lunedì 31 dicembre 2012

Forte

Credo che ogni anno sia un pezzo del nostro percorso che ci aiuta a diventare la persona che dobbiamo essere. E questo 2012 mi ha dimostrato chiaramente quanto posso essere forte, senza che nemmeno lo sapessi, senza che nemmeno lo sospettassi, io che fra tutti i miei tratti non annoveravo certo la forza. Perche' non ho paura di farmi vedere fragile, perche' non ho mai fatto imprese straordinarie e dunque non ho mai pensato a me stessa come forte, come coraggiosa.
Eppure quest'anno l'ho vista chiaramente in me, la forza che ti serve per accettare di lasciare andare una persona che ami e che arriva alla fine del suo percorso. Qualcosa che mettevo fra i miei incubi peggiori, per quanto parte dell'evoluzione naturale della vita. Perdere mia nonna e' stato perdere una parte enorme di me stessa, e il fatto di essere riuscita a trovare un equilibrio, pur nel dolore, mi ha reso molto piu' solida, piu' dura anche, ma in modo positivo.
E anche le scelte di vita che ho dovuto fare in questo 2012, dove la forza e' derivata dalla chiarezza di cio' che mi rende felice, di cio' che voglio per me, e per la mia famiglia. Rinunciando a un percorso e intraprendendone un altro. Perche' restare, a volte, richiede piu' coraggio che partire. E io quel coraggio l'avevo, e non lo sapevo.
E poi la forza che la gravidanza ti da', l'andare attraverso dubbi, paure e disagi. E vedere nascere la mia Nina, attraverso un travaglio che non avrei immaginato cosi' terribile, eppure accoglierla col migliore dei sorrisi. E guardandomi indietro, rendermi conto che li', davvero, ho dato fondo a tutte le risorse che avevo, li' davvero ho dimostrato a me stessa quello che potevo fare. Lasciandomi di stucco, perche' non pensi di potere davvero sopportare quello che poi riesci. Li', davvero, sono stata forte, e non posso evitare di pensarci con un po' di egoistico orgoglio.
E vivere questa nuova avventura che e' meravigliosa ma anche cosi' esigente. Sentire la responsabilita' di quest'esserino che imparo a conoscere e ad amare in maniera smisurata, con la forza che un tale compito - crescerla - richiede...
Ciao, terribile e meraviglioso 2012. Anno intenso, denso e colmo di vita. Che Malli diversa ti ha accolto, che Malli profondamente cambiata ti lasci alle spalle.
E per il 2013, magari qualcosa di meno intenso, eh? Come diceva Gianni Rodari, "dammi una faccia allegra solamente"...

domenica 23 dicembre 2012

Assenze e presenze

Al mio primo Natale senza di te, e al mio primo Natale con lei.
Sapendo che la vita, in modo imperscrutabile ma cosi' perfetto, se ci si pensa, bilancia sempre quello che prende e quello che da'. Anche se non sembra.

Manchi sempre, nonna. Anche a oltre 10 mesi di distanza, non riesco a pensare a te senza stringere i denti sentendo una fitta al cuore e un vuoto sordo giu' nello stomaco.
Manchi sempre, anche, soprattutto ora: in questa gioia ovattata, fatta di stanchezza e di sorrisi, di incredulita' e di miracoli quotidiani, del profumo di lei e della sua bellezza perfetta.
Manchi anche per lei, che non potra' conoscerti, che non potrai conoscere, e che avresti amato cosi' tanto.

Buon Natale, ovunque tu sia, Nen.
E sappi che la tradizione di Santo Stefano continua - perche' e' un po' il nostro modo di essere famiglia, e anche un po' il nostro modo di ricordarti.

venerdì 21 dicembre 2012

Crescere

Mi trovo a dire che, caspita, Nina venerdi prossimo fa 1 mese. Ed e' volato.
Gian mi guarda e mi dice che a lui sembra sia con noi da 5 anni! E' la relativita' del tempo con lei, della nostra interazione.
E' bellissimo e durissimo a tratti, e' la cosa piu' difficile che abbia mai dovuto affrontare nella vita, e anche la piu' incredibilmente speciale.
Si', sa di biscotto e panna montata come i miei nipoti. E i suoi occhi aprono profondita' mai viste. E la sua bocca e' un cuore perfetto. E le sue mani stringono avidamente le mie nel suo bisogno di contatto costante.
Sono esausta, stanchissima, dolorante, e un suo sorriso mi rende la persona piu' felice del mondo.
Ti dicono che sara' cosi', quando sei incinta. Ti dicono che non potrai piu' farne a meno. E quando ti succede, e' incredibilmente piu' dura di quanto immaginassi, e piu' meraviglioso.

E il suo primo giorno di vita, racchiuso nelle foto qui sotto, sembra gia' qualcosa di cosi' lontano...




sabato 1 dicembre 2012

Coi tuoi occhi

Nina Skye Bergamaschi e' finalmente nata mercoledi' 28 novembre 2012 all'alba. Dopo 4 giorni di travaglio e mille peripezie che la sua mamma e il suo papa' hanno istantaneamente dimenticato non appena i loro occhi si sono posati su di lei.
Ancora presto per commenti, e tempo limitato per ogni altro racconto.
Solo qualche immagine per i tanti amici e la famiglia che dall'Italia hanno fatto letteralmente il tifo per noi. Abbiamo sentito forte la vostra preoccupazione e il vostro amore, e ve ne siamo grati.
Vedere la vita attraverso gli occhi di Nina avra' tutt'altro significato, d'ora in poi.

NOI 3


VERSO CASA 



CASA




NINA's SMILE 

domenica 11 novembre 2012

Eccoci, noi due

Con tutto lo spazio che occupiamo, le mie difficolta' a deambulare, il peso che sento ovunque, le lamentele, la stanchezza e l'attesa. Eccoci.

sabato 3 novembre 2012

Tra me e te

Ehi cucciola,
scusa se ultimamente ti faccio troppi discorsi da grande. Imparerai che sono logorroica, enfatica e emotiva. Quindi, tanto vale cominciare a fartelo capire da adesso.
Volevo dirti che per me sarebbe anche ora. Anche se mancano 3 settimane alle 40, tu da ieri sei una bimba "finita". Sei tutta a posto, con el tue cosine al posto giusto, mi dicono, e dunque poco male se vorrai anticipare i tempi (ma so che mi farai aspettare, invece...)
Ho amato averti dentro di me, sentirti muovere, interpretare i tuoi gesti stizziti, i tuoi calci ripetuti, i tuoi movimenti ritmici. Ma ora sono arrivata ad un punto dove vorrei tanto averti fuori. Perche' non mi vedo piu' i piedi. Perche' di dormire non se ne parla. Perche' bevo per 3 persone, e faccio pipi' per 6. Perche' ho una fame vorace, ma dopo 2 morsi sono sazia e ho livelli di acidita' che potrebbero corrodere l'intera Tour Eiffel.

Ho anche bisogno di guardarti in faccia, di annusarti, di dirti "Ciao, sono la tua mamma, e tu chi sei?"
E ho paura. Che qualcosa non vada per il verso giusto, che tu possa far fatica ad uscire di li', che tu tutto sommato nemmeno voglia.
E non lo posso dire al tuo papa', che non capisce perche' scoppi a piangere guardando una puntata della Signora in Giallo. O alla tua nonna, perche' la mia stanchezza e' il suo tallone d'Achille. O ad un'amica, perche' "Non essere sciocca" non aiuterebbe.
Cosi' lo dico a te. Perche' in questo viaggio siamo in 2, veramente, ancora per qualche settimana. Prima di darti al mondo, prima di condividerti con le persone che ti ameranno.
Tu comportati bene, vedi di lasciarmi il tempo che basta per organizzarmi ma non per annoiarmi. E non aver paura. Che per quello, ci sono gia' io.

E si', sono un po' stufa di aspettare. Ma comunque ti aspetto - non me ne vado da nessuna parte.

venerdì 19 ottobre 2012

Dimmi...

...che le notti che verranno saranno migliori delle notti dell'attesa. Non ci spero, ma dormire almeno un paio d'ore di fila sarebbe un regalo grandissimo.
Dimmi che avrai fiducia in noi, anche se saremo alle prime armi, incapaci e distratti.
Dimmi che ci perdonerai i momenti di ansia, nervosismo, stanchezza e saprai guardare oltre, all'amore immenso che rappresenti fin d'ora, al fatto che abbiamo scelto di averti, avendo altre opzioni nel nostro cammino. E dimmi che la nostra scelta ti fara' sempre tirare un sospiro di sollievo.
Dimmi che non saro' una di quelle mamme che ruotera' attorno a te. Che tornero' al mio lavoro, che avro' obiettivi altri oltre alla tua crescita e alla tua felicita', e che questo mi aiutera' a darti una direzione nella vita, ad insegnarti a prenderti quello che vorrai nel rispetto degli altri, ad avere sempre un sorriso in volto quando saremo assieme e a sentire la mancanza della tua pelle di biscotto e panna montata quando non ci saro'.
Dimmi che continuero' ad essere io, un individuo innanzitutto, e tua mamma sempre, per tutta la vita, ma senza che la mia vita sia fatta solo di te. Saremo felici entrambe di questo.
Dimmi, Bebetta meravigliosa, che anche tu non vedi l'ora di incontrarci, e che passerai le prossime 5 settimane in un'attesa beata (ti prego, non meno di 5, e nemmeno di piu'!)

