giovedì 31 maggio 2012

Sembra ieri

che siamo entrati in questa casa, col nostro carico di mesi passati a progettare, immaginare, spostare, acquistare e pulire. Lo potete leggere qui: HOME
E dopo poco piu' di 2 anni, gia' ci troviamo ad andarcene (domattina).
Perche' la vita cambia e ti cambia. Cambiano le aspettative e i bisogni. E cambiano le priorita'.
Me ne vado con, incredibilmente, poca nostalgia, e non capisco nemmeno il perche'. In questa casa abbiamo passato tanti momenti sereni, alcuni di assoluta felicita'. Abbiamo affrontato momenti difficili a modo nostro - stringendoci di piu' e reagendo coi nostri caratteri diversi e combattivi a corrente alternata (oggi io, domani tu).
Sono certa che domattina un po' il cuore rallentera', e avro' il respiro irregolare all'idea di non entrare mai piu' in questa casa. Ma e' piu' per l'idea del "mai piu'" in se' che altro.
E in quest'anno difficile di "mai piu'" ben piu' importanti ne ho affrontati. E continuo ad affrontarli quotidianamente. Questo forse mi da' la serenita' di affrontare gli altri "mai piu'" della vita dando loro il peso che hanno. E' una casa, bella sicuramente, ma non e' "casa". Ce ne saranno altre, e ognuna diventera' un po' nostra poco alla volta.
E ovunque andremo, ci sara' sempre una casa-casa, come nella mia famiglia amiamo definirla: quel posto dove, quando torni, ti devono prendere indietro per forza. E sia io che Gian sappiamo benissimo dove si trova, casa nostra.

sabato 26 maggio 2012

Chissa' perche'

ci ostiniamo a mettere in scatoloni proprio una vita come la nostra, che scorre fluida e senza legami, senza argini. Lo facciamo, ostinatamente, ogni due o tre anni. Ho fatto con te due traslochi solo nei primi due anni in Italia. Sempione - Naviglio 1 e Naviglio 1-Naviglio 2. E poi tu sei venuto a Londra. Trasloco Milano-Londra, e poi dopo un mese, trasloco Hyde Park Nord-Hyde Park Sud (o qualsiasi punto cardinale seguissimo, ancora non mi e' chiaro). E poi li' sono passati 4 anni. 08/08/08: il mio trasloco Brembio-Londra. E dopo un mese Hyde Park Sud-Hyde Park Nord. E dopo 18 mesi Hyde Park Nord-Hyde Park Sud (ancora, potrebbe essere Est verso Ovest, ma tanto tu capisci). E ora, dopo 2 anni appena, da Londra Ovest a Londra Est (o almeno, questo e' il piano). Passando per casa di amici e famigliari fino a che la nostra non sara' pronta (leggi: rilasciata dietro lauto riscatto).
C'e' un qualcosa di mai definitivo nelle nostre scelte. Un rifuggire il persempre che ci fa correre a destra e a manca. Senza, bada bene, inseguire la felicita'. Quella la sappiamo riconoscere anche nella ritualita' delle nostre dinamiche sempre uguali, dei nostri momenti di noia anche, ma assieme. E' come se, spostandoci in continuazione, volessimo dimostrare a noi stessi, e l'uno all'altro, che siamo pronti al cambiamento sempre, che l'abbracciamo, che non ci spaventa, come non ci spaventa la fatica di rifare tutto da soli.
Che facendola, questa fatica, ci definiamo. Come individui, come coppia, come famiglia.

Non che manchino i momenti di sconforto. Ma ne sappiamo ridere se e' il caso, se sono troppo densi.
Mi piace pensare che questo continuo vagabondare rispecchi un po' le nostre anime, la nostra necessita' di rinnovarci. Il nostro tendere al meglio, sempre. Senza sederci. Senza tirare il fiato.
E che in qualche modo, nella nostra assenza di radici (piu' tua che mia, a dire il vero), stiamo cercando un posto che possa essere casa, nel senso piu' profondo del termine. O piu' casa di adesso, per lo meno. Per dare radici al futuro che verra'. Un posto a cui pensare con profondo struggimento, nel corso della vita, e dire: quella era casa mia. Li' sono stata/o immensamente felice. Sarebbe gia' un regalo meraviglioso. Non solo a noi due.

giovedì 17 maggio 2012

Notizie che non lo erano

Leggo il titolo "Dukan radiato dall'ordine dei medici". Mi viene un colpo. Ho perso peso, grazie a lui. Molto. Ritrovato la serenita' di mangiarmi una pasta (ok, di questi tempi 4 o 5 a settimana) senza sentirmi in colpa, perche' tanto ho "IL SEGRETO". E' una dieta dura, e non per tutti. L'ho sempre detto. Ma nemmeno Dukan lo nasconde. I miei esami post-Dukan erano perfetti. Insoma, prove psicologiche e scientifiche della bonta' della dieta in se'. Dell'efficacia. Se parliamo di perdere peso. Se invece parliamo di regime alimentare bilanciato e da tutti i giorni...beh, allora voi state parlando di qualcosa di diverso. Inutile continuare. Blog sbagliato, sorry.

