giovedì 28 maggio 2009

Ovvieta' e buon senso...

Come non essere d'accordo con la semplice, sensata disamina di Beppe Severgnini, oggi, sul Corriere? Senza strumentalizzazioni, senza cattiveria, senza bigottismo (che a "noi", non ci tocca). Solo con tanto, semplice, sconfinato buon senso in questo sconcertante Noemi-gate.


Un pesce rosso convinto d'essere un cardinale, gli economisti che ammettono di non averci capito niente, la politica fuori dalla nomine Rai, José Mourinho che lavora gratis. Sono molte le notizie surreali che avrebbero potuto colorare questa torrida primavera, ma è toccato a una ragazzina e ai suoi bizzarri rapporti col presidente del Consiglio.Bizzari: ecco la parola. Potete essere di destra o di sinistra, atei e cattolici, giovani o meno giovani, ma sarete d'accordo: se uno sceneggiatore avesse scritto un film con quella trama, gli avrebbero detto "Ragazzo, hai bevuto?". Invece è accaduto. Noemi, le feste, il papi, i genitori, le smentite, i fidanzati che compaiono e scompaiono. I marziani guardano giù dicendo: "E quelli strani saremmo noi?".
Quattro punti ovvii, per ridurre i litigi e provare a ragionare.

Il primo: la frequentazione tra un settantenne e una diciassettenne - al di là del ruolo di lui - è insolita. La famiglia Letizia non sembra stupita, decine di milioni d'italiani sì. Una spiegazione plausibile ancora non l'hanno avuta. Se tanti lavorano di fantasia, a Palazzo Chigi non possono stupirsi.

Ovvietà numero due. Alcune affermazioni del protagonista sono state smentite. "L'ho sempre vista coi genitori": poi Noemi - ma cosa s'è fatta? era così carina! - salta fuori alla festa del Milan, sbuca al galà della moda, compare in Sardegna. Per cose del genere, nelle altre democrazie, i potenti saltano come tappi di spumante. Noi siamo più elastici - succubi, rassegnati, distratti, disinformati: scegliete voi l'aggettivo - ma un leader politico, perfino qui, dev'essere credibile.

Ovvietà numero tre. Le abitudini e le frequentazioni di Silvio B. riguardano solo Veronica L. (che peraltro s'è già espressa con vigore sul tema)? Be', fino a un certo punto. Il Presidente del Consiglio guida una coalizione di governo che organizza il Family Day, mica il Toga Party o il concorso Miss Maglietta Bagnata. Michele Brambilla - vicedirettore del "Giornale", bravo collega e uomo perbene - spiega che, per il mondo cattolico, contano le azioni politiche, non i comportamenti coerenti. Io dico: mah!

Ovvietà numero quattro. L'opposizione, in tutte le democrazie, cerca i punti deboli dell'avversario, soprattutto alla vigilia delle elezioni. Dov'è lo scandalo, qual è la novità? Se Piersilvio s'indigna, non ha idea di cosa avrebbe passato suo padre in America, in Germania o in Gran Bretagna (dov'è inconcepibile che i capi di governo possiedano televisioni). Non solo in questi giorni: negli ultimi quindici anni.

Bene: quattro cose ovvie, in attesa di sviluppi. Intanto s'è insediato quietamente il governo Letta. Qualcuno che coordini ci vuole. C'è da lavorare, e il Capo è altrove.

[Dal Corriere della Sera del 28 maggio 2009]

venerdì 22 maggio 2009

Vorrei essere tua madre

Ogni volta che ascolto questa canzone, mi vengono i brividi. Poesia pura.

Per amarti senza amare prima me
vorrei essere tua madre...
Per vedere anche quello che non c'è
con la forza di una fede.

Per entrare insieme
nel poema del silenzio
dove tu sei tutto quello che sento.

...

Vorrei essere tua madre
per guardarti senza voglia,
per amarti d'altro amore
e abitare la tua stanza
senza mai spostare niente,
senza mai fare rumore:
prepararti il pranzo
quando torni e non mi guardi,
ma riempire tutti i tuoi ricordi.

...

Vorrei essere tua madre anche per questo,
e mille e mille altre ragioni:
ti avrei visto molto prima, molto presto,
e avrei scritto più canzoni.
Forse ti avrei messo in testa qualche dubbio in più,
cosa che non hai mai fatto tu...
Forse ti avrei fatto pure piangere di più,

ma non hai scherzato neanche tu...