Dimmi che mi perdonerai il tripudio di rosa che gia' gira per casa (prometto di indirizzarmi a breve su altre tinte), la famiglia chiassosa che ti ritroverai attorno, anche se a distanza, e l'amore che e' li' in attesa negli occhi e nelle parole di tutti, pronto solo ad essere riversato su di te, non appena arriverai. Aggiungiamo 2 cugini maschi parecchio combattivi ed energici che dovrai tenere a bada, un papa' che non lo sa ancora, ma si sciogliera' completamente alla vista dei tuoi sorrisi appena abbozzati, e tutta la musica e le storie fantastiche di cui riempiro' le tue giornate (e se sarai una tipa da numeri, mi spiacera' tanto per te :).
Dimmi che chiuderai un occhio quando ti renderai conto che il tuo inglese sara' incredibilmente migliore del nostro, e che mai nella vita, per nulla al mondo, dimenticherai l'italiano.

Noi ti aspettiamo. Con un sacco di idee, speranze, e l'apertura mentale che vogliamo avere per accoglierti cosi' come sarai, per non renderti diversa da te stessa, per aiutarti a trovare la tua strada, per farti vedere il mondo in viaggi meravigliosi, con il corpo e con la fantasia.
Noi ti aspettiamo. Anche se a volte non sembra. Anche se ne parliamo meno di quanto dovremmo. Anche se ci manca ancora un sacco di roba. Noi ti aspettiamo davvero. Anche se abbiamo paura a dircelo.

M: Gian, oggi sono 35.
G: 35 cosa?
M: Non anni, evidentemente...
G: Ma di cosa stai parlando?
M: Non stai misurando nulla, tu, di questi tempi? Non c'e' nessun conto alla rovescia in atto?
G: 35 giorni?
M: 35 settimane!!!
(Che poi sono 35 giorni che mancano...esattamente...ma il punto e' che ancora non e' il primo pensiero che balza alla mente nei nostri scambi...)

lunedì 1 ottobre 2012

E' cosi' che mi sento...


...una pancia che deambula. La faccia, quella non ha piu' importanza. Anche se lei, grazie al cielo, e' rimasta la stessa. Anche se il mio viso sprizza felicita' nonostante la stanchezza, come dicono i colleghi.

Il sonno arriva a ondate piene, e mai negli orari giusti. La fame si alterna a momenti (rari, lo riconosco) di nausea. Il piu' delle volte nausea da fame.
Al posto della merenda (o come supplemento alla stessa) pastiglie per il ferro (si', anche l'anemia ci e' toccata nonostante la Dukan pre-gravidanza) e pastiglie anti-acido.
Gli ormoni ricominciano a danzare e mi ritrovo a passare dall'euforia all'ansia nel giro di 3 minuti, con Gian che domanda "Ma non doveva essere cosi' solo il primo trimestre?" Evidentemente per me anche il terzo rappresenta una giostra emotiva.

Insomma, cerchiamo, io e Bebetta, di prepararci a conoscerci litigandoci lo spazio e le posizioni e facendo pace dopo qualche sfuriata o mia o sua.

Gian ci osserva e gia' sogghigna, pensando a come la sua presenza fara' da bilancia fra le due donne di casa sua.

Eppure no, non e' poi cosi' dura. Ce la si fa. Bisogna non perdere mai di vista il traguardo. Prendersi 5 minuti per raccogliere le idee quando tutto si fa confuso. Pensare che fra 8 settimane, giorno piu' giorno meno, non saremo solo io, la pancia e Gian, ma io, Gian e Bebetta. Un cambio di prospettiva che comunque vale qualche ansia, qualche notte insonne e un paio di lacrime di tanto in tanto.



venerdì 7 settembre 2012

Guardare avanti

Perche' c'e' casa, avanti. Nostra ufficialmente da ieri, e stanotte, matti come siamo, ci dormiamo gia' dentro, un po' come ci viene. Come due bambini troppo avidi di novita' per aspettare.
Perche' ci sono nuovi inizi, piu' avanti. Un lavoro. Nuove sfide.
Perche' c'e' Bebetta, avanti. E quel grande cambiamento che lei rappresenta, che un po' ci spaventa e un po' ci intenerisce gia'.
Perche' ci siamo sempre noi, avanti. Coi nostri sogni, il nostro incedere a testa bassa, con la grinta che ci contraddistingue e le nostre risate a rompere la tensione.

Guardare avanti perche' non sappiamo fare altro. Per scelta, cultura, educazione, e un po' per DNA.

Ma oggi, con tutti i nuovi inizi che abbiamo avanti, fammi dire che uno sguardo lo rivolgo anche indietro. A quei due ragazzini che un 7 settembre di 10 anni fa uscirono per la prima volta a raccontarsi la vita.
Ansiosi di conoscersi meglio, curiosi delle proprie diversita', sorpresi dalle comuni somiglianze. Se avessero guardato avanti, quei due ragazzini, piu' avanti di quanto non fossero abituati a fare, forse avrebbero visto tutto questo. Al di la' del tempo, della distanza, della vita che ci si e' messa di mezzo, forse si sarebbero visti a questo punto. E io, conoscendoli bene entrambi, dico che si sarebbero piaciuti.

"Forse le cose stanno esattamente così: quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi, i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli." (A.B.)

Che bello, Gian, ritrovarci qui.


martedì 21 agosto 2012

venerdì 3 agosto 2012

E poi davvero non ne parliamo piu'!


Ci sono decisioni che a molti sembrano facili come bere un bicchier d’acqua. Scontate quasi. Ci sono “si’” che non puoi non dire. Perche’ e’ quello che molti vedono come opportunita’ priviliegiata. Perche’ e’ quelo che tanti accoglierebbero come il risultato di un loro cammino lungo e non sempre facile.

E poi ci sei tu, e il tuo percorso che si dipana. E poi c’e’ la vita, che ti sorprende e rida’ forma alle tue priorita’.


4 anni fa ho vissuto un momento che racchiudo tutt’oggi fra i miei ricordi piu’ intensi e veri. 4 anni fa ho vissuto una campagna elettorale in cui ho creduto, spendendomi come sapevo e potevo, con le mie piccole risorse e il mio tempo limitato. Non ascoltando quelli che dicevano che ero li’ solo perche’ giovane e donna (anche, si’, probabilmente: qualcosa da non vivere come un limite ma come un arricchimento nuovo, un punto di vista che la politica sembrava, almeno a parole, voler prendere in considerazione finalmente). Io sapevo che ero li’ dopo un percorso lungo e fatto per passione ed ideali, senza pensare a risultati altri e alti. Un percorso che era partito dal mio Brembio, il paese che sempre restera’ casa e che sempre mi fa sentire, collettivamente, amata e rispettata, qualsiasi scelta io faccia nella vita. Un percorso che si era stabilizzato a livello provinciale. Avevo accolto il PD e la sua nascita con l’entusiasmo che un progetto simile meritava, e mi ero ritrovata candidata alla Camera. Avevo creduto all’entusiasmo di quella campagna elettorale, piu’ che alla mia elezione, a dire il vero. E quando questa non e’ arrivata, la mia vita gia’ stava prendendo direzioni diverse. Londra, e dopo 4 anni di pendolarismo, la scelta personale di trasferirmi, di trovare un lavoro, di vivere i miei affetti nella quotidianita’.


Cosi’ ho fatto, per 4 anni. Seguendo l’Italia sui giornali e nelle chiacchiere in famiglia. Tenendo quei 4 o 5 rapporti di amicizia che la politica mi aveva regalato, e che hanno resistito a dispetto della distanza. Facendomi trovare alla cassa della Festa democratica di Brembio ogni mese di luglio, come una boccata d’aria in una vita che mi stava proiettando altrove.


In questi 4 anni c’e’ stato di tutto: lavoro, tanto, e carriera; case; viaggi; incontri. C’e’ stata mancanza di casa ma anche la costruzione di una mia identita’ diversa. C’e’ stata una crescita. E la felicita’ che solo avere una direzione precisa nella vita ti fa provare.


Quando, poco piu’ di un mese fa, le dimissioni di Soro mi hanno automaticamente proiettata alla Camera, c’era anche qualcosa in piu’. Che non era solo la vita che mi ero costruita, e che non avrei voluto lasciare. Su quel punto avrei comunque riflettuto (e l’ho fatto, a tratti) perche’ sento sempre il peso della responsabilita’, delle aspettative, del fatto che ogni mia azione e decisione ha impatti e conseguenze.


Quando la comunicazione e’ arrivata, c’era anche una piccola bimba dentro di me. Di cui nessuno, se non io e il mio compagno, sapeva nulla.


