a Londra, ma solo per un anno. Poi torno."
Lei gli credette e penso' che farsi un po' di avanti e indietro Brembio-Londra sarebbe stato divertente e diverso.

Il terzo anno lui la porto' a Miami e lei capi' che con lui voleva girare il mondo.
Lui disse che sarebbe tornato in Italia solo per lei, lei disse -eroica- che non l'avrebbe permesso e che si sarebbe sciroppata altri viaggi almeno per un po'.

Il quarto anno lui la porto' in California, e lei porto' ancora un po' di pazienza, perche' in fondo quella vita un po' vagabonda non le andava affatto male. Videro Parigi Madrid Berlino Lisbona e lei comincio' a pensare che pero' nessuna citta' era bella come Londra. Un pensiero pericoloso da palesare, persino a se stessa, figuriamoci a lui.

Il quinto anno fu la volta degli svenimenti, degli esami medici a nastro, del Sudafrica e dei suoi safari indimenticabili e dei suoi cieli stellati. Lei comincio' a dire che forse quei continui spostamenti la stressavano, lui abbozzo' dicendo che le vacanze estive avrebbero rimesso a posto tutto. Decisero che forse un giorno sarebbe andati a vivere a Capetown.

Il sesto anno passo' rapido. Lei si candido' a un po' di ruoli, ma soprattutto a vivere sotto il suo stesso tetto. Lui non pote' dire di no, o forse cerco' e rimase inascoltato. E in una data quasi diabolica, l'08/08/2008, lei atterro', stavolta definitivamente, nella perfida Albione. Andarono in Costarica e Panama, prima di cominciare la quotidianita' insieme. E fu un viaggio talmente stancante che la vita a due risulto' facilissima.

E siamo quasi a 7 anni (approssimativamente fra un paio di mesi). 2 iniziali, 4 a distanza, fra pochi giorni uno di convivenza. E non sentirli.
Ne scrivo ora perche' non avro' il tempo di farlo l'8 agosto, ne' a settembre.
E perche' in fondo noi non abbiamo mai festeggiato e non festeggeremo nemmeno stavolta.
Come dice lui, "Che sono contento lo vedi ogni mattina quando apro gli occhi!"
Ma io sono un pochino piu' prolissa. E che sono contenta di tutte le scelte che ho fatto (e sudato) fino a qui, lo voglio dire un pochino piu' per esteso.

Well done, honey!


"Forse le cose stanno esattamente così: quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi, i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli."

(J. Fante)

sabato 11 luglio 2009

Vita




"E' nato il nostro grande amore.

Emma e' nata ieri sera alle 23.29, pesa 2.870 gr ed e' lunga 51 cm."


Svegliarsi una mattina e scoprire che hai un sorriso un piu', un compleanno di cui ti dovrai ricordare per tutti gli anni a venire, qualcuno in piu' da amare. E una foto in piu' da aggiungere tra le persone che amo.


Benvenuta, Emma. E un abbraccio virtuale immenso alla mia Jovi, che come sempre ha fatto le cose a modo suo: rapida e senza tanti fronzoli, che non abbiamo mica tempo da perdere, noi! :)

Nell'attesa di potervi abbracciare sul serio.


venerdì 10 luglio 2009

Eppur si muove...

...o per lo meno ci provo.
Sono inchiodata da una decina di giorni alla mia nuova scrivania. Massacrata di lavoro. Incapace anche di trovare mezz'ora per uscire a prendere qualcosa da mettere fra i denti. Ecco perche' ci sono frigoriferi pieni di bevande gratis ovunque, in quest'azienda: col carico di lavoro che si ha da queste parti, almeno non si muore disidratati.

Prometto di postare aggiornamenti e curiosita' quanto prima, perche' mentre io me ne sto qua a gestire le mie 20 ricerche, tutte urgenti, tutte complicate, tutte con candidati irreperibili e manager molto richiedenti, la vita va avanti, eccome!

martedì 30 giugno 2009

My last day!

Ultimo giorno di lavoro nella mia azienda. 9 mesi cosi' veloci che nemmeno me ne sono accorta! E mica ci si riposa: da domani un'altra sfida, ancora piu' complessa e bella, per questo, mi attende!
Non c'e' mai un attimo di riposo! Ne' ci saranno le vacanze, va da se'...