[R. Vecchioni]

mercoledì 20 maggio 2009

Gettone - d'assenza

E' successo. Lo temevo ed e' successo: la mia fida lavatrice, amica di uno e piu' cestelli quotidiani, mi ha lasciata a piedi. Anzi: con un sacco di biancheria non centrifugata fra le mani. Disperazione, parolacce, calci, lacrime non sono serviti a muovere a pieta' ne' la suddetta lavatrice, testardamente priva di centrifuga e risucchio d'acqua, ne' Gian - che credo nemmeno sappia dove stia di casa, in casa nostra, la lavatrice. Sempre perche' le Pari Opportunita' sono un bel concetto. Astratto, ma bello.

Comunque, il cesto della biancheria sporca non si poteva vedere, tanto era pieno, e nel week-end arriveranno i suoceri: mica posso farmi trovare come una sprovveduta massaia qualunque da Andreina, la Regina della Lavatrice, a detta dei figli (ma anche mia). Cosi stasera ho affrontato un'esperienza per me nuova: la lavanderia a gettoni. Giusto per non farmi trovare impreparata (detesto l'approssimazione), ci ero passata stamane sulla via del lavoro, tanto per capire se ci fosse qualche formula magica da sapere a memoria. No, solo il gettone.

Perfetto. Resto li, mezz'ora si lava, mezz'ora si asciuga. Mio detersivo portato da casa (faccia divertita della signora che gestisce il tutto "Ma questo e' concentratissimo...si sente nell'aria a giorni di distanza..." Infatti: pulisce e profuma. E' l'obiettivo, mi pare, di tutto sto embaradan!)

Comunque, la lavanderia a gettoni e' un microcosmo fantastico. Una comunita' a parte. Noi, senza lavatrice-o con lavatrice rotta. Ci si aiuta. Si legge, nell'attesa. Si commentano le notizie. Si lascia la vigilanza della lavatrice alla vicina, mentre ci si affretta al supermercato di fronte a fare la spesa. Si entra in confidenza: quando qualcuno vede girare nel mio cestello delle mutandine rosa con scritto LOVE, certo che possiamo parlare di tutto. Un ragazzo mi ha persino chiesto cosa fosse quel sacchetto a rete tra i miei panni nell'oblo'. Ormai priva di imbarazzo, gli ho spiegato che conteneva i miei reggiseni: evito cosi' di perdere il ferretto nella lavatrice; nel caso, lo ritrovo nel sacchetto. Era piacevolmente colpito. Son soddisfazioni, poter ancora stupire, al giorno d'oggi.



Tornata a casa, dopo rapida consulenza di Lucy, ho deciso che dovevo mettermi al lavoro io, che se aspetto Gian, mi assumono pure nella lavanderia a gettone, per assiduita'.

Cosi' ho scaricato l'acqua e ho pulito il filtro. Nulla di difficile, solo che una non saprebbe nemmeno da che parte iniziare. E adesso sento il cestello che gira, in corridoio (la mia lavatrice e' nascosta in un minisgabuzzino da quelle parti - e si', sto lavando le salviette usate per assorbire l'acqua scaricata) ed e' musica per le mie orecchie. E in piu' ho imparato qualcosa che non dimentichero' piu' per tutta la vita. E per una volta non e' una poesia. E' pulire il filtro. Almeno serve. :)

lunedì 18 maggio 2009

Soup

Lo so che di questi tempi in Italia la pausa pranzo e' costellata di insalate e macedonie. Il caldo toglie l'appetito e l'estate ispira cibi sani e leggeri.

Qui, a Londra, e' tutta un'altra storia.
La pausa pranzo ha cominciato a diventare un incubo gia' dopo 15 giorni che lavoravo. O meglio: diciamo che la pausa non c'e', e' il pranzo che diventa difficoltoso. In genere, si acquistano sandwich (classici tramezzini pancarre' e qualsiasi cosa vi possa succedere di pensare come inabbinabile, culinariamente) al supermercato, dal panettiere, ma anche in farmacia, e li si mangia alla scrivania, continuando a lavorare. Dopo 15 giorni di sandwich, dicevo, non ne potevo piu'.



