mercoledì 20 maggio 2009

Gettone - d'assenza

E' successo. Lo temevo ed e' successo: la mia fida lavatrice, amica di uno e piu' cestelli quotidiani, mi ha lasciata a piedi. Anzi: con un sacco di biancheria non centrifugata fra le mani. Disperazione, parolacce, calci, lacrime non sono serviti a muovere a pieta' ne' la suddetta lavatrice, testardamente priva di centrifuga e risucchio d'acqua, ne' Gian - che credo nemmeno sappia dove stia di casa, in casa nostra, la lavatrice. Sempre perche' le Pari Opportunita' sono un bel concetto. Astratto, ma bello.

Comunque, il cesto della biancheria sporca non si poteva vedere, tanto era pieno, e nel week-end arriveranno i suoceri: mica posso farmi trovare come una sprovveduta massaia qualunque da Andreina, la Regina della Lavatrice, a detta dei figli (ma anche mia). Cosi stasera ho affrontato un'esperienza per me nuova: la lavanderia a gettoni. Giusto per non farmi trovare impreparata (detesto l'approssimazione), ci ero passata stamane sulla via del lavoro, tanto per capire se ci fosse qualche formula magica da sapere a memoria. No, solo il gettone.

Perfetto. Resto li, mezz'ora si lava, mezz'ora si asciuga. Mio detersivo portato da casa (faccia divertita della signora che gestisce il tutto "Ma questo e' concentratissimo...si sente nell'aria a giorni di distanza..." Infatti: pulisce e profuma. E' l'obiettivo, mi pare, di tutto sto embaradan!)

Comunque, la lavanderia a gettoni e' un microcosmo fantastico. Una comunita' a parte. Noi, senza lavatrice-o con lavatrice rotta. Ci si aiuta. Si legge, nell'attesa. Si commentano le notizie. Si lascia la vigilanza della lavatrice alla vicina, mentre ci si affretta al supermercato di fronte a fare la spesa. Si entra in confidenza: quando qualcuno vede girare nel mio cestello delle mutandine rosa con scritto LOVE, certo che possiamo parlare di tutto. Un ragazzo mi ha persino chiesto cosa fosse quel sacchetto a rete tra i miei panni nell'oblo'. Ormai priva di imbarazzo, gli ho spiegato che conteneva i miei reggiseni: evito cosi' di perdere il ferretto nella lavatrice; nel caso, lo ritrovo nel sacchetto. Era piacevolmente colpito. Son soddisfazioni, poter ancora stupire, al giorno d'oggi.



Tornata a casa, dopo rapida consulenza di Lucy, ho deciso che dovevo mettermi al lavoro io, che se aspetto Gian, mi assumono pure nella lavanderia a gettone, per assiduita'.

Cosi' ho scaricato l'acqua e ho pulito il filtro. Nulla di difficile, solo che una non saprebbe nemmeno da che parte iniziare. E adesso sento il cestello che gira, in corridoio (la mia lavatrice e' nascosta in un minisgabuzzino da quelle parti - e si', sto lavando le salviette usate per assorbire l'acqua scaricata) ed e' musica per le mie orecchie. E in piu' ho imparato qualcosa che non dimentichero' piu' per tutta la vita. E per una volta non e' una poesia. E' pulire il filtro. Almeno serve. :)

3 commenti:

sara ha detto...

io sono la ragazza italiana più orgogliosa di te in questo momento. in assoluto. non solo mi sono divertita a leggerti..ma ti ho anche invidiata per un attimo....deve essere la demenza senile, e me ne rendo conto..ma grande malli!!!

MalliLaMatta ha detto...

Quando torno ti insegno a pulire il filtro, giuro. Cosi ti senti ganza anche tu! :)

Ange ha detto...

se lo insegni anche a me come si pulisce un filtro della lavatrice te ne sarei grata! ora rimaniamo in attesa che sturi il tuo primo lavandino intasato!
brava malli ci stupisci sempre:)