giovedì 27 marzo 2014

Dopo

La gravidanza. I 9 mesi piu’ belli della mia vita.
La collega, incinta per la prima volta, mi guarda raggiante e mi dice “Si’, ma dopo e’ meglio, no?”
Io la guardo un attimo. Come glielo spiego?
Dopo e’…diverso. Dopo e’ un capitolo totalmente diverso della tua vita e i paragoni non esistono. Non ci sarai piu’ solo tu che ti porti dentro questo miracolo meraviglioso e il resto della tua vita nella tua pancia lievitante. Non sarai piu’ solo coppia, perche’ sarai famiglia. E cambia, cambia moltissimo. Non lo dico solo per le sveglie all’alba anche nel weekend e il cibo sparso per terra e tu e lui che a turno cantate la La Bella Lavanderina o Row Row Row The Boat o Le Manine Laboriose. Non lo dico solo per le macchie di saliva e impronte di manine sporche che ogni tuo vestito elegante attrarra’, proprio la sera che hai deciso di metterti un po’ sexy, finalmente. Lo dico anche per le conversazioni a due interrotte dai tentativi di tua figlia di intervenire nel discorso. Per le mille risate in piu’ che vi farete. Anche per le uscite a due, che ogni tanto riusciamo ancora a fare, nonostante ci si strappi il cuore ogni volta che la lasciamo a casa con la babysitter, dove per i primi 30 minuti non facciamo altro che parlare di lei e di quanto sia speciale e bella e di quanto la amiamo infinitamente.

Dopo non esiste nulla di paragonabile. Perche’ non torneresti piu’ indietro e perche’ tutto ti porta avanti. Nonostante la stanchezza e le corse e il fatto che ti chiedi 5 giorni la settimana se tu come individuo esisti ancora, se la Mari di adesso ha ancora opinioni valide sulla vita e sul mondo che non si possano leggere sui forum per mamme o sui manuali per crescere i bambini (diffidate di entrambi).

Leggevo oggi per caso una mail che inviai a un caro amico prima di rivelare che fossi incinta (non potevo, non avendolo ancora detto ai miei genitori e suoceri):
“Ma so che ora, piu’ che mai, c’e’ un percorso di vita a cui devo pensare. Nemmeno a me stessa. Che non e’ piu’ il tempo. Devo pensare all’equilibrio delle cose, a cosa guadagno e a cosa perdo. Devo pensare al senso che posso dare alla mia vita e a quello che posso dare agli altri. E gli altri a volte non sono, come dici benissimo tu qui sotto, la partenza. Gli altri a volte sono l’approdo. O a volte stanno in una direzione lontana e opposta.”
Quanta paura, avevo, e quanta curiosita’.
Il mio altro era una partenza, e non lo sapevo. Pensavo a un approdo, pensavo a un sogno che si realizzava. Quanto mi sbagliavo. Era il buttare a mucchio le carte e ricominciare la partita. Era lo spostare le pedine. Era il chiudere una scatola e cominciare un nuovo gioco.

Si’, dopo e’ meglio. Quei 9 mesi di attesa e speranza sono stati i piu’ belli della mia vita da non mamma. I piu’ pieni e significativi e allegri che ricordi.
Poi e’ cominciata la mia vita con Nina, e il mio essere mamma non puo’ piu’ concepirsi senza il suo respiro dolce e pesante sul mio collo, o le sue prime parole abbozzate, o i suoi sorrisi che le illuminano tutto il viso come in poche persone ho visto fare, forse solo nel viso sorridente di suo padre.
Dopo e’ la preoccupazione costante che stia bene. Che sia felice. Che io stia facendo abbastanza per renderla felice. Che non mi rimproveri, da grande, il tanto lavoro. O la stanchezza che ho addosso. O le volte che mi sono imposta o le volte che sono stata troppo soft.
Dopo e’ sapere che ho un motivo per alzarmi e per tornare. Per essere in salute e per essere felice. Come l’adrenalina che mi prende la sera quando vado alla nursery a prenderla e quasi me la faccio tutta di corsa, la strada, per vederla sorridere e corrermi incontro a sua volta.
Dopo e’ meglio? Non so se e’ la definizione piu’ azzeccata. Non puoi paragonare le mele alle pere. Dopo e’ la vita nella sua compiutezza. Dopo e’ la velocita’ che la tua vita prende e i mesi che passano e lei che parla e mangia da sola e cammina e diventa indipendente. Dopo e’ quello che da’ senso al tutto. Un senso superiore e oltre la quotidianita’.

Come dico spesso alle amiche, avrei condotto una vita felice senza figli. Non e’ che non mi piacesse la mia indipendenza e le infinite possibilita’ che avevamo. E’ che abbiamo fatto una scelta. Irreversibile. Sapendo che era tale. E la gioia che ne traggo quotidianamente e’ piu’ vasta di qualsiasi continente non potro’ visitare nei prossimi 10 anni e piu’ profonda di qualsiasi relax che non potro’ avere per il resto della vita. 

venerdì 7 marzo 2014

8 Marzo - Lettera a mia figlia

Ci sono parole e pensieri che ti rimbalzano dentro quotidianamente. Lettere che pensi non scriverai mai perche’ non ci sara’ mai il momento giusto.
Poi una mattina guardi distrattamente la tua agenda e realizzi che l’indomani e’ l’8 marzo. E pensi che forse questo e’ il momento giusto.