Ho cercato di variare con sushi, talvolta con del riso bianco che mi portavo da casa, fino a che, illuminazione, ho scoperto le zuppe. Anche qui, la scelta, anche per i piu' azzardati, e' limitata. Mi sta bene la zuppa al pomodoro, ma se ci aggiungi pure la panna e dei pezzi di pollo e la condisci col coriandolo (l'odiatissimo coriandolo che qui usano per qualsiasi cosa), beh, magari non e' di mio gradimento. Le mie preferenze vanno per spinaci e noce moscata, piselli e menta (meglio di quanto sembri), broccoli e stilton. Questo a pranzo. La sera, io e Gian, costretti a cenare sempre dopo le 10 pm, causa orari di lui, siamo drogati di zuppa ai funghi. Diventa quasi una dipendenza da cui non riusciamo a liberarci.



Corsia del supermercato, ieri pomeriggio ore 5. Reparto zuppe. Gian si informa sullo stato della dispensa. Sono certa di averne comprate un paio di confezioni, di zuppa ai funghi, quindi per un paio di sere siamo ok.

Ne butta nel carrello un'altra. E aggiunge "Al limite vai a fare il rattoppo al supermercato in settimana."

Al limite??? Calcolando che venerdi e sabato raramente ceniamo in casa, direi che stiamo diventando monoalimento. Adoro i funghi, ma fra un po' ci dimenticheremo i tratti fondamentali della masticazione. Urge integrazione con cibo solido. Da questa settimana, promesso, comincia lo svezzamento da zuppa.

martedì 12 maggio 2009

Piegaciglia

Alla fine l'ho comprato. Dopo averne scoperto l'esistenza solo qualche anno fa, credevo che fosse un aggeggio dei tempi andati, quando il mascara era quello che era, e dunque avere un piegaciglia era di dovere per ogni donna che si rispetti.


Non ne avevo mai usato uno, e nessuna delle mie amiche, credo (per quanto, a frivolezze, potremmo mettere in scena "Brembio and the City"). Magari adesso mi smentiranno, rivelandomi che me l'avevano sempre tenuto nascosto. Tant'e'.

Arrivata a Londra, non ho potuto fare a meno di notare che le ragazze, in metropolitana, verso il lavoro, si schiacciano le ciglia in questo aggeggio e stanno li, decine e decine di secondi, piegandole con una maestria che mi lascia sempre rapita.

E allora l'ho preso. Sono una persona aperta alle innovazioni, desiderosa di apprendere cose che non so e...ok, anche un po' frivola. Mica e' grave. Ieri sono entrata in farmacia (ma si sa che Boots non e' solo farmacia, ci compro anche il pranzo, a volte) e ho acquistato il mio primo piegaciglia. A 34 anni.

Stamane, prima del trucco, l'ho provato. Mica e' facile. Per essere certa che infili le ciglia nella "pressa", devi tenere gli occhi aperti, ma quando impercettibilmente ti viene da chiuderli, ecco che il rischio e' di strapparsi le ciglia. E avendo anche gli occhi un p' infossati, rischio anche di schiacciarmeli ulteriormente in dentro. Il senso generale, durante queste operazioni, e' di nausea. Stamane credevo di vomitare. Avendo fatto il tutto quasi di nascosto, davanti alla specchiera in camera mentre Gian era in bagno, credevo di non essere sottoposta al pubblico ludibrio. E invece Gian e' uscito prima del dovuto, vedendomi con gli occhi innaturalmente spalancati e un conato di vomito che cercavo di nascondere. Ha guardato l'aggeggio che tenevo in mano e ha detto: "Ah, ne ho viste tante di ragazze con sto coso...ma a cosa serve?" Li per li ho temuto che volesse provarlo. Fortunatamente la mia spiegazione sommaria, e la nausea che non riuscivo a dissimulare, sono bastati.