E di fronte a questa bimba voluta e arrivata nel momento giusto della nostra vita, mi sento piu’ responsabile che nei confronti di chiunque altro. Voglio, potendolo fare, che cresca assieme a me e a suo padre. Voglio che mi abbia nella sua quotidianita’. Almeno ogni sera, dopo il lavoro, e ogni fine settimana. Voglio che impari da me che gli impegni presi tendenzialmente non si disattendono, ma che ci sono impegni prioritari rispetto ad altri e bisogna avere l’onesta’ di dirselo e di scegliere. Voglio che impari da noi valori e comportamenti, ideali e speranze. Voglio che impari da me che si’, il mondo si puo’ davvero cambiare, e che magari non lo faro’ seduta alla Camera, ma educando quotidianamente una bambina al rispetto, all’apertura mentale, all’accoglienza e all’onesta’. Voglio che non abbia paura di quello che pensa, di avere passioni e desideri. Che non si senta stupida se a volte avra’ paura delle proprie decisioni. Voglio che abbia la serenita’ di sapere che sara’ amata immensamente qualunque decisione prenda, come mi sono sentita io tutta la vita, e soprattutto nell’ultimo periodo. Voglio che sappia che la coerenza e’ un valore inestimabile soprattutto se e’ la coerenza con se’ stessa.


Ho fatto la mia scelta con la serenita’ che sempre mi accompagna. So che posso disattendere le speranze e le aspettative di alcune persone, ma so anche che la maggior parte sapra’ capire.


Credo ancora, fortemente, nel mio partito e in un percorso che va a tratti ricorretto, rivisto, ma non abbandonato.


E credo in me stessa, in quello che la vita mi sta dando e in quello che dalla vita quotidianamente mi prendo.


Sono onorata, immensamente, di avere avuto l’opportunita’ di diventare Deputata. Proprio perche’ credo che sia un ruolo che merita rispetto e dedizione, non credo di poter intepretare quel ruolo in maniera effettiva ad oggi.


E queste sono le prime e le ultime parole che spendo su questo blog rispetto a questa vicenda. Le critiche ho imparato ad incassarle e a farne tesoro (se solo fossero costruttive). Le cattiverie, mi scivolano addosso. Le parola e le persone belle, quelle c'erano prima nella mia vita e non se ne vanno, qualsiasi scelta io faccia.


Ci sono ben altre cose di cui discutere. Quello che fa la Malli non cambia. Sta solo cercando di farsi largo nel mondo dei grandi perche’ a breve ci sara’ una Mallina a cui rendere conto. E lei, lei si’, che meritera’ tutta la serenita’ e la felicita’ che saro’ capace di crearle attorno.

giovedì 19 luglio 2012

Mamme e donne incinte

Per intanto, un mega augurio alla mia mamma, alla mia Lucy e al suo compleanno oggi. Alla mamma e nonna meravigliosa che e' e che sara', e all'idea di maternita' serena e non problematica che ha saputo trasmettere alle donne che ha avuto vicine. E a lei pensavo stamane, leggendo un post che pubblico qui di seguito. Al fatto che essere incinta non dovrebbe stupire molti - non dovrebbe cambiare il modo in cui siamo percepite sul lavoro - non dovrebbe fare la differenza, e spesso la fa in peggio, diciamocelo francamente. Essere incinte e' una condizione naturale. E soprattutto, passa. Dando vita a qualcosa di meraviglioso ma riportandoci ad essere l'individuo che eravamo e continueremo ad essere. La donna (in carriera o meno), l'amica, l'amante, la compagna. Non solo la madre. Magari piu' complesse, piu' ricche, anche piu' stanche, e con un grande amore in piu' nella vita. Ma dobbiamo assolutamente ricordarci che passata quella fase, si torna alla vita come era. E si deve farlo con naturalezza e focus anche su di noi stesse. Datemi una tarellata in testa se dovessi impazzire improvvisamente, amiche in ascolto!

Da: http://meparlaredonna.gqitalia.it/2012/07/19/ma-anche-no-la-donna-incintaaaah/

Allora, arriva dall’Ammeriga la notizia che Marissa Mayer, la nuova capa di Yahoo!...è l’ex capa di Google, ed è una donna incinta. Il giornalismo italiano – quello che un uomo candidato a un incarico ha un nome e un cognome, e una donna è “una donna”, ché tanto una vale l’altra – non vedeva l’ora e imbastisce subito una serie di profili da craniate al muro per la vergogna: fra i quali spicca quello di Angelo Aquaro per Repubblica, in cui per dare l’idea del valore della persona se ne sottolineano l’eleganza, la biondezza e la donnezza, e si riesce a chiudere con l’insinuazione che tutto sommato due bottarelle all’inventore di Google potrebbe anche avergliele date.


Ma se pensate che gli italiani siano soli nell’esibire stupore/meraviglia/terrore/un filo di nervosismo/preoccupazione farlocca per la donna incinta che viene assunta, non fatelo. Gli americani sono messi poco meno peggio. Sono magari meno stupiti, nel senso che Marissa Mayer avevano idea di chi fosse anche prima che diventasse la Donna Incinta che Financo Dirige, ma non per questo meno perplessi dalla sua gravidanza.

A ogni latitudine o quasi, una donna che rimane incinta per sua volontà o per errore di calcolo è immediatamente soggetta all’attenzione generale, come se la gravidanza non fosse una roba che succede da millenni, che succede a ogni mammifero sul pianeta, che succede e stop. No. Se la donna già di suo è un po’ una che sul suo corpo ha un controllo abbastanza relativo, la donna che ha visto le due lineette sul test di gravidanza può essere sicura che non ci sarà un cane o un porco che si possa astenere dal fornire opinioni, dare raccomandazioni, manifestare preoccupazioni e tastare la panza come se il fatto di essere abitata le togliesse ogni collegamento dal corpo della sua proprietaria. Fra gli antiabortisti che ti vogliono madre a tutti i costi e pretendono di espropriarti l’utero al primo segno di moltiplicazione cellulare, quelli che la fecondazione assistita sì, ma solo se è un casino inaffrontabile fino a quelli che l’epidurale fa male al bambino e non dovresti camminare e non dovresti lavorare e non dovresti stare in piedi e non ti stancare e guarda che sei incinta e bada a cosa fai, tutti vogliono dire la loro.


È un po’ come se la donna incinta fosse un assoluto universale, quando ogni donna incinta è incinta a modo suo. C’è quella che vomita e quella che no. Quella che ingrassa e quella che no. Quella che sta malissimo e quella che sta benissimo. Quella che ha gli sbalzi d’umore e piange tutto il tempo e quella che va a fare le arrampicate finché la panza non le impedisce di vedere i ramponi. Ogni corpo è diverso, ogni donna è diversa, e ognuna – sentito il parere del medico, l’unico al quale vale la pena prestare attenzione – fa un po’ quello che le pare. Anche lavorare fino al nono mese, se le regge la pompa.


Il problema è che la maternità cambia la vita, ma cambia soprattutto la percezione che il mondo ha di te come essere umano. L’idea che una donna non sia donna se non ha figli, e che solo i figli ti possano rendere una persona migliore, dimostra di possedere una notevole resistenza; e quando una donna diventa madre, tutto il resto sembra dover passare in secondo piano. Da cui le pubblicità degli snack al cioccolato con atlete olimpiche pluripremiate e spaccaculi che mettono il loro spaccare i culi molto dietro al distribuire merendine nutrienti ai figli. Perché prima di tutto sono mamme.


Fa un po’ ridere che nel parlare di Marissa Mayer – una che ha fatto realizzare metà della roba che usate quando andate online, e almeno un prodotto che tutti, ma dico tutti, usiamo ogni giorno quasi senza pensarci, un prodotto che è diventato un verbo (be’, che c’è, non avete mai detto “gugolare”?), ci si debba concentrare sul fatto che per i prossimi tre mesi porterà un bambino in pancia, e che questo bambino in pancia debba sembrare a tutti molto più importante, serio e problematico del fatto che ha deciso di andare a dirigere una delle aziende più sfigate fra i colossi del panorama tecnologico mondiale. Fare un bambino mi sembra francamente una questione più affrontabile, rispetto all’idea di far rinascere Yahoo! dalle sue ceneri. È una donna incinta, fra tre mesi non lo sarà più: ripigliatevi.


giovedì 12 luglio 2012

Piani alti

L'inaspettata conversazione ai cosiddetti "piani alti", e sapere che ci sono accadimenti nella vita che cancellano tutto il resto, rivisitano e concordano priorita', e lasciano con una sola esclamazione possibile: "Che meraviglia!"

martedì 10 luglio 2012

Vita

Questo blog va un po' a rilento perche' succede la vita altrove, in altri spazi e in altri blog. Ed e' una vita fatta di quotidianita', gioie, paure ed attesa. Un po' come tutte le vite. Solo che stavolta e' talmente intensa dentro che non trovo parole adatte ad esprimerla. E cosi' il silenzio mi sembra una gran bella cosa. Ma e' un silenzio sereno, intenso, con un sorriso stampato in volto. Giusto perche' non venga scambiato per confusione, o problemi. E' un silenzio di nodi che si dipanano. E' un silenzio di segreti sussurrati. Di risate trattenute. Di braccia aperte. Di baci e carezze. Torneranno le parole, credo. Quando mi abituero' alla meraviglia. Se mai ci si abitua.