Cara Nina,
Ho saputo che saresti stata femmina prima di restare incinta. Molto prima. Sono quelle cose che sedimentano dentro di te come poche certezze nella vita. E quando, a 16 settimane di gravidanza, durante l’ecografia, il medico ci disse che eri femmina, fu solo una bella conferma, non una sorpresa. Tant’e’ vero che il nome per il maschio si areno’ su improbabili proposte di tuo padre che mai mi presi la briga di contrastare. Sapevo non ce ne sarebbe stato bisogno.
La tua nascita mi ha insegnato sentimenti tutti al femminile. Il dolore che come donna posso sopportare. Il coraggio che non sapevo di avere. La sorpresa e lo smarrimento di fronte alla grandiosita’ della Vita. La resistenza fisica e mentale, nei primi faticosi mesi da mamma. La mamma che sono, e che ho scoperto solo diventandolo. Niente della Mari di prima mi avrebbe fatto intravedere la mamma che sarei stata per te. La tenerezza, si’, ma anche il modo in cui credo di prepararti al mondo e agli altri. La gioia per il tuo carattere aperto e solare, e la paura per le volte che la vita ti ferira’ e cerchera’ di calpestarti.
Ti guardo oggi, a 15 mesi di tenerezza e testardaggine, e immagino la donna meravigliosa che sarai. Immagino i nostri viaggi dentro il viaggio emozionante che gia’ stiamo facendo. Vedo l’orgoglio negli occhi di tuo padre quando non cedi, quando non ti interessa compiacerci, quando vai dritta per la tua strada senza prestare attenzione ai nostri tentativi di distrazione. Altri li vedrebbero come capricci o disobbedienza, io e papa’ speriamo che questo prefiguri la schiena dritta con cui camminerai per le strade del mondo. Il non cedere alle lusinghe, se quello che tu vuoi e’ altro da quello che il mondo ti dice che devi volere.

Domani e’ l’8 marzo e sei troppo piccola per spiegarti cosa rappresenta e perche’ e’ importante ricordarsene. Senza mimose, che qui a Londra chissa’ dove si trovano, e senza grandi gesti. Ma dedicando un pensiero al perche’ lo si festeggia in molte parti del mondo. Al perche’ e’ a tutt’oggi cosi’ attuale pensarci. Anche se la porzione di mondo in cui tu sei nata ti permettera’ di rincorrere i tuoi sogni senza fare del tuo essere donna un limite, perche’ non lo e’ affatto. Anche se la tua educazione e’ gia’ il piu’ possibile aperta e lontana da cliché (sul capitolo educazione, scrivo questa cosa ora per quando leggerai questa lettera, un domani: ho sempre detestato l’idea di comprare scope e palette alle bambine. O aspirapolveri e ferri da stiro finti. La trovo una cosa sminuente – non le pulizie in se’, ma il fatto che siano considerate compito principalmente da femmine. Davvero, da mamma poco incline ai lavori di casa, spero che nella vita tu non debba mai fare i mestieri, se devo dirla tutta. O che troverai qualcuno che li faccia con te. E l’unico motivo per cui tu oggi hai una scopetta e una paletta lilla e fuxia e’ che cosi’ la smetti di andare in giro per casa cercando di pulire con la mia scopa che e’ tre volte te…e questo fin troppo lungo inciso e’ per riflettere su come spesso noi madri, in buona fede, instilliamo in voi bimbe il seme della vostra autostima -o mancanza di-, il cosa possiate o non possiate fare. Sia chiaro, da parte mia, piccola: puoi fare tutto quello che vuoi. E rinunciare a tutto. E questo perche’ sei l’essere unico e meraviglioso che sei. Non perche’ sei donna. Perche’ sei Nina. Nessun’altro potra’ esserlo pienamente e compiutamente come te.)

Auguri alla piccola donna che piu’ adoro nella vita, al mio amore-femmina immenso, alla bimba che mi ha regalato una vita nuova, e che mi fa innamorare ogni giorno. Auguri al mio capolavoro personale, al mio sorriso piu’ bello e alla mia coccola piu’ dolce. Vederti crescere e’ un miracolo. Essere tuoi genitori e’ un privilegio.


Questa e’ una lettera con un seguito. Continueremo a parlarne, continueremo a crescere insieme. Continueremo ad essere felici di essere donne e a non fare quello che ci si aspetta da noi, se noi stesse non ce lo aspettiamo. Continueremo a fare della nostra vita il capolavoro che noi speriamo.
Continueremo a festeggiare l’8 marzo. A modo nostro. Ogni giorno.