giovedì 19 luglio 2012

Mamme e donne incinte

Per intanto, un mega augurio alla mia mamma, alla mia Lucy e al suo compleanno oggi. Alla mamma e nonna meravigliosa che e' e che sara', e all'idea di maternita' serena e non problematica che ha saputo trasmettere alle donne che ha avuto vicine. E a lei pensavo stamane, leggendo un post che pubblico qui di seguito. Al fatto che essere incinta non dovrebbe stupire molti - non dovrebbe cambiare il modo in cui siamo percepite sul lavoro - non dovrebbe fare la differenza, e spesso la fa in peggio, diciamocelo francamente. Essere incinte e' una condizione naturale. E soprattutto, passa. Dando vita a qualcosa di meraviglioso ma riportandoci ad essere l'individuo che eravamo e continueremo ad essere. La donna (in carriera o meno), l'amica, l'amante, la compagna. Non solo la madre. Magari piu' complesse, piu' ricche, anche piu' stanche, e con un grande amore in piu' nella vita. Ma dobbiamo assolutamente ricordarci che passata quella fase, si torna alla vita come era. E si deve farlo con naturalezza e focus anche su di noi stesse. Datemi una tarellata in testa se dovessi impazzire improvvisamente, amiche in ascolto!

Da: http://meparlaredonna.gqitalia.it/2012/07/19/ma-anche-no-la-donna-incintaaaah/

Allora, arriva dall’Ammeriga la notizia che Marissa Mayer, la nuova capa di Yahoo!...è l’ex capa di Google, ed è una donna incinta. Il giornalismo italiano – quello che un uomo candidato a un incarico ha un nome e un cognome, e una donna è “una donna”, ché tanto una vale l’altra – non vedeva l’ora e imbastisce subito una serie di profili da craniate al muro per la vergogna: fra i quali spicca quello di Angelo Aquaro per Repubblica, in cui per dare l’idea del valore della persona se ne sottolineano l’eleganza, la biondezza e la donnezza, e si riesce a chiudere con l’insinuazione che tutto sommato due bottarelle all’inventore di Google potrebbe anche avergliele date.


Ma se pensate che gli italiani siano soli nell’esibire stupore/meraviglia/terrore/un filo di nervosismo/preoccupazione farlocca per la donna incinta che viene assunta, non fatelo. Gli americani sono messi poco meno peggio. Sono magari meno stupiti, nel senso che Marissa Mayer avevano idea di chi fosse anche prima che diventasse la Donna Incinta che Financo Dirige, ma non per questo meno perplessi dalla sua gravidanza.

A ogni latitudine o quasi, una donna che rimane incinta per sua volontà o per errore di calcolo è immediatamente soggetta all’attenzione generale, come se la gravidanza non fosse una roba che succede da millenni, che succede a ogni mammifero sul pianeta, che succede e stop. No. Se la donna già di suo è un po’ una che sul suo corpo ha un controllo abbastanza relativo, la donna che ha visto le due lineette sul test di gravidanza può essere sicura che non ci sarà un cane o un porco che si possa astenere dal fornire opinioni, dare raccomandazioni, manifestare preoccupazioni e tastare la panza come se il fatto di essere abitata le togliesse ogni collegamento dal corpo della sua proprietaria. Fra gli antiabortisti che ti vogliono madre a tutti i costi e pretendono di espropriarti l’utero al primo segno di moltiplicazione cellulare, quelli che la fecondazione assistita sì, ma solo se è un casino inaffrontabile fino a quelli che l’epidurale fa male al bambino e non dovresti camminare e non dovresti lavorare e non dovresti stare in piedi e non ti stancare e guarda che sei incinta e bada a cosa fai, tutti vogliono dire la loro.


È un po’ come se la donna incinta fosse un assoluto universale, quando ogni donna incinta è incinta a modo suo. C’è quella che vomita e quella che no. Quella che ingrassa e quella che no. Quella che sta malissimo e quella che sta benissimo. Quella che ha gli sbalzi d’umore e piange tutto il tempo e quella che va a fare le arrampicate finché la panza non le impedisce di vedere i ramponi. Ogni corpo è diverso, ogni donna è diversa, e ognuna – sentito il parere del medico, l’unico al quale vale la pena prestare attenzione – fa un po’ quello che le pare. Anche lavorare fino al nono mese, se le regge la pompa.


Il problema è che la maternità cambia la vita, ma cambia soprattutto la percezione che il mondo ha di te come essere umano. L’idea che una donna non sia donna se non ha figli, e che solo i figli ti possano rendere una persona migliore, dimostra di possedere una notevole resistenza; e quando una donna diventa madre, tutto il resto sembra dover passare in secondo piano. Da cui le pubblicità degli snack al cioccolato con atlete olimpiche pluripremiate e spaccaculi che mettono il loro spaccare i culi molto dietro al distribuire merendine nutrienti ai figli. Perché prima di tutto sono mamme.


Fa un po’ ridere che nel parlare di Marissa Mayer – una che ha fatto realizzare metà della roba che usate quando andate online, e almeno un prodotto che tutti, ma dico tutti, usiamo ogni giorno quasi senza pensarci, un prodotto che è diventato un verbo (be’, che c’è, non avete mai detto “gugolare”?), ci si debba concentrare sul fatto che per i prossimi tre mesi porterà un bambino in pancia, e che questo bambino in pancia debba sembrare a tutti molto più importante, serio e problematico del fatto che ha deciso di andare a dirigere una delle aziende più sfigate fra i colossi del panorama tecnologico mondiale. Fare un bambino mi sembra francamente una questione più affrontabile, rispetto all’idea di far rinascere Yahoo! dalle sue ceneri. È una donna incinta, fra tre mesi non lo sarà più: ripigliatevi.


giovedì 12 luglio 2012

Piani alti

L'inaspettata conversazione ai cosiddetti "piani alti", e sapere che ci sono accadimenti nella vita che cancellano tutto il resto, rivisitano e concordano priorita', e lasciano con una sola esclamazione possibile: "Che meraviglia!"

martedì 10 luglio 2012

Vita

Questo blog va un po' a rilento perche' succede la vita altrove, in altri spazi e in altri blog. Ed e' una vita fatta di quotidianita', gioie, paure ed attesa. Un po' come tutte le vite. Solo che stavolta e' talmente intensa dentro che non trovo parole adatte ad esprimerla. E cosi' il silenzio mi sembra una gran bella cosa. Ma e' un silenzio sereno, intenso, con un sorriso stampato in volto. Giusto perche' non venga scambiato per confusione, o problemi. E' un silenzio di nodi che si dipanano. E' un silenzio di segreti sussurrati. Di risate trattenute. Di braccia aperte. Di baci e carezze. Torneranno le parole, credo. Quando mi abituero' alla meraviglia. Se mai ci si abitua.