martedì 12 giugno 2012

Anche

Per la leggerezza con cui sai prendere un pomeriggio al parco giochi, spingendo un'altalena.
Per il tuo tenermi la mano, e non solo metaforicamente.
Per un sorriso nervoso e il resto della nostra vita li'.
Per le volte che mi aspetti per ore, tu che hai sempre fatto aspettare.
Per le cose che ti rattristano, e le cose che non ti pesano affatto.
Per casa nostra.
Per come mi sai capire, e amare di piu' nelle mie ore di buio profondo.
Anche per questo ti ho scelto. Perche' sapevo che tutto questo, prima o poi, sarebbe arrivato. E sarebbe valsa la pena, aspettarti.

giovedì 31 maggio 2012

Sembra ieri

che siamo entrati in questa casa, col nostro carico di mesi passati a progettare, immaginare, spostare, acquistare e pulire. Lo potete leggere qui: HOME
E dopo poco piu' di 2 anni, gia' ci troviamo ad andarcene (domattina).
Perche' la vita cambia e ti cambia. Cambiano le aspettative e i bisogni. E cambiano le priorita'.
Me ne vado con, incredibilmente, poca nostalgia, e non capisco nemmeno il perche'. In questa casa abbiamo passato tanti momenti sereni, alcuni di assoluta felicita'. Abbiamo affrontato momenti difficili a modo nostro - stringendoci di piu' e reagendo coi nostri caratteri diversi e combattivi a corrente alternata (oggi io, domani tu).
Sono certa che domattina un po' il cuore rallentera', e avro' il respiro irregolare all'idea di non entrare mai piu' in questa casa. Ma e' piu' per l'idea del "mai piu'" in se' che altro.
E in quest'anno difficile di "mai piu'" ben piu' importanti ne ho affrontati. E continuo ad affrontarli quotidianamente. Questo forse mi da' la serenita' di affrontare gli altri "mai piu'" della vita dando loro il peso che hanno. E' una casa, bella sicuramente, ma non e' "casa". Ce ne saranno altre, e ognuna diventera' un po' nostra poco alla volta.
E ovunque andremo, ci sara' sempre una casa-casa, come nella mia famiglia amiamo definirla: quel posto dove, quando torni, ti devono prendere indietro per forza. E sia io che Gian sappiamo benissimo dove si trova, casa nostra.

sabato 26 maggio 2012

Chissa' perche'

ci ostiniamo a mettere in scatoloni proprio una vita come la nostra, che scorre fluida e senza legami, senza argini. Lo facciamo, ostinatamente, ogni due o tre anni. Ho fatto con te due traslochi solo nei primi due anni in Italia. Sempione - Naviglio 1 e Naviglio 1-Naviglio 2. E poi tu sei venuto a Londra. Trasloco Milano-Londra, e poi dopo un mese, trasloco Hyde Park Nord-Hyde Park Sud (o qualsiasi punto cardinale seguissimo, ancora non mi e' chiaro). E poi li' sono passati 4 anni. 08/08/08: il mio trasloco Brembio-Londra. E dopo un mese Hyde Park Sud-Hyde Park Nord. E dopo 18 mesi Hyde Park Nord-Hyde Park Sud (ancora, potrebbe essere Est verso Ovest, ma tanto tu capisci). E ora, dopo 2 anni appena, da Londra Ovest a Londra Est (o almeno, questo e' il piano). Passando per casa di amici e famigliari fino a che la nostra non sara' pronta (leggi: rilasciata dietro lauto riscatto).
C'e' un qualcosa di mai definitivo nelle nostre scelte. Un rifuggire il persempre che ci fa correre a destra e a manca. Senza, bada bene, inseguire la felicita'. Quella la sappiamo riconoscere anche nella ritualita' delle nostre dinamiche sempre uguali, dei nostri momenti di noia anche, ma assieme. E' come se, spostandoci in continuazione, volessimo dimostrare a noi stessi, e l'uno all'altro, che siamo pronti al cambiamento sempre, che l'abbracciamo, che non ci spaventa, come non ci spaventa la fatica di rifare tutto da soli.
Che facendola, questa fatica, ci definiamo. Come individui, come coppia, come famiglia.

Non che manchino i momenti di sconforto. Ma ne sappiamo ridere se e' il caso, se sono troppo densi.
Mi piace pensare che questo continuo vagabondare rispecchi un po' le nostre anime, la nostra necessita' di rinnovarci. Il nostro tendere al meglio, sempre. Senza sederci. Senza tirare il fiato.
E che in qualche modo, nella nostra assenza di radici (piu' tua che mia, a dire il vero), stiamo cercando un posto che possa essere casa, nel senso piu' profondo del termine. O piu' casa di adesso, per lo meno. Per dare radici al futuro che verra'. Un posto a cui pensare con profondo struggimento, nel corso della vita, e dire: quella era casa mia. Li' sono stata/o immensamente felice. Sarebbe gia' un regalo meraviglioso. Non solo a noi due.

giovedì 17 maggio 2012

Notizie che non lo erano

Leggo il titolo "Dukan radiato dall'ordine dei medici". Mi viene un colpo. Ho perso peso, grazie a lui. Molto. Ritrovato la serenita' di mangiarmi una pasta (ok, di questi tempi 4 o 5 a settimana) senza sentirmi in colpa, perche' tanto ho "IL SEGRETO". E' una dieta dura, e non per tutti. L'ho sempre detto. Ma nemmeno Dukan lo nasconde. I miei esami post-Dukan erano perfetti. Insoma, prove psicologiche e scientifiche della bonta' della dieta in se'. Dell'efficacia. Se parliamo di perdere peso. Se invece parliamo di regime alimentare bilanciato e da tutti i giorni...beh, allora voi state parlando di qualcosa di diverso. Inutile continuare. Blog sbagliato, sorry.

Beh, mi accingo a leggere l'articolo, molto interessata e anche un po' preoccupata.
E la notizia era una non notizia.
Mi spiego. Dukan non e' stato radiato. Ha richiesto di essere espulso, escluso dall'ordine dei medici. Sua richiesta, accettata. E questa e' la prima grande differenza. Non ci sono basi scientifiche per le quali le sue affermazioni siano contrarie all'ordine dei medici e a quanto sostiene.
La parte successiva e' altrettanto interessante: perche' una richiesta simile? Che l'eccesso di proteine gli abbia dato al cervello? Probabile (ricordo ancora le prime notti proteiniche, insonni e adrenaliniche come le notti prima degli esami).
Pero', la realta'...meglio, il sospetto e' che la mossa mirasse ad evitare due procedimenti dello stesso ordine contro il dott. Dukan per (attenzione attenzione):

-mancanza di prudenza nelle affermazioni pubbliche (vogliamo eleggerlo nel nostro Parlamento?)
-autopromozione (cosi' poco di classe)
-violazione del codice deontologico per esercizio della professione medica ai fini commerciali (fosse il primo!)

Ora - mi state chiedendo di odiare il dott. Dukan perche' con la sua dieta ha fatto soldi, tanti, tantissimi soldi e non gli sono capitati addosso ma se gli e' cercati? Perche' ha condiviso le sue conoscenze con milioni di persone (a pagamento, certo - 12 euro e 99 centesimi per uno dei suoi libri, o simile, molto meno di quanto ti costi una visita da una dietologo - e parlo solo della prima di una lunga serie) e ha continuato a farlo per diventare famoso, ricco e sulla bocca di tutti? Massi, diciamo che e' una brutta persona, che forse non andra' in paradiso e che ce lo immaginavamo piu' buono e altruista.
Detto questo, per me resta sempre la piu' bella scoperta di anni di diete. E anche adesso che a dieta non sono (provate a cambiare casa, lavorare per 12 ore al giorno, vivere in una citta' in cui piove da due mesi ininterrottamente e ci sono 8 gradi a fine maggio...poi mi dite se riuscite a stare bellamente a dieta!), ho la serenita' che quando vorro', so come fare. Ho "Il Segreto".
Quindi, Dukan, non ti metteremo piu' il dott. davanti, ma resti pur sempre l'idolo incontrastato del mio 2011. Sappilo!

domenica 13 maggio 2012

Festa della mamma

Alle splendide mamme che incontro nel percorso della vita. Per quanto mi ispirano, colpiscono, a volte in netta contraddizione con la mia idea di maternita', a volte in assoluto allineamento.

Alla mamma di Gian, Andy, per quello che ha saputo inculcare in suo figlio, e per quello che proprio non ci e' entrato, in quella testa. Alla mamma fantastica e totalizzante che continua ad essere, nonostante non sempre suo figlio faccia qualcosa per meritarselo. Perche' essere mamma e', forse, soprattutto questo.

Alla mia nonna, e alla prima festa della mamma senza di lei. Perche', come sempre le dicevo, "essere nonna e' essere mamma due volte". Non c'e' giorno che passi senza che tu sia parte di un pensiero, una lacrima, un sorriso di gratitudine. Mai piu' nessuno sapra' amarmi con quel senso di assoluta gratuita' e mancanza di condizioni. Amore che veniva dal non dovermi piu' educare, dall'accettare le nostre distanze e non cercare di colmarle, come invece una mamma si sente di fare. Perderti a 86 anni, nello sviluppo naturale delle stagioni della vita, non toglie quel senso di mancanza sorda e profonda. Non toglie il dolore. Non toglie il sentirmi privata di uno dei sentimenti piu' grandi della mia vita. Auguri, Nen, ovunque tu sia.