Beh, mi accingo a leggere l'articolo, molto interessata e anche un po' preoccupata.
E la notizia era una non notizia.
Mi spiego. Dukan non e' stato radiato. Ha richiesto di essere espulso, escluso dall'ordine dei medici. Sua richiesta, accettata. E questa e' la prima grande differenza. Non ci sono basi scientifiche per le quali le sue affermazioni siano contrarie all'ordine dei medici e a quanto sostiene.
La parte successiva e' altrettanto interessante: perche' una richiesta simile? Che l'eccesso di proteine gli abbia dato al cervello? Probabile (ricordo ancora le prime notti proteiniche, insonni e adrenaliniche come le notti prima degli esami).
Pero', la realta'...meglio, il sospetto e' che la mossa mirasse ad evitare due procedimenti dello stesso ordine contro il dott. Dukan per (attenzione attenzione):

-mancanza di prudenza nelle affermazioni pubbliche (vogliamo eleggerlo nel nostro Parlamento?)
-autopromozione (cosi' poco di classe)
-violazione del codice deontologico per esercizio della professione medica ai fini commerciali (fosse il primo!)

Ora - mi state chiedendo di odiare il dott. Dukan perche' con la sua dieta ha fatto soldi, tanti, tantissimi soldi e non gli sono capitati addosso ma se gli e' cercati? Perche' ha condiviso le sue conoscenze con milioni di persone (a pagamento, certo - 12 euro e 99 centesimi per uno dei suoi libri, o simile, molto meno di quanto ti costi una visita da una dietologo - e parlo solo della prima di una lunga serie) e ha continuato a farlo per diventare famoso, ricco e sulla bocca di tutti? Massi, diciamo che e' una brutta persona, che forse non andra' in paradiso e che ce lo immaginavamo piu' buono e altruista.
Detto questo, per me resta sempre la piu' bella scoperta di anni di diete. E anche adesso che a dieta non sono (provate a cambiare casa, lavorare per 12 ore al giorno, vivere in una citta' in cui piove da due mesi ininterrottamente e ci sono 8 gradi a fine maggio...poi mi dite se riuscite a stare bellamente a dieta!), ho la serenita' che quando vorro', so come fare. Ho "Il Segreto".
Quindi, Dukan, non ti metteremo piu' il dott. davanti, ma resti pur sempre l'idolo incontrastato del mio 2011. Sappilo!

domenica 13 maggio 2012

Festa della mamma

Alle splendide mamme che incontro nel percorso della vita. Per quanto mi ispirano, colpiscono, a volte in netta contraddizione con la mia idea di maternita', a volte in assoluto allineamento.

Alla mamma di Gian, Andy, per quello che ha saputo inculcare in suo figlio, e per quello che proprio non ci e' entrato, in quella testa. Alla mamma fantastica e totalizzante che continua ad essere, nonostante non sempre suo figlio faccia qualcosa per meritarselo. Perche' essere mamma e', forse, soprattutto questo.

Alla mia nonna, e alla prima festa della mamma senza di lei. Perche', come sempre le dicevo, "essere nonna e' essere mamma due volte". Non c'e' giorno che passi senza che tu sia parte di un pensiero, una lacrima, un sorriso di gratitudine. Mai piu' nessuno sapra' amarmi con quel senso di assoluta gratuita' e mancanza di condizioni. Amore che veniva dal non dovermi piu' educare, dall'accettare le nostre distanze e non cercare di colmarle, come invece una mamma si sente di fare. Perderti a 86 anni, nello sviluppo naturale delle stagioni della vita, non toglie quel senso di mancanza sorda e profonda. Non toglie il dolore. Non toglie il sentirmi privata di uno dei sentimenti piu' grandi della mia vita. Auguri, Nen, ovunque tu sia.

E alla mia, di mamma. Alla mia Lucy. A quanto continui a fare parte della mia quotidianita'. A quanto continui a preoccuparsi, rassicurare, coccolare anche a distanza. A quanto tenga in mano le redini delle nostre vite nonostante il sistema di dispersione che 4 figli inevitabilmente mettono in atto, crescendo. Per quanto resti sempre il punto di riferimento per tutti noi, nipoti compresi. Per la nonna meravigliosa che e', e per quello che essere nonna significa per lei e per quel batuffolo di ciccia che e' Edo. Per le volte che bisticciamo, e per le volte che mi manca. Per il tempo che non potremo mai piu' riprenderci, e per tutte le ore meravigliose che ci riprenderemo presto, insieme. Promesso. Per i sorrisi che sapro' ancora strapparle e per le gioie grandi che condividera' con me.