Per intanto il tempo e' caldo e afoso e di notte si suda...insomma, nella migliore tradizione italiana, solo che a Londra a questo caldo nessuno e' abituato! E dunque stato di allerta come se ci fossero 40 gradi all'ombra...calma, ce ne sono 30, sono tanti, ma vi assicuro che e' vivibile, che questa e' l'estate a cui sono abituata...e che sara' mai???!

E forse, tanto perche' a noi i cambiamenti ci fanno un baffo, fra 2/3 mesi si trasloca di nuovo. Ma questa volta non mi fregano: voglio "'a famigghia" su a spostare scatoloni, guidare camioncini (dalla parte sbagliata, sara' uno spasso!), pulire e cucinare! Che ho visto l'ultima volta che fare la donna indipendente e tutta d'un pezzo non paga affatto! :)

giovedì 25 giugno 2009

Ma che lettori ho???

Solite 4 grasse risate guardando come la gente arriva al mio blog inserendo varie parole nei motori di ricerca (Google, per intenderci).
Passi per “Mr Darcy” 4 volte: il mio re-innamoramento tardivo e’ valso un post lungo quanto un disgelo.
Passi per “piegaciglia”, “grandi barbecue”, “mafalda” in tutte le sue possibili declinazioni (“& friends”, “compleanno”, "felicita’”, “mondo”). E passi pure, crepi l’avarizia, per “noemi gate”, “nubilato spogliata” e “scontri di bank holidays” (???) Sono onnicuriosa, scrivo di tutto, ho stati d’animo altalenanti e la cronaca e’ la mia passione.

Ma che due tizi siano arrivati al mio blog inserendo nel motore di ricerca “acquasantiere nel mondo” e “festa della biancheria sporca mutande”…no, giuro che questo non mi passa finche’ campo!!!

Spulciando nel pc...

...e riordinando 9 mesi di lavoro, sudore, incontri, fatiche, tensioni, scoperte, meraviglie, miglioramenti (ma si riparte subito, sempre, con qualcosa di ancora piu' sfidante!), mi trovo a cancellare copia-incolla da pagine web, articoli, pensieri letti qua e la' che ho salvato perche' in quel dato momento mi hanno trasmesso qualcosa.

Come questo malinconico Aldo Busi, con una prosa che adoro:

"Che carine le coppiette di post-adolescenti che parlano fitto fitto faccia faccia al minuto tavolino di un ristorantino francese dall'altra parte della Manica e dunque qui in questo preciso istante, lei, seriosa per intensità di sguardo fisso negli occhi altrettanto azzurri di lui, ovale imperfettibile, i capelli biondo miele arruffati come appena saltata fuori dal letto, in apparenza senza trucco però le palpebre nerissime e lunghissime una separata dall'altra, le belle braccia nude e lui, biondo rosato, di una educata rudezza, virile con scioltezza, una peluria a pizzetto sul mento, il profilo elegante, irregolare, le labbra carnose quasi violacee, tumefatte e screpolate di recente, ecco, lui che ora con una mano pilucca una patata e con l'altra sotto il tavolino va a farle il grattino al gomito! E che equilibrio tra il prendere e il dare, che rispettosa generosità, che armonioso sentimento di appartenenza.
Chissà che letture hanno fatto.
Questi due mica spinellano o sniffano, sono troppo semplici e ben allevati, questi non hanno bisogno di un vuoto di memoria per tirare avanti rompendo i coglioni al mondo perché se li rompono loro, questi due erano già sfuggiti alle trappole di massa ognuno per conto suo prima di incontrarsi, questi due stanno bene insieme perché starebbero bene anche ognuno per sé.
Oh, come sono splendidi, e rari!
Dunque la vita avrebbe potuto essere un po' così, almeno il tempo di arrivare in due dalla bistecca alla panna cotta.
Ah, come mi incanta l'amore, come mi rallegra che esista in qualche carne intelligente ciò che fa per me solo a parole!"

venerdì 19 giugno 2009

Parallelismi

Letta in rete : "Incastrare Berlusconi per la gnocca e' un po' come incastrare Al Capone per evasione fiscale!"
Cosi' ando' la storia, infatti...

martedì 16 giugno 2009

Pensieri del giorno

Oggi mi ispira e mi si adatta Baricco...sciroppatevelo in questo medley meraviglioso!



Quando tu sai come fare a strappare un applauso o una risata, che cosa mai ti potrebbe indurre a dire la cosa giusta invece di quella che funziona?


Come sarebbe bello dire "per caso"? Tu credi che ci sia davvero qualcosa che succede "per caso"?


Quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fregatene. Ricordatene. Devi fregartene. Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita... non sono quelli gli errori... quella è vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca... io questo l'ho capito, il mondo è pieno di gente che gira in tasca con le sue piccole biglie di vetro... le sue piccole tristi biglie infrangibili... e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo... sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino... ci si vede dentro tanta di quella roba... è una cosa che ti mette l'allegria addosso... non smetterla mai... e se un giorno scoppieranno, anche quella sarà vita, a modo suo... meravigliosa vita.


Il destino non è una catena, ma un volo.


Leggere è una sporcheria dolcissima. Chi può capire qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro? No, quella è la sola e più dolce custodia di ogni paura, un libro che inizia.


A volte le cose, gli avvenimenti, sembrano accadere per caso, ma il caso non è mai casuale, è li che ti aspetta a modo suo. Vuol dire che alle volte il caso aspetta proprio te e non per caso, ma per destino appare come caso. Cogli il positivo che il caso per destino ti offre.

venerdì 12 giugno 2009

Week-end di sole donne

Con Raffa e la Tuz a casa mia, racconti, pettegolezzi, cibo e ancora chiacchiere. Km macinati, qualche film, e la speranza che il tempo sia decente, se non clemente.

Vorrei anche sistemarmi i capelli e trovare il tempo di una corsa al parco.

Ma soprattutto, questo week-end, a differenza di quello passato, relax. Il mondo non finira' se in queste 48 ore non eleggiamo nessuno :)


5 minuti dopo: per dire, navigando ho trovato questo articolo. E adesso aspetto le mie amiche a trovarmi (che il mondo non finira' nemmeno se vi assentate due giorni da casa. Fanno evidentemente eccezione le partorienti.)

Trascorrere intere serate a mangiare o chiacchierare con un gruppo di amiche può avere un effetto miracoloso sull'umore di una donna. Essere vicine sentimentalmente e sentirsi parte di un gruppo può infatti accrescere fortemente il loro livello di progesterone, un ormone che ha l'effetto di migliorare il loro stato di benessere e di abbattere i loro livelli di ansia e stress. È questa la conclusione di una ricerca apparsa sulla rivista Hormones and Behavior.

mercoledì 10 giugno 2009

Ricominciare

E ORA TOCCA A VOI BATTERVI

"E ora tocca a voi battervi
gioventu' del mondo;
siate intransigenti
sul dovere di amare.
Ridete di coloro
che vi parleranno di prudenza,
di convenienza,
che vi consiglieranno
di mantenere
il giusto equilibrio.
La piu' grande disgrazia

che vi possa capitare
e' di non essere utili a nessuno,
e che la vostra vita
non serva
a niente."

[Raoul Follereau]

martedì 9 giugno 2009

Salti spazio-temporali

Scorpire che tra i mittenti di Yahoo c'e' un nome sconosciuto cui il sito blocca l'accesso perche' non in rubrica. Vedere che il nome sta li', persistente. Dare l'accesso (sono curiosa di mio!) e aprire una voragine spazio-temporale.
A contattarmi e' quello che nella mia mente e' ancora un bambino, conosciuto durante un bellissimo viaggio - the best ever - in Sudafrica. E capire, dalle prime battute, che caspita, non e' piu' un bambino. Che si ricorda benissimo di te. Che ha un'interazione che non aveva all'epoca. Che ti tiene testa e ti risponde in inglese. Che passera' da Londra con la sua famiglia, quest'estate, e per le risate condivise durante quei bellissimi safari mattutini, per gli aperitivi improvvisati nel mezzo della foresta, a pochissima distanza dai leoni e dai rinoceronti, dagli elefanti e dai ghepardi; per un'esperienza che ti restera' dentro sempre, e che un po' hai vissuto anche attraverso i suoi occhi di bimbo; per quei cieli stellati come in nessun'altro luogo; per un'ansia di viaggio che mi ha fatto proiettare in loro la famiglia che vorrei noi fossimo, in futuro; per tutto questo, dicevo, passeranno a trovarti.
E sara' bello, anche per loro, notare che le foto di quella splendida vacanza fanno da cornice alle nostre giornate inglesi. Perche' una volta che hai visto il sole vero, non te lo dimentichi piu'.

lunedì 8 giugno 2009

Con tutte le lingue che parlo quotidianamente...

...nessuna potrebbe rendere la mia felicita' meglio che un urlo sguaiato:
"OOOOOoooooooleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee'!"