Sono certa che bastera' un po' di esercizio, e fra un po' vedrete anche me usare il piegaciglia in metropolitana, tra Sloane Square e Temple:) (che notoriamente e' il tempo giusto perche' le ciglia prendano la piega desiderata).

domenica 10 maggio 2009

Re-innamorarsi di Mr Darcy


Avevo 13 anni, piu' o meno. Che e' un'eta' meravigliosa, per chi come me ha sempre amato leggere e si avvicina, per la prima volta, ai grandi classici che rappresentano una sorta di prima educazione sentimentale. Orgoglio e Pregiudizio doveva essere uno dei libri di mia madre...mi sembra ancora di sentire l'odore delle pagine ingiallite, la copertina con una dama vestita d'azzurro e un uomo accanto...Insomma, fu attraverso quelle pagine che feci la conoscenza di Mr Darcy, ombroso, apparentemente anaffettivo, avaro di parole e dominante. E me ne innamorai. Forse perche' Elizabeth Bennet ero io, amante dei libri, cosi insofferente (e incapace di adeguarsi) agli atteggiamenti di facciata, allegra e giocosa. Identificarsi con lei, e innamorarsi di lui, e' stata una sola cosa.

Poi gli anni passano, e quell'incontro di fantasia resta sepolto nella tua memoria. Fino a che, alle 2 di un sabato notte in cui di dormire non se ne parla, non trovi nella tua videoteca (propriamente, del fidanzato, ma sono sottigliezze...) il film. Pride and Prejudice. In inglese. Hai un vago ricordo della storia, ti sembra che possa conciliarti il sonno. E schiacci PLAY. Ed e' li' che tutto succede di nuovo, a 21 anni di distanza, ed esperienze, e kilometri macinati, e persone incontrate. Ed e' li' che, complice un attore non bellissimo, ma misterioso, e sufficientemente scontroso da rendersi odioso per la prima meta' del film, e assolutamente desiderabile per la restante meta'; complice, dicevo, anche una memoria che ripesca le sensazioni di oltre 20 anni prima, un storia che e' il prototipo di tutte le storie d'amore che si rispettino, in barba al femminismo che ci ha insegnato che uomini comprensivi sensibili comunicativi esistono; complice, infine, una timidezza/ritrosia nel personaggio che mi e' parsa un'aggiunta vincente al prototipo...beh, e' li' che mi sono innamorata di nuovo di Mr Darcy. Sussultando ogni volta che compariva, impacciato e severo, di fronte alla meravigliosamente sfrontata Elizabeth; piangendo con lei per l'improvviso autorivelato sentimento d'amore, dopo averci litigato per piu' di meta' film; sospirando quando finalmente, nella scena finale, i due si ritrovano alle 4 di mattina a passeggiare per la campagna perche' insonni, e lui si ridichiara, dicendosi stregato e rapito da lei.

Nel frattempo si erano fatte le 4 anche per me. Raggiungo Gian a letto e gli dico "Mi sono di nuovo innamorata di Mr Darcy, Gian..." Lui, senza sapere se si trattasse del nuovo vicino di casa, di un collega o, come era in realta', di un personaggio di fantasia, ha mugugnato "Mmm...brava..."

Ombroso, apparentemente anaffettivo, avaro di parole e dominante. Alla fine io il mio Mr Darcy l'ho trovato, tale e quale.


venerdì 8 maggio 2009

SuperMalliINTERNATIONALevoluzione+dettaanchecoltellodallapartedelmanico

...che e' uno dei primi soprannomi che Gian mi ha dato...da non usare quando si ha fretta, per dire...


Cmq, mi interessava in questo post ringraziare chiunque legga i miei sproloqui, ma soprattutto chiunque faccia aggiungere un paese straniero nella schiera delle provenienze dei lettori, da me visionabile in un sistema di report connesso al blog.

Ora, che fossi letta dall'Italia, e' banale. Che lo fossi dalla Francia, pure (ciao agli amici di Saint Christo). La Gran Bretagna va da se': io mi collego per scrivere, Gian talvolta e' COSTRETTO a leggere (non che ci vada di sua sponte, sul mio blog).

Beh, grazio a mio fratello che mi ha permesso di annoverare, fra le provenienze, la Norvegia!

Grande Lele. Sempre piu' International!


giovedì 7 maggio 2009

Botte da...orbing!

Sono i colpi che ci siamo beccati in questo week-end a Brighton: convinti di andare anche a riscuotere il voucher "adrenalinico", mio regalo di Natale per Gian, abbiamo deciso che tra le attivita' acquistabili, l'orbing faceva al caso nostro. Nulla di che, in apparenza: si sale su una collina, ci si introduce, a mo' di salto nel cerchio di fuoco (ovviamente la Malli non ha mica centrato il buco, al primo colpo, e ha dovuto riprendere la rincorsa e ritentare, con grandi risate degli astanti), in un pallone di plastica dal diametro di 3 metri circa. All'interno si sta in due, faccia a faccia, legati da cinture varie, e una volta che si e' in postazione, 2/3 ragazzotti fanno rotolare la palla giu' dal pendio della collina. Risultato? Primi 5 secondi di tentato vomito per Gian, qualche scena in panico totale della Malli, tante urla a non finire, e quando la palla rallenta, ormai arrivata a valle, e' anche peggio: sembra di essere presi a pugni da un branco di tifosi inferociti...botte su botte, senza sosta...