E alla mia, di mamma. Alla mia Lucy. A quanto continui a fare parte della mia quotidianita'. A quanto continui a preoccuparsi, rassicurare, coccolare anche a distanza. A quanto tenga in mano le redini delle nostre vite nonostante il sistema di dispersione che 4 figli inevitabilmente mettono in atto, crescendo. Per quanto resti sempre il punto di riferimento per tutti noi, nipoti compresi. Per la nonna meravigliosa che e', e per quello che essere nonna significa per lei e per quel batuffolo di ciccia che e' Edo. Per le volte che bisticciamo, e per le volte che mi manca. Per il tempo che non potremo mai piu' riprenderci, e per tutte le ore meravigliose che ci riprenderemo presto, insieme. Promesso. Per i sorrisi che sapro' ancora strapparle e per le gioie grandi che condividera' con me.

Auguri a tutte voi. Oggi ed ogni altro giorno.

sabato 12 maggio 2012

Coraggio

Decidere, anche se tutto non e' come avrebbe dovuto essere, o avresti sognato che fosse, a questo punto.
Affrontare gli acciacchi (dell'eta'?) con ottimismo, sapendo che tutto andra' a posto.
Amare, smisuratamente, senza rete di sicurezza.
Mettere in stand-by alcune parti della tua vita. Credere che potrai riprendere da dove avevi lasciato.
Uscire senza calze solo perche' c'e' un tenue sole. Sapendo che in 20 minuti i tuoi piedi saranno gelati. E fregartene.
Piangere perche' ti va. Perche' la vita che c'e' dentro, col suo bello e il suo brutto, la sua gioia e la sua tristezza, ha bisogno di uscire, ogni tanto.
Sentire la mancanza come un buco nel tuo cuore. E non fare nulla per rammendarlo. Vivertela, la mancanza, cosi' com'e', come parte del tuo percorso.
Diventare grande, restare la bambina di sempre.
Accettare.
Accogliere.
Cercare il posto a cui appartieni. Uno nuovo, quanto meno.
Cambiare. Senza paura.
Avere paura, senza per questo cambiare.
Vivere oggi.

venerdì 4 maggio 2012

Dream

Sognarti. Con una naturalezza che mi pare strana.

Chiedermi come mai fossi ancora viva, ma senza lo stupore che un tale pensiero susciterebbe nella realta’ (solo un po’ di nervosismo con mia madre che non mi aveva avvisata, nel sogno. Povera mamma...)

Tu in camicia da notte, al cancello di casa tua, con le braccia piene di cibo. Carboidrati soprattutto. Pan bianco, biscotti. Chissa’ perche’, poi.

La tua richiesta di comprare altri biscotti, la mia promessa di farlo ma allo stesso tempo l’ansia che tu rientrassi in casa.

Le tue parole a meta’ tra la preoccupazione e il solito rimprovero per una tua sorella; la mia risata nascosta a proposito delle solite vostre dinamiche, che tu non avresti approvato.

Un abbraccio, poi un altro. Un paio di baci. La tua guancia e il tuo profumo.

Il mio “Vai nonna, non preoccuparti”.

La fine del sogno.


E il sentirti ancora vicina. Dopo 2 mesi e mezzo. Come se fosse ieri. Come se fosse oggi.
Come la buonanotte che ti do’ ad alta voce ogni sera, e tu che mi guardi dalla foto sul mio comodino.


Sapere che il tempo, per ora, non ha lenito proprio nulla.

giovedì 3 maggio 2012

In mancanza di tempo per un post mio...

...un meraviglioso pezzo di Selvaggia Lucarelli sul suo blog, a proposito della coppia Jolie-Pitt. Fa ridere, ma soprattutto, viene da dire: "Ma davvero!"

Qui bisogna che qualcuno lo dica. La vera notizia non è tanto il fatto che Brad e Angelina si sposano, ma quello che Pitt aveva dichiarato tempo fa ad un giornalista, ovvero: “Mi sposerò quando Clooney potrà sposare il suo fidanzato”...
Dopo sette anni. Una coppia normale, al fatidico settimo anno, chiede la mediazione dell’avvocato anche per decidere a chi spetti tenere il set da sei tazze Italia ’90, e loro si sposano. Anzi, annunciano il fidanzamento alla vecchia maniera, con tanto di diamante al dito della Jolie, come se dopo sette anni insieme, sei figli e 87 red carpet avvinghiati come cozze pelose, qualcuno potesse avere il sospetto che in realtà fossero solo buoni amici. Una roba di un vecchiume, quella dell’annuncio di fidanzamento, che perfino la regina Elisabetta, sfogliando il The sun, avrebbe commentato a corte: “How ancient ‘sti due!” (quanto so’ antichi ‘sti due!) E secondo me, proprio in quell’anello e nel contorno anacronistico della faccenda, c’è la chiave di tutto. E’ il coronamento di un sogno per Angelina e quello di un incubo per Brad. Sì, lo so che ora il maschio medio storcerà il naso. Se la Jolie è un incubo allora tutti a mangiare peperonata prima di andare a dormire. Lo so che Angelina è, nell’immaginario, neanche una bomba sexy, è l’arsenale atomico della seduzione. Ma parliamo, appunto, di immaginario.



Provate per un attimo a immaginarvela, la vita con una così. Brad Pitt ha preso la più grande fregatura della sua esistenza, ve lo dico io. Pensava di aver conquistato la ragazza interrotta e invece s’è ritrovato una sciura al cui confronto le signore milanesi che prendono il tè al Baglioni il sabato pomeriggio, sono Bestie di Satana, ve lo dico io. Partiamo dagli inizi. Lui la conosce nel 2005. Oltre ad avere quegli occhi e quella bocca, la Jolie ha, all’epoca, trent’anni, due divorzi alle spalle e la bellezza di due figli adottivi, uno cambogiano di quattro anni (Maddox) e una etiope di sei mesi (Zahara). Che lui adotta nel giro di un anno. Morale: in meno di 12 mesi Brad si ritrova dal cambiare tono delle meches ogni due settimane a cambiare pannolini ogni tre ore. E a scaldare sì, il letto della Jolie, ma pure biberon all’alba. Il maschio medio dopo i 30 anni fatica già ad accettare una donna con un gatto siamese, figurati una con tutta ‘sta ciurma. La Jolie però non è contenta. Vuole un figlio da Brad e lui, che pensava di essersi fidanzato con l’attrice maledetta, comincia a realizzare che Angelina è passata dalla collezione di coltelli alla collezione di marmocchi. Non solo. Rimane incinta e decide che partorire nella clinica a Los Angeles con la stanzetta da 2500 dollari a notte, i gladioli freschi sul comodino e la tv fissa sulla Cnn non va bene, no. Lei vuole partorire in Namibia. Il maschio medio arriva nell’ ospedale a due isolati da casa che il bambino ha già fuori la testa e lui, il povero Brad, aspetta che comincino le doglie tra dune e giraffe, senza manco la suocera a dargli il cambio, a portargli un kebab in ospedale, nulla. La chiamano Shiloh Nouvel, che più che un nome pare un canto di Natale, ma Brad non protesta. Le stanno ancora medicando il cordone, che la Jolie decide di adottarne un altro. E qui il maschio medio avrebbe selezionato il nome Aniston dalla rubrica del cellulare e avrebbe digitato un “Ripigliami” in namibiano boscimano. Brad invece la asseconda e dopo dieci mesi arriva Pax, di anni tre. Ora, io non so a voi, ma a me i bambini piacciono molto. Se però mi chiedessero di scegliere tra il ritrovarmi un bambino di 5, uno di 4, uno di un anno e una di 6 mesi e l’ arruolarmi nelle truppe scelte cecene, io sceglierei la seconda. Ecco. Brad non solo se lo fa star bene, ma nel giro di un anno Angelina è di nuovo incinta. E qui viene il bello, perchè la sciura ricorre all’inseminazione artificiale con la seguente motivazione: non voglio sottopormi allo stress di tentare di rimanere incinta. Cioè, lei preferisce sollazzarsi con una provetta che con Brad Pitt. Un’umiliazione di fronte al quale il maschio medio avrebbe abbracciato la fede shintoista e sarebbe sparito tra gli altopiani giapponesi, e invece Brad le rimane accanto e pure col sorriso. E sorride pure quando gli dicono che sono due gemelli, che dopo una breve occhiata al pallottoliere-prole, significano sei figli in tre anni.
Oddio, sorride. A dirla tutta Brad comincia a sembrare un po’ stanco. Si fa crescere la barba, il capello è lungo e anche leggermente unto, ma del resto, tra sei figli e la sciura che oggi è in India per l’Unicef e domani è in Turchia per le Nazioni Unite, non ha neanche più il tempo di farsi uno shampoo, ‘sto poveretto. Lui la accompagna alla giornata mondiale dei profughi e il profugo sembra Brad. A cambiare però, è anche la Jolie. La bomba sexy, da quando s’è accasata, è sempre struccata e con le ballerine d’ordinanza. Le curve da femme fatale si sgonfiano e le foto delle sue braccia smagrite e con le vene in rilievo che manco un culturista russo, fanno il giro del mondo. Mai uno scatto della famiglia al mare, di Brad che improvvisa un torneo di bocce su sabbia, di Angelina che fa shopping. Al massimo, tutti insieme, li vedi in qualche rara foto in cui arrivano in aeroporto con zaini, peluche, bottiglie d’acqua e facce sfatte da jet lag e vagito selvaggio . E ora, l’ultimo atto. Angelina, quella che girava con la fialetta al collo col sangue dell’ex, ha preteso, dal povero Brad, il brillocco di fidanzamento come una borghesuccia qualunque. E il matrimonio. Ci ripensasse, Brad, prima che gli chieda anche l’abbonamento a Sky Family, la station wagon con le tendine di Winnie Pooh e lettino e ombrellone a Capalbio. Fossi in lui, tornerei da Jennifer. Sarà stata racchia, ma con lei restava “Brad”. Con la Jolie pure l’onta di farsi chiamare “Brangelina”: l’uomo più figo del mondo ridotto alla dignità di una Winx.