Sono felice. Perche' dopo mille notizie terribili (andamento nazionale pessimo: diciamocelo e non cerchiamo di limitare i danni; provincia persa e sai bene che non lo meritavi; grandi centri come Casale persi e lo meritavi ancora meno!), e' arrivata la notizia che aspettavo da ieri sera, da stamane alle 6, al telefono con Lucy. Al Comune ce l'abbiamo fatta. Di nuovo. Ampiamente. Vittoria schiacciante. Segno che laddove devi scegliere le persone che conosci, la faccia, il lavoro fatto, l'onesta', la volonta', la condivisione, l'altruismo, l'accoglienza, non c'e' Lega che tenga. Laddove non ti affidi a slogan, ma sai distinguere il vero dal falso, il giusto dallo sbagliato, perche' quelle persone non le leggi sui giornali, ma le vedi in faccia ogni giorno, non ti fai traviare in alcun modo.
Ed e' si' una vittoria di Giuseppe e dei suoi candidati - un gran bel gruppo che fara' bene! - ma e' anche la vittoria di chi c'e' dietro tutto questo. Di quello che ho definito il "cuore pulsante" della mia Brembio. Dei tanti che investono molto, tutto il loro tempo libero per il volontariato, per il sostegno e il supporto, per rendere il mio paese vivo e bello come e' sempre. La gente ha capito che se il problema piu' grande che una forza avversa puo' denunciare e' la piastrella staccata, il cestino dei rifiuti storto, beh, allora non ci sono problemi. Allora viviamo davvero in un paese meraviglioso. Allora davvero non c'e' ragione di cambiare chi ci amministra.
E i numeri, piu' di tutto. Quelle centinaia di voti di differenza me lo dicono. E' un si', e un si', e un siiiiiiiiiiiiiiiiiii'! (E l'applauso finale in chiusura di seggio, mentre ero al telefono con Sara, mi fa chiudere questa giornata con un po' di magone, ma di felicita').


PS: Fara' bene anche la mia Valentina-Casella-grazie-di-averla-votata-numerosi! Ma mai piu' una campagna elettorale come questa, intese??? ;-p

Dopo l'ANSA, l'ANSIA

Piu' in ansia che se dovessi partorire.
Piu' in ansia che l'anno scorso, quando rischiavo di finire in Parlamento (forse perche' non ho mai rischiato sul serio:)
Piu' in ansia di quando me ne stavo ai seggi.

Perche' tu sei qui, e non puoi seguire minuto per minuto. Non puoi rompere le scatole a tua madre ogni dieci minuti al telefono, come di fatto stai facendo dalle ultime tre ore a questa parte.
Perche' la tua amica Valentina-Casella-mi-auguro-l'abbiate-votata e' sparita e credi si sia ritirata tra se' e se' per evitare la stessa ansia che ti attanaglia. Perche' il sindaco uscente (ed entrante, si spera) e' sparito ed e' andato a fare un giro in bici, si mormora. Perche' il tuo fidanzato (che ti ha commosso, prima, dicendo "Mari, sono belle le cose che noi vogliamo per il nostro Paese, ma la gente non le capisce"...mi ha commosso quel NOI, piu' di tutto) continua a mandarti notizie ANSA fasulle che ormai rasentano il delirio e tu ridi ormai priva di forze, e i colleghi sorridono, che capiscono che oggi va cosi'.
Perche' tu sai che quella gente, quella in lista e quella fuori, quella a casa e quella no, come te, ci ha messo l'anima non per due mesi di campagna elettorale, ma per 5 anni, ogni singolo giorno, e ti piacerebbe che il tuo paese con la p minuscola, se non quello con la P maiuscola, lo riconoscesse. Che fosse non grato, ma consapevole.
Perche' il tuo livello di Brembieta' cresce piu' ti allontani da li'. E sai che il cuore e le emozioni, quelle non viaggiano con te. Quelle restano dove sono cresciute.
E viene in mente, per te, solo per te, oggi, quella splendida frase di Alessandro Baricco che ami cosi' tanto: "Perche' un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte." E tu speri di averlo sempre bene chiaro in mente, quel pretesto.

"Mari, hai letto la notizia ANSA?"

Un Gian insolitamente trafelato al telefono esordisce cosi'.
"No!" rispondo, smanettando sulla tastiera per andare sul sito ANSA con il cuore a mille...
"Cosa dice???" urlo nella cornetta mentre il sito ANSA tarda a palesarsi.

"Dice questo, testuali parole: ULTIM'ORA - Sozzi e' andato a prendere il caffe' con un candidato della lista avversaria..."

