lunedì 9 gennaio 2012

Vaticano e dintorni - ci risiamo...

G. e’ la persona per cui M. ha mollato tutto. Famiglia, amici. E una vita che le dava un’identita’.
Si svegliano assieme ogni mattina. Progettano il futuro, ma soprattutto cercano di godersi il presente. E si’, M. seguirebbe G. anche nell’altro emisfero, se lui glielo chiedesse. Senza tentennamenti.
E’ lui che M. chiama se e’ a terra. E’ lei che G. chiama se vuole un consiglio o semplicemente sfogarsi. Sono, l’uno dell’altra, il sorriso piu’ grande, la risata mai trattenuta.

S. vive con E. da anni. E spesso vive da sola, a dire il vero, aspettando che E. torni dal suo luogo di lavoro.
Meno di un anno fa e’ nato un bimbo meraviglioso e tanto desiderato da queste due persone che condividono “un tetto, un frigo, le bollette”, come scherza E., per fare arrabbiare S. E tanto, tanto di piu’, come dico io, che li conosco bene e so cosa c’e’ in mezzo ai loro discorsi, alle loro risate, alle volte che discutono e alle volte che si mancano terribilmente.

E di storie simili ne conosco a bizzeffe. Storie belle e limpide e pure. Persone che si sono scelte per amore, e che ogni giorno si riscelgono con la stessa convinzione. E che non si sposano perche’ semplicemente non credono in una religione, o in una convenzione, o in una scelta che puo’ essere di molti ma non e’ la loro. E li’, caro signor Papa, c’e’ una famiglia. Che Lei la riconosca o no. Li’ c’e’ l’amore. Li’ c’e’ una casa in cui tornare. Li’, soprattutto li’, c’e’ l’apertura agli altri e al mondo. Li’ ci sono principi e valori. Tra cui la tolleranza, ad esempio. Valore su cui converrebbe riflettere. Di tanto in tanto.

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