martedì 17 aprile 2012

E' quasi casa

Casa come i colori che mi sono mancati in fondo cosi' tanto.
Casa come le finestre enormi, spalancate, e sicure, come piacciono a me.
Casa come il planisfero che fa da sfondo al supporto del bancone della cucina.
Casa come un pezzo di pavimento turchese che Gian vorrebbe togliere, e io no, perche' mi fa allegria.
Casa come una cucina grande, anche troppo, che diventa di nuovo il fulcro della mia vita.
Casa con camere grandi, e tanto spazio per le emozioni che verranno.
Casa dove la vita potra' essere come la immagino. Come una corsa a perdifiato tra la camera e la sala. Come la tranquillita' assoluta e il centro della vita a 10 metri da noi.
Casa con il parquet dell'Ecuador, il bancone di mogano che arriva da un teatro francese dismesso, il lavandino dal Museo Del Bagno.
Casa unica, e quasi nostra.

Sentire di tornarci, anche se e' solo la prima volta.

mercoledì 4 aprile 2012

1 anno di te - Edo




Oggi potrei scrivere mille cose del batuffolo di ciccia che esattamente un anno fa e’ piombato dal cielo a sconvolgere le nostre vite. Della gioia immensa. Della leggerezza infantile che ci ha dato. Del motivo in piu’ per tornare a casa ogni volta, e fare la zia matta per riconquistarlo. Oggi il mio Edolone compie un anno. Che e’ volato, letteralmente. E come nelle piu’ banali delle poesie d’amore, mi chiedo come facessimo a vivere, prima che lui arrivasse. Prima di annusare la sua pelle di panna montata e biscotto. Prima delle suo manine allungate verso il mondo, dei suoi occhi furbissimi, del suo affetto irrinunciabile e per cui facciamo a gara, noi grandi.


Auguri cucciolo mio. Fra poche ore saro’ li’ a rotolarmi sul pavimento con te, e a godermi l’avventura che e’ la tua vita. Non ci sono parole per renderti la bellezza assoluta che ci regali ogni giorno.

Ma oggi voglio festeggiare anche Sara. Che un anno fa e’ diventata mamma. Dopo 9 mesi che non sono stati proprio una passeggiata. Sara che nei primi tempi non vedeva l’ora che Edo crescesse, e che ora lo guarda e non si capacita del tempo che e’ passato. Sara che gli ha dato amore, parole, coccole, e anche qualche sgridata, per quanto ogni disciplina con Edo lasci il tempo che trova. Sara che ha condiviso Edo con tutti noi da sempre. Senza gelosie ne’ possesso. Intuendo, come nelle nostre famiglie sappiamo bene, che l’amore si moltiplica, non si divide. Sara che mi manda messaggi da parte di Edo – e il cuore mi si apre sempre un po’ di piu’. Sara che non fa mancare foto, progressi, racconti, anche a distanza, soprattutto a distanza, perche’ sa che ti senti un pochino piu’ lontano, quando non sei li’ a vedere il primo dentino, il primo passo, la prima parola (o presunta tale). Sara che non ha mai nascosto quanto fosse dura, a tratti, e quanto fosse meraviglioso, tutte le altre volte.
Oggi voglio festeggiare anche Sara e il suo anno difficile e fantastico.



Intepretare la maternita' attraverso i tuoi occhi ispira coraggio e leggerezza. Si', che si puo' restare tutto quello che si era prima (la figlia, la compagna, la sorella, l'amica meravigliosa che sei) anche quando si diventa mamme.
Sono orgogliosa di te.

martedì 3 aprile 2012

Non-post

Dopo un rapido summit con l'amica Fosca oggi pomeriggio per un caffe' veloce, dopo settimane in cui non c'era nemmeno tempo per un "ciao" tra le porte dell'ascensore, ho deciso che qui ci voleva un post anti-invidia. Di quelli scaramantici. Di quelli a "cornetto anti-sfiga". Perche' l'invidia porta male. I pensieri negativi portano male. Il condividere i nostri successi e le nostre gioie con chi non le apprezza porta male. E noi, la sfiga, non ce la possiamo permettere. Non dopo il duro lavoro fatto. Non dopo la fatica. Non dopo aver dato tanto.
Ora e' il momento di ricevere. La gioia delle persone per i nostri successi personali. I sorrisi di supporto. I pensieri positivi.
Questo post-non-post e' per Fosca e il suo weekend di sole. E' per me e i miei mille progetti in accelerazione, e qualcuno anche per rallentare un po'. E' per la Vale e il suo percorso. E' per Sara e il suo primo anno da mamma. E' per quelli che come noi condividono la frase di seguito, e con spavalda baldanza se ne vanno per le strade del mondo, cercando di ignorare l'invidia che li segue:
"Ci sono cosi' tante persone la' fuori che ti diranno che non puoi. Quello che devi fare e' voltarti e dire "Tienimi d'occhio!""

lunedì 26 marzo 2012

India

Settimana negli uffici di Gurgaon, Nuova Delhi, per fare training ai nuovi recruiter che cominciano questa settimana.

Tutto diverso, qui, un altro mondo.

Odori diversi, sapori diversi, suoni concitati, clacson e traffico. Gentilezza estrema. Caldo.



Facevo colazione stamane dal settimo piano del nostro europeissimo hotel, e osservavo la vita succedere per strada. Mille diversi quadri di vita. Traffico. Donne in sari che attraversavano la strada, facendomi pensare ogni 10 secondi che una di loro sarebbe stata investita. Botteghini su strada che vendono cibo (no, mamma, che non mangio e bevo nulla di dubbia origine - davvero il nostro sistema immunitario andrebbe in tilt).

E pensavo che davvero la felicita' ha a che fare con le aspettative che ti dai. Queste persone non sanno, forse, di un'altra vita possibile, e non la possono sperimentare. E quindi sono felici cosi.

Davvero, stare qui mi fa capire che essere felici e' semplicemente giocarti il gioco della vita col mazzo di carte che ti e' stato dato. Ne' piu' ne' meno.

E non smettere mai di giocare. Anche quando e' difficile. E non smettere mai di cercare di vincere. Anche quando ti sembra che hai tutto quello che nella vita desideravi.



E pensavo anche che certi mazzi di carte si assomigliano in modo spaventoso, anche a migliaia di chilometri di distanza. Osservavo il nostro team di recruiters indiani in meeting col mio ex manager, stamane. E non sono in nulla diversi dal mio team di Londra. La stessa energia. Le stesse aspettative. Le stesse capacita'. Lo stesso senso dell'umorismo.

Differenze e somiglianze.


venerdì 16 marzo 2012

Uno in piu'

Nonostante la notte un po' tormentata (che con l'eta' dorme sempre meno) e' riuscita ad aprire gli occhi alle 8 e a stiracchiarsi con calma.

Si era riproposta di farsi portare la colazione a letto, almeno oggi, ma la necessita' impellente di fare almeno la prima lavatrice le ha impedito di aspettare. Si e' alzata, ha fatto la lavatrice, preparato il caffe' ed e' tornata a letto.

Ha pensato che dovrebbe essere un po' piu' irresponsabile, e che questo era uno dei buoni propositi del 2012. Non pensa di aver fatto grandi progressi.

Ha guardato un film bellissimo, "The Help", tratto da un libro che aveva letto tempo addietro, e ha riso pianto sospirato come fa da sempre.

Ha aperto i regali di Gian, ha pianto di nuovo leggendo il biglietto di auguri, ha risposto ai mille messaggi ricevuto un po' ovunque (email, Facebook, sms, chat...)

Ha pranzato.

E' andata dal parrucchiere ed e' tornata riccia, per sentirsi un po' diversa.

Ha pensato ai tanti auguri speciali delle persone che le vogliono bene, e a un augurio particolare che non le verra' mai a mancare, perche' sara' sempre dentro di lei.

Ha riposato.

E stasera ha una serata fatta di drinks e cena al ristorante spagnolo con una coppia di amici. Non per festeggiare. Per dirsi che questa e' la vita di sempre. E che festeggia il fatto di essere viva ogni giorno.