Ora, per chi capisce chi e' Sozzi e quanto io sia malata di politica e di Brembieta', questa telefonata mi ha fatto fare la prima risata vera della giornata. E ho anche realizzato che, povero Gian, parlare alle 6 del mattino di elezioni con mia madre al telefono, seguire lo spoglio minuto per minuto, innervosirmi se nessuno dei presenti ai seggi mi risponde al telefono, non riuscire a parlare d'altro mi portano sulla soglia della patologia. Prometto di tornare in me, fra 5 o 6 ore:)

Sai cosa?

Ieri sera sono tornata a Londra con un misto di nostalgia e tristezza. Lasciarmi indietro tutto quello che mi lascio indietro ogni volta e' dura. E' come una ferita che non si rimargina mai.
Mi dicevo che avrei bisogno di un paio di settimane di vacanza a casa.


Poi stamane ho cominciato a vedere i risultati delle elezioni in Italia e...ho rettificato: magari sono i miei amici e parenti che vengono a stare da me per un po', che ne dite?

giovedì 4 giugno 2009

Ultimi giorni, nessuna svendita!

Ultimi giorni di campagna elettorale prima delle elezioni. Campagna elettorale che ho sentita MIA anche da lontano.
Perche' ci sono amiche che ti hanno sostenuto sempre, quando toccava a te, e adesso arriva il tuo turno di contribuire dalle retrovie.
Perche' ci sono persone con cui hai passato tante serate degli ultimi 5 anni a discutere, immaginare, sognare e spesso realizzare, e non li puoi abbandonare solo perche' stavolta non e' il tuo turno.
Perche' a Brembio voglio tornare sicura che resti sempre "BrembioMia", e che se e quando decidessi di tornare, non debba trovare un paese diverso da come me lo ricordo. O per lo meno, nel dubbio, che migliori!
Perche' 5 anni in Provincia ti lasciano un sentimento di affetto per le problematiche toccate, i progetti realizzati, le persone incrociate.
Perche' ci sono visioni diverse rispetto al futuro, e la diversita' la rispetto.

Ma non rispetto la rozzezza, la mancanza di lungimiranza, la strumentalizzazione, l'assoluta assenza di umilta'.
Non mi piace il celodurismo, cosi come l'egoismo di certe posizioni.
Non mi piace essere stata educata ad aprirmi al mondo, e la mia storia personale ne e' un chiaro esempio, e vedere che il mio paese, la mia provincia, l'Italia potrebbero (e talvolta, vedi a livello nazionale, lo sono) essere ancora piu' chiusi, ancora piu' isolati, ancora piu' ingiusti, ancora meno democratici di adesso.
Per tutto questo, non ho ancora cambiato la residenza e questo fine settimana torno a votare.

E non nascondo nessuno dei miei voti:
-al Comune votero' la lista numero 3, Comune Popolare Solidale, e la mia preferenza (non me ne vogliano gli altri, ma ci sono affetti che stanno dentro noi da sempre) andra' a VALENTINA CASELLA. E' brava, e' volenterosa, e' giovane, e' donna, e si e' imbarcata in questo viaggio con un entusiasmo che a tali livelli ha espresso per ben poche altre cose. So che ci crede davvero, e che e' consapevole delle difficolta' future, perche' le ha vissute con me in passato, e perche' non gliele ho nascoste. La ragazza e' attrezzata, dunque. Ci aspettiamo grandi cose. VOTATELA, FATELA VOTARE. Brembiesi, fate una croce sulla lista numero 3, Comune Popolare Solidale, e scrivete VALENTINA CASELLA di fianco.
-in Provincia, il mio voto va al PD e a Felissari. Senza se e senza ma. E' stato il mio Presidente. E mi auguro lo sara' anche per Margherita Fusar Poli, giovane candidata del mio collegio a cui idealmente passo il testimone. Brembiesi, Livraghini, Oriesi e abitanti di Ospedaletto Lodigiano (come si chiameranno???): votate PD. Permetterete a Margherita e al Presidente Felissari di lavorare per noi e per un Lodigiano ancora vicino alle nostre esigenze.
-l'Europa e' un capitolo importante, che spesso sottovalutiamo. Io voto PD. Ed esprimero' con convinzione le mie tre preferenze della lista Nord-Ovest: la prima va ad ANTONIO PANZERI, europarlamentare uscente, il solo che abbia mai conosciuto, a dirla tutta. Ha partecipato alla mia campagna per le primarie in una bella serata a Lodi, e' venuto alla Festa Democratica lo scorso anno a Brembio,e quest'anno di nuovo a Brembio per sostenere la nostra lista al Comune. E' una persona seria e presente. Brembio deve sostenerlo.
La seconda preferenza va ad IVAN SCALFAROTTO. Perche' rappresenta il nuovo, eppure "bazzica" in politica da un po'. Perche' le sue battaglie, partendo da un piano personale, renderanno il nostro paese piu' civile e democratico. Perche' faceva parte del PD di Londra, e dunque e' il mio personale collegamento tra l'adesso, il prima e il poi.
La terza preferenza, cercata documentandomi tra gli altri candidati in lista, va a FRANCESCA BALZANI, assessore al bilancio del comune di Genova. Non voglio per forza scegliere una lombarda, non e’ nello spirito europeo. Voglio scegliere una donna italiana che ha studiato, lavorato, si e’ scontrata con le difficolta’ del mondo, ha amato, fatto figli e si e’ dedicata agli altri. Francesca e’ un bell’esempio. Ho letto come si descrive nel suo sito. E l’ho sentita mia amica, simile a me nell’approccio alla vita, nelle cose che fa, nelle cose che spera (
http://www.francescabalzani.it/symcms/web/symcms/showpag/index/page_id/interessi/menu_id/5)