Gian, non pago dei due giri "a secco" con me, ne ha fatto anche uno "in umido", in un pallone con dell'acqua fredda dentro. Insomma, effetto lavatrice fatto e finito. Di questo splendido week-end abbiamo qualche foto del prima e dopo...le botte da orbing!Preparazione della Malli...
Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola...
Gian nella palla...si si, se guardate bene, si vede che e' lui!

Evidentemente la Malli qualche colpo l'ha preso...


...e poi la sera crolla con il sonno del piu' innocente tra i bambini...ronf...

mercoledì 6 maggio 2009

Kefir

Dopo un inverno fisicamente provante (lungo lungo lungo), col calo di energie dato dal cambio di stagione, la swine flu che imperversa e potrebbe diventare epidemia (unico consiglio dei medici inglesi: lavatemi spesso le mani...bah!), una passione per tutto cio' che "forse potrebbe fare bene", ereditata da mio padre...beh, ho deciso che dovevamo correre ai ripari in maniera naturale. Dato che il quotidiano Actimel non bastava, e che trovare fermenti lattici a Londra e' come trovare un ago in un pagliaio, la cara Helen ci ha regalato delle bustine di Kefir. Si tratta di un polisaccaride che ospita colonie di batteri e lieviti in associazione simbiotica. Detto cosi' fa un po' impressione, in realta', con l'aggiunta di latte e 24/48 ore di fermentazione a temperatura ambiente, il kefir diventa una bevanda ad alto contenuto probiotico, che mette a posto l'intestino e fa un sacco di cose positive (il kefir sta allo yogurt come lo champagne al vino, si usa dire), alcune addirittura leggendarie. Si dice anche che sia alla base dell'alto grado di longevita' delle popolazioni caucasiche. Nel dubbio, si trangugia.




Ora, il mio frigorifero, gia pieno di insalata (Gian-detto-la-capra) e broccoli (ma mi stanno venendo in odio, fra un po' smetto), crumpets e vasetti di pesto, e' riuscito a fare spazio alla brocca di kefir. Per ora. Ma dato che Gian non sembra convinto dall'aspetto "rancido" (cosi l'ha definito stamane alle 6.30 locali...magari era solo assonnato), i casi sono due: o mi sciroppo da sola litri e litri di kefir, oppure lascio che i batteri continuino a fermentare in un processo che ci vedra', prima o poi, sommersi da un liquido lattiginoso probiotico.

Ci aspettano settimane pesanti, a me e al mio intestino!

venerdì 1 maggio 2009

Bank holiday e dintorni

E' il primo "Primomaggio" che lavoro. Non che qui non si festeggi. Si recupera. Tramite i bank holiday. Lunedi messi qua e la' durante l'anno che vanno ad allungare il we. Dunque oggi in ufficio, ma lunedi no.


Londra si svuota, come sempre. In ufficio, sul mio piano, siamo attualmente in 5. Credo che nell'altro department non superino le 7 unita'. Silenzio, tastiere ticchettanti, telefoni muti. E' riposante, ogni tanto.


I programmi per questo week-end sono in progress...il tempo sara', si presume, clemente, dunque le idee si alternano tra tre giorni a Londra per parchi (pic nic, musei, passeggiate, mercati e serate danzanti) o una gita fuori porta di un paio di giorni a Brighton, per il Brighton Festival, con tanto di attivita' adrenalinica inclusa, l'orbing (in pratica si tratta di farsi inserire in palloni di lattice gonfiati ad arte con un diametro di 2 metri e rotti, e poi rotolare giu' dalle colline fuori Brighton...can't wait! Non vedo l'ora!)


Vedremo...come sempre a dettare il ritmo delle nostre scelte sara' l'istinto! L'importante e' che si caschi in piedi...o si rotoli, tutt'al piu'! (Lucy, non t'ansiare, staremo attenti!)