Oggi i miei 37 anni mi sembrano leggeri e allegri. Vorrei solo una torta della mamma con tante candeline sopra da spegnere e qualche abbraccio che arrivera' a breve.
Oggi sono incredibilmente grata per quello che ho. Per quello che sono riuscita a prendermi lungo la strada. E per questo nuovo giro di 365 giorni che comincia oggi. So per certo che sara' un bel viaggio. Duro, tosto, ma emozionante.
"E questo e' il senso di un momento gia' perfetto. E questo e' il punto dove inizia tutto quanto."

mercoledì 14 marzo 2012

Vorrei

In mancanza di parole mie, come prosciugate da una vita a cui devo dare una "rallentata" quanto prima, uso parole altrui per descrivere la felicita' cui aspiro, e che e' esattamente cosi' (e ancora rido, rileggendo la frase, perche' non la saprei immaginare diversa - e perche' quel bimbo ha esattamente la faccia del mio Edo, o del mio Louis):

"I più felici sono coloro che vivono giorno per giorno come i bambini, portando a spasso le loro bambole che svestono e rivestono, girando con gran rispetto intorno alla dispensa dove la mamma ha rinchiuso i dolci, e quando infine riescono a ottenere quanto desiderano, lo divorano a piena bocca gridando: "Ancora!"."

(J W Goethe, I dolori del giovane Werther)

domenica 19 febbraio 2012

Sipario

Lei era giovane, quando sono venuta al mondo, e insieme siamo partite per questa avventura, lei per la prima volta nonna, io per la prima volta viva.
Lei mi ha dato coccole e disciplina; amore e regole; comprensione e ambizione.
Lei ha accolto tutti i nipoti che la vita, nel suo percorso imperscrutabile, le ha dato. Li ha amati tutti tanto, e con la diversita' che ognuno di loro meritava.
Lei ha amato a dismisura, nei suoi primi 10 mesi, il suo bisnipotino. L'unico che riusciva a ravvivarla negli ultimi tempi. Uno dei suoi ultimi sorrisi.

Ciao nonna. Col cuore a pezzi, e l'anima forse piu' serena in questa notte triste, dopo averti vista soffrire troppo, ti dico ciao.
E mi porto nel cuore tanti sentimenti e immagini.
Il privilegio di averti resa nonna, per prima. 37 anni della mia vita vissuti intensamente insieme. I primi 10 anni in una quotidianita' impressa nel mio cuore. Le nostre vacanze. Il nostro capirci al volo. I sorrisi complici quando gli altri tuoi nipoti si riferivano a me chiamandomi "la tua nipotina", alludendo ad una preferenza che forse non avevi. Quello che loro non hanno mai capito, e io e te invece si', era che non e' che tu amassi me piu' di loro. Solo da piu' tempo.
Le lingue straniere studiate perche' tu, un giorno, mi avevi detto che ammiravi chi riusciva ad esprimersi in un'altra lingua. La politica. Il giorno della mia tesi. Le mie partenze. Le candele che accendevi ad ogni esame. Le mie telefonate da qualsiasi parte del mondo mi trovassi, e tu a stupirti di quanto mi potessi sentire bene. Il tuo accettarmi per le scelte che facevo. Mai una volta mi hai chiesto perche' non mi sposassi, o non avessi ancora avuto figli. Sapevi che le mie scelte erano ponderate, e la mia vita felice. E a te questo e' sempre bastato, nonna. Non chiedevi altro. Non mi hai mai inquadrata in cornici che non mi corrispondevano. Sapevi che la vita ha bisogno d'altro per valere la pena.
Lo stupore felice di ogni volta che comparivo dal nulla davanti ai tuoi occhi, negli ultimi anni. Le cose in cui non ti assomiglio - perche' geneticamente mi hai passato i fianchi larghi, e poco altro. E l'immenso peso che hai avuto nella formazione della mia anima. Da sempre. La mia educazione, a cui hai contribuito in modo evidente. La mia autostima. Perche' vedermi attraverso i tuoi occhi mi ha sempre fatto sentire bella e buona, come sempre mi definivi tu. La vita che mi hai dato, avendola data a mia madre.

Stasera te ne sei andata, nonna, mentre ti tenevo la mano. Hai aspettato che fossi a casa. E che in qualche modo fossi pronta, per quanto pronti non lo si e' mai. Te ne sei andata circondata da tutta la tua famiglia, dai tuoi adorati nipoti che non si davano pace. Te ne sei andata circondata da un amore che hai creato e nutrito in tutti questi anni. Credo che a pochi sia concessa un'uscita simile.
Ciao Nen adorata.
Nel mio cuore per sempre.

"Terra, sii leggera su di lei. Lo fu lei su di te."

mercoledì 15 febbraio 2012

Spatasciata

sulla poltrona da stamane alle 6.30, con una tazza di caffe' in mano e il pc sulle gambe, la Malli:

1) si interroga sul perche' per due mattine di seguito, e dopo secoli che non le succedeva, la sua pressione sia cosi' bassa che non serve nemmeno a tenere il collo dritto. Nulla.
2) pensa che deve ricordarsi di pulire la chiazza di caffe' sul tavolino bianco, prima di uscire, o chi lo sente Gian.
3) risponde alle mail meno impegnative, che per quelle impegnative e complesse c'e' tutta la giornata (o i 3 buchi da 5 minuti l'uno che la mia agenda ancora mi segnala).
4) si fa un appunto mentale di infilare lo yogurt greco nella borsa, che stamane ne ho piu' bisogno che mai.
5) avrebbe voglia di andare in vacanza, ma questo tutte le mattine.
6) si sente il polso e il battito e' anche piuttosto accelerato. Probabilmente, con questa pressione, e' il cuore che mi tiene ancora cosciente.
7) conclude che avere tutti sti pensieri di prima mattina puo' essere controproducente. Meglio vestirsi ed avviarsi verso l'ufficio con l'ipod nelle orecchie. Almeno sta testa si riposa.

lunedì 13 febbraio 2012

38

38. Come gli anni che compi oggi, amore grande. Che non si vedono nel volto e nelle modalita' da ragazzino, e forse si', nell'intensita' dell'uomo che mi sta di fronte.
38. Come probabilmente le volte che ho dovuto "levarti di dosso" durante il nostro volo oggi, da Porto a Londra. Perche' sei affettuoso, dolce e buffo. E non avrei mai saputo immaginarti cosi', quando ci siamo conosciuti.
38 come e meno dei viaggi che abbiamo fatto assieme, dei posti che abbiamo visitato, del mondo che abbiamo introiettato durante il nostro vagabondare.
Come, finalmente, la maturita' del tuo animo che corrisponde alle stagioni della tua vita. E lo capisco - che non era una cosa che ti aspettavi, nemmeno tu. Ma la accetti senza per questo sentirti invecchiato. Con la serenita' e la leggerezza che mai hai avuto in passato.
38, come e meno dei prossimi anni che mi aspetto di condividere con te. Con le sfide che sapremo porci davanti, e quelle che la vita stessa gia' ci pone quotidianamente.

Celebrarti, oggi, ha il sapore della crema solare delle nostre vacanze. Dei biscotti appena sfornati. Della panna montata di cui profumano i nostri nipotini. Celebrarti ha davvero, oggi piu' che mai, il sapore della gioia profonda che mi dai ogni giorno. Della felicita' che sento, oggi in maniera intensa e completa, nonostante la vita e alcuni inevitabili dolori. Solo tu sai distogliermi da certi pensieri e darmi nuove ragioni. Non te ne saro' mai grata abbastanza.
Auguri, bimbo Gian. Che fortuna che tu sia nato. Per la mia vita soprattutto.

giovedì 9 febbraio 2012

Congratulations

Alla mia amica Fosca, che da oggi e' entrata a far parte della famiglia degli Expedians :)
Sei stata brava e ti sei meritata questa opportunita'.
Goditi questa nuova avventura, cerca di trarne il meglio e anche di divertirti, nel frattempo.

Sara' bello averti attorno ogni giorno. A distanza di un piano. E sapere che troveremo il tempo per un caffe', una chiacchiera, un gossip come si deve.

mercoledì 8 febbraio 2012

Aggiornamenti

Lo so, sono silente ultimamente, ma succede che la vita mi inghiotta cosi', di colpo, senza preavviso. Lavoro che diventa inclusivo, casa che diventa un nuovo obiettivo (vorremmo spostarci piu' a Est, dove c'e' la Londra piu' vibrante - e anche il mio vecchio lavoro nei nuovi uffici), e insomma, progetti e giornate che scorrono.
Qualche cosa da appuntarsi, cosi', per non farla scorrere via:
1) Edo ha lasciato il fantastico mondo di sole vocali per inserire anche le consonanti nei suoi gorgheggi. Papapapa e mamamama (e pare anche "neneneneee" che ha fatto venire le lacrime agli occhi alla Lucy, che chiaramente l'ha interpretato come "nonna" - c'e' da dire che il nenenene e' uscito mentre il furbastro allungava le sue manine verso l'amata nonna, quindi Lucy aveva qualche ragione per commuoversi). Il ragazzino ora balla (la Cucaracha) e ha opinioni forti su tutto. Mangia che e' un piacere e si fa rispettare. Uno spettacolo.
2) Louis e' entrato nella fase bilinguismo. Piu' inglese che altro, e tanto British (il modo in cui dice APPLE, mela, e PARK, parco, e MORE, di piu' o ancora, e' assolutamente da famiglia reale). Ma anche tanti tentativi di ripetere parole italiane che gli vengono dette (con risultati esilaranti su UOVO e AEROPLANO). Sa indicare ogni parte del suo corpo in italiano (a parte le orecchie, che stanno da qualche parte tra la fronte e la nuca, a seconda dei giorni) e capisce qualsiasi cosa gli si dica, in ognuna delle due lingue. Disegna, balla, e piange quando ce ne andiamo. Io e Gian meditiamo di rapirlo e portarcelo a casa, prima o poi.
3) La dieta e' in sospeso. O meglio, dal venerdi alla domenica vale tutto (anche due volte pizza, torta pere e cioccolato, scofanamenti vari) e dal lunedi al giovedi faccio la dukaniana quasi perfetta. Il risultato e' confortante. Stabile. A meno 14 chili e va benissimo cosi'. Talvolta fatico ancora a riconoscermi nello specchio. Mi pizzico. Per vedere se sono proprio io.
Altri amici l'hanno cominciata. E stanno perdendo a vista d'occhio. Ancora, grazie Dukan.