E non dimenticatelo mai: votare e’ un diritto, ma sentitelo anche come dovere morale. Fatevene carico. Siate responsabili del vostro mondo. Parole che diciamo da tempo, ma che mai puzzano di naftalina, finche’ le usi invece di metterle in fondo all’armadio dei tuoi valori.

martedì 2 giugno 2009

Sara' il Polase...

...o sara' il sole che finalmente e' arrivato in tutta la sua estivita' (oggi sfoggio pure una mise estiva, first time da quando lavoro qui); sara' che stanotte finalmente ho dormito 7 ore, o il mal di testa che se ne e' andato...ma direi che mi sento parecchio attiva!
Sto pensando di andare in palestra, di fare una lavatrice, di stirare parte di quello che e' in attesa di stiraggio, persino di cucinare qualcosa che vada piu' in la' di zuppa e insalata. Altro che sentirsi attiva, direi che rasento la frenesia!

lunedì 1 giugno 2009

Sfinita

Sono tornta a casa 48 ore. Ho:

-partecipato a un aperitivo elettorale (con breve intervento, e fortuna non sono candidata)

-introdotto l'on. Bersani di passaggio in quel di Brembio (e anche qui, l'improvvisazione e' regnata sovrana)

-sfilato in abito da sposa

-presentato la sfilata di abiti da sposa che e' durata 3 ore, quest'anno


Il prossimo week-end, mi attendono:

-venerdi sera: finale festa elettorale - spero di arrivare in tempo, ragazzi!

-sabato: matrimonio con lettura sull'altare (Fra, speriamo che l'acquasantiera non cominci a gorgogliare!)

-domenica mattina Marcia dei Colori, con levataccia

-domenica a pranzo tutti assieme al Capannone

-domenica pomeriggio il Santo Voto prima di riprendere l'aereo.



E...no! A me, riposarmi mi fa schifo! :)


[Le foto della sfilata sono venute malaccio, e in attesa di quelle professionali, ecco la Malli in abito da sposa-presentatrice.]


giovedì 28 maggio 2009

Ovvieta' e buon senso...

Come non essere d'accordo con la semplice, sensata disamina di Beppe Severgnini, oggi, sul Corriere? Senza strumentalizzazioni, senza cattiveria, senza bigottismo (che a "noi", non ci tocca). Solo con tanto, semplice, sconfinato buon senso in questo sconcertante Noemi-gate.


Un pesce rosso convinto d'essere un cardinale, gli economisti che ammettono di non averci capito niente, la politica fuori dalla nomine Rai, José Mourinho che lavora gratis. Sono molte le notizie surreali che avrebbero potuto colorare questa torrida primavera, ma è toccato a una ragazzina e ai suoi bizzarri rapporti col presidente del Consiglio.Bizzari: ecco la parola. Potete essere di destra o di sinistra, atei e cattolici, giovani o meno giovani, ma sarete d'accordo: se uno sceneggiatore avesse scritto un film con quella trama, gli avrebbero detto "Ragazzo, hai bevuto?". Invece è accaduto. Noemi, le feste, il papi, i genitori, le smentite, i fidanzati che compaiono e scompaiono. I marziani guardano giù dicendo: "E quelli strani saremmo noi?".
Quattro punti ovvii, per ridurre i litigi e provare a ragionare.

