giovedì 15 dicembre 2011

Goodbye, Covent Garden!

Ultimo giorno negli uffici Expedia di Covent Garden.

Domani una giornata di lavoro da casa per tutti noi, e da lunedi nei nostri nuovi, meravigliosi uffici di Angel (http://www.angelbuilding.com/)

Siamo tutti impazienti: i nuovi uffici sono quanto di piu' moderno, innovativo, colorato possiamo aspettarci. Si passa da 20 a 60 conference rooms, abbiamo un terrazzo enorme dove potremo anche lavorare, quando fara' bello (quei 3 giorni all'anno).



E pero'...per 2 anni e mezzo questi uffici di Covent Garden sono stati la mia casa. Soprattutto quando la casa vera la stavo cambiando e avevo bisogno di punti di riferimento.

Avevo le foto dei miei meravigliosi nipoti e delle loro stupende evoluzioni sul pannello di fronte a me. Avevo la bottiglia di aceto, la senape, il dolcificante liquido e la crusca d'avena che mi sono valsi 14 chili in meno su un angolo della mia megascrivania.



Qui dentro ho visto il mio team cambiare, crescere. Ho riso tanto, almeno una volta al giorno. Mi sono stressata oltre misura, e ho pianto un paio di volte (ma solo perche' ho visto colleghe andarsene).



Sotto la mia scrivania ho accumulato ombrelli e scarpe, e nel cassetto profumi e creme.



Qui dentro sono cresciuta. Ho raggiunto risultati che non credevo possibili, e lontani anni luce dalla mia vita precedente. Mi sono spinta oltre quello che credevo potessi fare, e ho scoperto che invece potevo farlo, e pure bene.



Mi mancheranno questi uffici. Porto con me le persone, i quadri che amiamo, gli orologi che segnano le ore dei nostri uffici in giro per il mondo, e le foto dei miei cuccioli adorati che mi faranno compagnia anche nel nuovo ufficio. Portiamo con noi il nostro essere una squadra forte e affiatata, e le nostre risate improvvise.



Ma si sa, che io mi affeziono anche ai luoghi, e dunque oggi sono nostalgica e un po' triste.



Ciao, uffici di Covent Garden! Le persone di Facebook si siederanno ai nostri posti, ma diciamocelo, che per queste mura non sara' affatto la stessa cosa!





mercoledì 7 dicembre 2011

Natale (senza albero di)

Sto con uno che non ama il Natale. Che soffre la corsa ai regali. Che detesta le decorazioni.
Non che odi questo periodo dell'anno: Gian proprio non lo capisce. Non vede perche' io debba arrivare a casa carica di pacchetti, debba fare pensieri persino al collega in ufficio. Non capisce soprattutto perche' debba inondare la casa di musiche natalizie (I Cavalieri del Re - che natale sarebbe senza "la mia mamma mi ha comprato l'albero, oggi stesso lo preparero'..."?) e ogni anno voglia mettere decorazioni. Cosa che non si verifica mai.

Tenetevi forte e non commuovetevi per quello che sto per dire: io non ho un albero di Natale a casa mia. Ne avevo uno, comprato da Gian stesso ad un evento di beneficenza. Era piu' beneficenza a colui che si e' liberato dell'albero, pero'. Perche' era talmente brutto che col trasloco io stessa ho voluto liberarmene.
Lo scorso anno siamo tornati in Italia per Natale, dunque "Cosa vuoi fare l'albero che tanto lo fai, partiamo e poi quando torniamo devi pure disfarlo?"
Quest'anno, stessa scena.
Solo che a Natale saremo a Londra. E quindi mi fa tristezza stare senza albero. Ne ho comprato uno di legno da Muji. Superstilizzato. Ma almeno complementa le candele e il cuore rosso di campanelli alla porta. E fa un mezzo natale stiracchiato.

L'amica Fosca queste cose le sa. E dunque oggi mi manda la foto che pubblico di seguito. Col mio albero di natale dei sogni.


Col messaggio seguente: "E' simile a quello visto stamattina, le decorazioni sono differenti perche' quelle che ho visto erano interamente swarovski.... immaginalo vicino alla tua tua porta-finestra, canti natalizi, la neve che scende... e Gian che lo minaccia con la mazza da golf :) "

Grazie Fosca, hai reso l'idea. E hai colto nel segno. Questo albero bellissimo restera' solo nei miei sogni.

giovedì 1 dicembre 2011

E poi (riferito al post precedente)

E poi un mattino ti alzi, presto come al solito. Dopo una doccia e il solito rito (parrucco/trucco/vestiario), ti siedi sul divano a bere caffe' mentre guardi le mail della notte (si', lavorare per una societa' americana che ha gli uffici a 8 ore di distanza da te fa fare anche questo). Nella tua casa bianca che piu' bianca non si puo'. Con Gian che ancora dorme, che si sa che i vostru bioritmi non saranno mai allineati. E le macchine che cominciano a passare, fuori dalla finestra. E allora ti assale quella sensazione di casa. Magari non casa come "casa-per-sempre"; non casa come "li'-mi-devono-prendere-indietro-per-forza" (che e' la cosa piu' meravigliosa che ci sia al mondo). Non casa come "arrivata-a-casa". Ma casa dove ti senti bene. Protetta. Casa che ti sei costruita (beh, molta di questa casa sono idee di Gian, ma le notti insonni sui progetti le ho condivise anche io, magari addormentandomi sull'angolo del tavolo). Casa che "finalmente-sta-giornata-e'-finita". Casa che "finalmente-e'-venerdi'-e-domani-sto-a-casa". Ecco, quella sensazione bella e rassicurante di avere un posto dove finire e cominciare le tue gionate.
E allora no, che non e' poi male. Anche se nessuno apre la porta per fartici entrare ma ci devi entrare di tuo.
Buon venerdi', mondo.