Auguri a tutte voi. Oggi ed ogni altro giorno.

sabato 12 maggio 2012

Coraggio

Decidere, anche se tutto non e' come avrebbe dovuto essere, o avresti sognato che fosse, a questo punto.
Affrontare gli acciacchi (dell'eta'?) con ottimismo, sapendo che tutto andra' a posto.
Amare, smisuratamente, senza rete di sicurezza.
Mettere in stand-by alcune parti della tua vita. Credere che potrai riprendere da dove avevi lasciato.
Uscire senza calze solo perche' c'e' un tenue sole. Sapendo che in 20 minuti i tuoi piedi saranno gelati. E fregartene.
Piangere perche' ti va. Perche' la vita che c'e' dentro, col suo bello e il suo brutto, la sua gioia e la sua tristezza, ha bisogno di uscire, ogni tanto.
Sentire la mancanza come un buco nel tuo cuore. E non fare nulla per rammendarlo. Vivertela, la mancanza, cosi' com'e', come parte del tuo percorso.
Diventare grande, restare la bambina di sempre.
Accettare.
Accogliere.
Cercare il posto a cui appartieni. Uno nuovo, quanto meno.
Cambiare. Senza paura.
Avere paura, senza per questo cambiare.
Vivere oggi.

venerdì 4 maggio 2012

Dream

Sognarti. Con una naturalezza che mi pare strana.

Chiedermi come mai fossi ancora viva, ma senza lo stupore che un tale pensiero susciterebbe nella realta’ (solo un po’ di nervosismo con mia madre che non mi aveva avvisata, nel sogno. Povera mamma...)

Tu in camicia da notte, al cancello di casa tua, con le braccia piene di cibo. Carboidrati soprattutto. Pan bianco, biscotti. Chissa’ perche’, poi.

La tua richiesta di comprare altri biscotti, la mia promessa di farlo ma allo stesso tempo l’ansia che tu rientrassi in casa.

Le tue parole a meta’ tra la preoccupazione e il solito rimprovero per una tua sorella; la mia risata nascosta a proposito delle solite vostre dinamiche, che tu non avresti approvato.

Un abbraccio, poi un altro. Un paio di baci. La tua guancia e il tuo profumo.

Il mio “Vai nonna, non preoccuparti”.

La fine del sogno.


E il sentirti ancora vicina. Dopo 2 mesi e mezzo. Come se fosse ieri. Come se fosse oggi.
Come la buonanotte che ti do’ ad alta voce ogni sera, e tu che mi guardi dalla foto sul mio comodino.


Sapere che il tempo, per ora, non ha lenito proprio nulla.

giovedì 3 maggio 2012

In mancanza di tempo per un post mio...

...un meraviglioso pezzo di Selvaggia Lucarelli sul suo blog, a proposito della coppia Jolie-Pitt. Fa ridere, ma soprattutto, viene da dire: "Ma davvero!"

Qui bisogna che qualcuno lo dica. La vera notizia non è tanto il fatto che Brad e Angelina si sposano, ma quello che Pitt aveva dichiarato tempo fa ad un giornalista, ovvero: “Mi sposerò quando Clooney potrà sposare il suo fidanzato”...
Dopo sette anni. Una coppia normale, al fatidico settimo anno, chiede la mediazione dell’avvocato anche per decidere a chi spetti tenere il set da sei tazze Italia ’90, e loro si sposano. Anzi, annunciano il fidanzamento alla vecchia maniera, con tanto di diamante al dito della Jolie, come se dopo sette anni insieme, sei figli e 87 red carpet avvinghiati come cozze pelose, qualcuno potesse avere il sospetto che in realtà fossero solo buoni amici. Una roba di un vecchiume, quella dell’annuncio di fidanzamento, che perfino la regina Elisabetta, sfogliando il The sun, avrebbe commentato a corte: “How ancient ‘sti due!” (quanto so’ antichi ‘sti due!) E secondo me, proprio in quell’anello e nel contorno anacronistico della faccenda, c’è la chiave di tutto. E’ il coronamento di un sogno per Angelina e quello di un incubo per Brad. Sì, lo so che ora il maschio medio storcerà il naso. Se la Jolie è un incubo allora tutti a mangiare peperonata prima di andare a dormire. Lo so che Angelina è, nell’immaginario, neanche una bomba sexy, è l’arsenale atomico della seduzione. Ma parliamo, appunto, di immaginario.