Il primo: la frequentazione tra un settantenne e una diciassettenne - al di là del ruolo di lui - è insolita. La famiglia Letizia non sembra stupita, decine di milioni d'italiani sì. Una spiegazione plausibile ancora non l'hanno avuta. Se tanti lavorano di fantasia, a Palazzo Chigi non possono stupirsi.

Ovvietà numero due. Alcune affermazioni del protagonista sono state smentite. "L'ho sempre vista coi genitori": poi Noemi - ma cosa s'è fatta? era così carina! - salta fuori alla festa del Milan, sbuca al galà della moda, compare in Sardegna. Per cose del genere, nelle altre democrazie, i potenti saltano come tappi di spumante. Noi siamo più elastici - succubi, rassegnati, distratti, disinformati: scegliete voi l'aggettivo - ma un leader politico, perfino qui, dev'essere credibile.

Ovvietà numero tre. Le abitudini e le frequentazioni di Silvio B. riguardano solo Veronica L. (che peraltro s'è già espressa con vigore sul tema)? Be', fino a un certo punto. Il Presidente del Consiglio guida una coalizione di governo che organizza il Family Day, mica il Toga Party o il concorso Miss Maglietta Bagnata. Michele Brambilla - vicedirettore del "Giornale", bravo collega e uomo perbene - spiega che, per il mondo cattolico, contano le azioni politiche, non i comportamenti coerenti. Io dico: mah!

Ovvietà numero quattro. L'opposizione, in tutte le democrazie, cerca i punti deboli dell'avversario, soprattutto alla vigilia delle elezioni. Dov'è lo scandalo, qual è la novità? Se Piersilvio s'indigna, non ha idea di cosa avrebbe passato suo padre in America, in Germania o in Gran Bretagna (dov'è inconcepibile che i capi di governo possiedano televisioni). Non solo in questi giorni: negli ultimi quindici anni.

Bene: quattro cose ovvie, in attesa di sviluppi. Intanto s'è insediato quietamente il governo Letta. Qualcuno che coordini ci vuole. C'è da lavorare, e il Capo è altrove.

[Dal Corriere della Sera del 28 maggio 2009]

venerdì 22 maggio 2009

Vorrei essere tua madre

Ogni volta che ascolto questa canzone, mi vengono i brividi. Poesia pura.

Per amarti senza amare prima me
vorrei essere tua madre...
Per vedere anche quello che non c'è
con la forza di una fede.

Per entrare insieme
nel poema del silenzio
dove tu sei tutto quello che sento.

...

Vorrei essere tua madre
per guardarti senza voglia,
per amarti d'altro amore
e abitare la tua stanza
senza mai spostare niente,
senza mai fare rumore:
prepararti il pranzo
quando torni e non mi guardi,
ma riempire tutti i tuoi ricordi.

...

Vorrei essere tua madre anche per questo,
e mille e mille altre ragioni:
ti avrei visto molto prima, molto presto,
e avrei scritto più canzoni.
Forse ti avrei messo in testa qualche dubbio in più,
cosa che non hai mai fatto tu...
Forse ti avrei fatto pure piangere di più,

ma non hai scherzato neanche tu...

[R. Vecchioni]

mercoledì 20 maggio 2009

Gettone - d'assenza

E' successo. Lo temevo ed e' successo: la mia fida lavatrice, amica di uno e piu' cestelli quotidiani, mi ha lasciata a piedi. Anzi: con un sacco di biancheria non centrifugata fra le mani. Disperazione, parolacce, calci, lacrime non sono serviti a muovere a pieta' ne' la suddetta lavatrice, testardamente priva di centrifuga e risucchio d'acqua, ne' Gian - che credo nemmeno sappia dove stia di casa, in casa nostra, la lavatrice. Sempre perche' le Pari Opportunita' sono un bel concetto. Astratto, ma bello.

Comunque, il cesto della biancheria sporca non si poteva vedere, tanto era pieno, e nel week-end arriveranno i suoceri: mica posso farmi trovare come una sprovveduta massaia qualunque da Andreina, la Regina della Lavatrice, a detta dei figli (ma anche mia). Cosi stasera ho affrontato un'esperienza per me nuova: la lavanderia a gettoni. Giusto per non farmi trovare impreparata (detesto l'approssimazione), ci ero passata stamane sulla via del lavoro, tanto per capire se ci fosse qualche formula magica da sapere a memoria. No, solo il gettone.