4) E la vita continua. Con le sue difficolta', le sue gioie, i suoi mille pensieri, e un peso sul cuore che accompagna me e i miei cari ogni giorno. Nessuno ci aveva detto, quando siamo arrivati quaggiu', su questa terra, che sarebbe stata una passeggiata. Si vive come viene. Un giorno alla volta. Trovando un motivo per alzarmi, un abbraccio che mi scaldi, una preghiera a modo mio prima di andare a dormire.

martedì 24 gennaio 2012

Dukanisti non anonimi








Ridevo con l'amica Elena, settimana scorsa, anche lei alle prese con la Fase Attacco della dieta Dukan: siamo ormai un circolo, un club in cui chi ci si ritrova lo fa suo malgrado (costretto da un girovita troppo ampio, dalla voglia di perdere tanti chili velocemente, o anche solo perche' un'amica ti ci costringe). Un po' come essere alcolisti e partecipare alla riunione degli alcolisti anonimi. "Mi chiamo Marilena, ho 36 anni, e non mangio carboidrati da 3752 ore" - che piu' o meno corrisponde a verita', a parte qualche scivolone.

Chiunque comincia questa dieta si ritrova poi in una strana situazione: non si vuole essere anonimi. Mai piu'. Si vuole dire al mondo che tu l'hai trovato, "il segreto". Quello che ti fa mangiare un tramezzino alle 6 di venerdi mattina all'aeroporto solo perche' hai fame. Quello che ti fa trascorrere il sabato pomeriggio con tua nonna mangiandole piu' o meno un chilo di biscotti al burro che qualcuno aveva portato per il suo compleanno. Che ti fa ingurgitare chili di cioccolato in un weekend a casa, terminato a Londra con pizza e gelato domenica sera. Il segreto, dicevo. Quello che ti fa avere questo weekend di sbandamento - che ogni tanto ci sta e socialmente fa bene - perche' sai che ti bastano due o tre giorni a regime per tornare come prima. Un giorno di sole proteine et voila', la bilancia torna al suo posto.

Chiaramente, prima di arrivare a tutto questo ho avuto un paio di mesi di intransigenza pura. In cui non toccavo carboidrati e cibi con piu' del 4/5% di grassi. Un percorso fatto in leggerezza pero'. Tra mille critiche - questo si' - ma tutte scacciate via dai miei esami del sangue - perfetti!

Per questo sono felice per Elena, per Francesca, per tutte quelle che hanno deciso di provarci. Chi con un po' di sofferenza, chi con meno - dipende dallo stile di vita e dalla forza di volonta', dalla motivazione.

E a chi me lo chiede: no, non sono il dottor Dukan sotto mentite spoglie, ne' sono pagata dallo stesso per fargli pubblicita'.

Sono solo molto grata a questo signore che per la modica cifra di 9 pounds (credo che questo fosse il costo del suo libro su Amazon, comprato in una tiepida serata di fine agosto) mi ha regalato di nuovo me stessa. E il Segreto.

lunedì 9 gennaio 2012

Vaticano e dintorni - ci risiamo...

G. e’ la persona per cui M. ha mollato tutto. Famiglia, amici. E una vita che le dava un’identita’.
Si svegliano assieme ogni mattina. Progettano il futuro, ma soprattutto cercano di godersi il presente. E si’, M. seguirebbe G. anche nell’altro emisfero, se lui glielo chiedesse. Senza tentennamenti.
E’ lui che M. chiama se e’ a terra. E’ lei che G. chiama se vuole un consiglio o semplicemente sfogarsi. Sono, l’uno dell’altra, il sorriso piu’ grande, la risata mai trattenuta.

S. vive con E. da anni. E spesso vive da sola, a dire il vero, aspettando che E. torni dal suo luogo di lavoro.
Meno di un anno fa e’ nato un bimbo meraviglioso e tanto desiderato da queste due persone che condividono “un tetto, un frigo, le bollette”, come scherza E., per fare arrabbiare S. E tanto, tanto di piu’, come dico io, che li conosco bene e so cosa c’e’ in mezzo ai loro discorsi, alle loro risate, alle volte che discutono e alle volte che si mancano terribilmente.

E di storie simili ne conosco a bizzeffe. Storie belle e limpide e pure. Persone che si sono scelte per amore, e che ogni giorno si riscelgono con la stessa convinzione. E che non si sposano perche’ semplicemente non credono in una religione, o in una convenzione, o in una scelta che puo’ essere di molti ma non e’ la loro. E li’, caro signor Papa, c’e’ una famiglia. Che Lei la riconosca o no. Li’ c’e’ l’amore. Li’ c’e’ una casa in cui tornare. Li’, soprattutto li’, c’e’ l’apertura agli altri e al mondo. Li’ ci sono principi e valori. Tra cui la tolleranza, ad esempio. Valore su cui converrebbe riflettere. Di tanto in tanto.

sabato 7 gennaio 2012

Propositi - per l'anno che verra' (e che e' gia' cominciato)

Lo so, le vacanze mi hanno tenuta lontana da questo blog. E non tutto il male vien per nuocere: ho avuto modo di riflettere dentro di me invece che correre a mettere per iscritto i pensieri, come spesso faccio. E mi sono resa conto che i miei propositi per il nuovo anno sono cambiati di giorno in giorno. Per lo piu'. Solo 3 o 4 sono rimasti sempre li', e questo mi dice che sono quelli su cui mi devo concentrare. Li metto di seguito, non necessariamente (anzi, affatto) in ordine di importanza.
1) Palestra: l'ho abbandonata quando ho cominciato la dieta. Perche' la dieta prescriveva assenza di attivita' fisica nei primi giorni. Ecco, l'ho presa un po' troppo alla lettera. E i primi giorni sono diventati mesi.
Per la prima volta dopo anni, il mio proposito non e' perdere peso. E pensavo sarebbe stato piu' liberatorio di quanto sia nella realta'. Sono felice dei miei quasi (a stamane) 15 chili persi. Sono orgogliosa di me. Stupita di non aver sofferto. Di non essermi resa conto che se ne stavano andando. I miei esami del sangue sono buoni. Come me li aspettavo. Sto bene. E sono energica. L'energia che non ho messo nella dieta (perche' e' stata facile) e che non metto piu' nel pensiero del cibo viene ora utilizzata per il resto delle cose della mia vita. Ed e' davvero rasserenante.
Pero', devo muovermi. Devo rifinire il lavoro cominciato. Cosi', chiudo questo post e me ne vado in palestra. L'ultima volta che ho corso, un paio di mesi fa, ero 7 chili e rotti in piu' di adesso. Non oso pensare all'effetto che fara'.
2) Deresponsabilizzarmi. Che non vuol dire diventare irresponsabile. Solo, non prendermi responsabilita' che non mi competono. Come tendo a fare. Mettere me stessa al centro dei miei pensieri, e fare priorita' dei bisogni altrui. Difficile, per me, ma devo cominciare a pensarci. Lo so che non cambiero', ne' voglio cambiare. Voglio solo avere un po' di leggerezza in piu' e non pensare sempre a prevenire, prevedere, preparare. Staro' meglio io, e le persone che vivono la mia vita. Di questo sono certa.
3) Come conseguenza del punto numero 2, c'e' il lavoro che devo fare sulla mia ansia. Proverbiale. Caratteriale. Intrinseca. Devo farlo, devo smettere di preoccuparmi. Anche qui, leggerezza piu' che altro. Questo forse e' il punto piu' duro, quello su cui sono piu' incerta...ci lavorero', non sono certa dei risultati sul breve periodo, ne' di come affrontare questo proposito che per me e' immane!
4) E poi...altri progetti, propositi, speranze...alcuni abbozzati, altri condivisi con chi mi sta vicino. Cose piccole e cose grandi. Cose che necessitano di ancora tante riflessioni e parole. Cose che necessitano di definizione e rifinitura. Preghiere. Sogni. Viaggi reali e mentali.

E la certezza che dal nuovo anno posso aspettarmi tante cose, ma alla fine aveva ragione Gianni Rodari, quando diceva "Se voglio troppo, non darmi niente...dammi una faccia allegra solamente."

Buon 2012 - che sia denso di volonta', scelte vostre e tante risate.