Provate per un attimo a immaginarvela, la vita con una così. Brad Pitt ha preso la più grande fregatura della sua esistenza, ve lo dico io. Pensava di aver conquistato la ragazza interrotta e invece s’è ritrovato una sciura al cui confronto le signore milanesi che prendono il tè al Baglioni il sabato pomeriggio, sono Bestie di Satana, ve lo dico io. Partiamo dagli inizi. Lui la conosce nel 2005. Oltre ad avere quegli occhi e quella bocca, la Jolie ha, all’epoca, trent’anni, due divorzi alle spalle e la bellezza di due figli adottivi, uno cambogiano di quattro anni (Maddox) e una etiope di sei mesi (Zahara). Che lui adotta nel giro di un anno. Morale: in meno di 12 mesi Brad si ritrova dal cambiare tono delle meches ogni due settimane a cambiare pannolini ogni tre ore. E a scaldare sì, il letto della Jolie, ma pure biberon all’alba. Il maschio medio dopo i 30 anni fatica già ad accettare una donna con un gatto siamese, figurati una con tutta ‘sta ciurma. La Jolie però non è contenta. Vuole un figlio da Brad e lui, che pensava di essersi fidanzato con l’attrice maledetta, comincia a realizzare che Angelina è passata dalla collezione di coltelli alla collezione di marmocchi. Non solo. Rimane incinta e decide che partorire nella clinica a Los Angeles con la stanzetta da 2500 dollari a notte, i gladioli freschi sul comodino e la tv fissa sulla Cnn non va bene, no. Lei vuole partorire in Namibia. Il maschio medio arriva nell’ ospedale a due isolati da casa che il bambino ha già fuori la testa e lui, il povero Brad, aspetta che comincino le doglie tra dune e giraffe, senza manco la suocera a dargli il cambio, a portargli un kebab in ospedale, nulla. La chiamano Shiloh Nouvel, che più che un nome pare un canto di Natale, ma Brad non protesta. Le stanno ancora medicando il cordone, che la Jolie decide di adottarne un altro. E qui il maschio medio avrebbe selezionato il nome Aniston dalla rubrica del cellulare e avrebbe digitato un “Ripigliami” in namibiano boscimano. Brad invece la asseconda e dopo dieci mesi arriva Pax, di anni tre. Ora, io non so a voi, ma a me i bambini piacciono molto. Se però mi chiedessero di scegliere tra il ritrovarmi un bambino di 5, uno di 4, uno di un anno e una di 6 mesi e l’ arruolarmi nelle truppe scelte cecene, io sceglierei la seconda. Ecco. Brad non solo se lo fa star bene, ma nel giro di un anno Angelina è di nuovo incinta. E qui viene il bello, perchè la sciura ricorre all’inseminazione artificiale con la seguente motivazione: non voglio sottopormi allo stress di tentare di rimanere incinta. Cioè, lei preferisce sollazzarsi con una provetta che con Brad Pitt. Un’umiliazione di fronte al quale il maschio medio avrebbe abbracciato la fede shintoista e sarebbe sparito tra gli altopiani giapponesi, e invece Brad le rimane accanto e pure col sorriso. E sorride pure quando gli dicono che sono due gemelli, che dopo una breve occhiata al pallottoliere-prole, significano sei figli in tre anni.
Oddio, sorride. A dirla tutta Brad comincia a sembrare un po’ stanco. Si fa crescere la barba, il capello è lungo e anche leggermente unto, ma del resto, tra sei figli e la sciura che oggi è in India per l’Unicef e domani è in Turchia per le Nazioni Unite, non ha neanche più il tempo di farsi uno shampoo, ‘sto poveretto. Lui la accompagna alla giornata mondiale dei profughi e il profugo sembra Brad. A cambiare però, è anche la Jolie. La bomba sexy, da quando s’è accasata, è sempre struccata e con le ballerine d’ordinanza. Le curve da femme fatale si sgonfiano e le foto delle sue braccia smagrite e con le vene in rilievo che manco un culturista russo, fanno il giro del mondo. Mai uno scatto della famiglia al mare, di Brad che improvvisa un torneo di bocce su sabbia, di Angelina che fa shopping. Al massimo, tutti insieme, li vedi in qualche rara foto in cui arrivano in aeroporto con zaini, peluche, bottiglie d’acqua e facce sfatte da jet lag e vagito selvaggio . E ora, l’ultimo atto. Angelina, quella che girava con la fialetta al collo col sangue dell’ex, ha preteso, dal povero Brad, il brillocco di fidanzamento come una borghesuccia qualunque. E il matrimonio. Ci ripensasse, Brad, prima che gli chieda anche l’abbonamento a Sky Family, la station wagon con le tendine di Winnie Pooh e lettino e ombrellone a Capalbio. Fossi in lui, tornerei da Jennifer. Sarà stata racchia, ma con lei restava “Brad”. Con la Jolie pure l’onta di farsi chiamare “Brangelina”: l’uomo più figo del mondo ridotto alla dignità di una Winx.