Perfetto. Resto li, mezz'ora si lava, mezz'ora si asciuga. Mio detersivo portato da casa (faccia divertita della signora che gestisce il tutto "Ma questo e' concentratissimo...si sente nell'aria a giorni di distanza..." Infatti: pulisce e profuma. E' l'obiettivo, mi pare, di tutto sto embaradan!)

Comunque, la lavanderia a gettoni e' un microcosmo fantastico. Una comunita' a parte. Noi, senza lavatrice-o con lavatrice rotta. Ci si aiuta. Si legge, nell'attesa. Si commentano le notizie. Si lascia la vigilanza della lavatrice alla vicina, mentre ci si affretta al supermercato di fronte a fare la spesa. Si entra in confidenza: quando qualcuno vede girare nel mio cestello delle mutandine rosa con scritto LOVE, certo che possiamo parlare di tutto. Un ragazzo mi ha persino chiesto cosa fosse quel sacchetto a rete tra i miei panni nell'oblo'. Ormai priva di imbarazzo, gli ho spiegato che conteneva i miei reggiseni: evito cosi' di perdere il ferretto nella lavatrice; nel caso, lo ritrovo nel sacchetto. Era piacevolmente colpito. Son soddisfazioni, poter ancora stupire, al giorno d'oggi.



Tornata a casa, dopo rapida consulenza di Lucy, ho deciso che dovevo mettermi al lavoro io, che se aspetto Gian, mi assumono pure nella lavanderia a gettone, per assiduita'.

Cosi' ho scaricato l'acqua e ho pulito il filtro. Nulla di difficile, solo che una non saprebbe nemmeno da che parte iniziare. E adesso sento il cestello che gira, in corridoio (la mia lavatrice e' nascosta in un minisgabuzzino da quelle parti - e si', sto lavando le salviette usate per assorbire l'acqua scaricata) ed e' musica per le mie orecchie. E in piu' ho imparato qualcosa che non dimentichero' piu' per tutta la vita. E per una volta non e' una poesia. E' pulire il filtro. Almeno serve. :)

lunedì 18 maggio 2009

Soup

Lo so che di questi tempi in Italia la pausa pranzo e' costellata di insalate e macedonie. Il caldo toglie l'appetito e l'estate ispira cibi sani e leggeri.

Qui, a Londra, e' tutta un'altra storia.
La pausa pranzo ha cominciato a diventare un incubo gia' dopo 15 giorni che lavoravo. O meglio: diciamo che la pausa non c'e', e' il pranzo che diventa difficoltoso. In genere, si acquistano sandwich (classici tramezzini pancarre' e qualsiasi cosa vi possa succedere di pensare come inabbinabile, culinariamente) al supermercato, dal panettiere, ma anche in farmacia, e li si mangia alla scrivania, continuando a lavorare. Dopo 15 giorni di sandwich, dicevo, non ne potevo piu'.



Ho cercato di variare con sushi, talvolta con del riso bianco che mi portavo da casa, fino a che, illuminazione, ho scoperto le zuppe. Anche qui, la scelta, anche per i piu' azzardati, e' limitata. Mi sta bene la zuppa al pomodoro, ma se ci aggiungi pure la panna e dei pezzi di pollo e la condisci col coriandolo (l'odiatissimo coriandolo che qui usano per qualsiasi cosa), beh, magari non e' di mio gradimento. Le mie preferenze vanno per spinaci e noce moscata, piselli e menta (meglio di quanto sembri), broccoli e stilton. Questo a pranzo. La sera, io e Gian, costretti a cenare sempre dopo le 10 pm, causa orari di lui, siamo drogati di zuppa ai funghi. Diventa quasi una dipendenza da cui non riusciamo a liberarci.



Corsia del supermercato, ieri pomeriggio ore 5. Reparto zuppe. Gian si informa sullo stato della dispensa. Sono certa di averne comprate un paio di confezioni, di zuppa ai funghi, quindi per un paio di sere siamo ok.

Ne butta nel carrello un'altra. E aggiunge "Al limite vai a fare il rattoppo al supermercato in settimana."

Al limite??? Calcolando che venerdi e sabato raramente ceniamo in casa, direi che stiamo diventando monoalimento. Adoro i funghi, ma fra un po' ci dimenticheremo i tratti fondamentali della masticazione. Urge integrazione con cibo solido. Da questa settimana, promesso, comincia lo svezzamento da zuppa.