lunedì 8 giugno 2009

Dopo l'ANSA, l'ANSIA

Piu' in ansia che se dovessi partorire.
Piu' in ansia che l'anno scorso, quando rischiavo di finire in Parlamento (forse perche' non ho mai rischiato sul serio:)
Piu' in ansia di quando me ne stavo ai seggi.

Perche' tu sei qui, e non puoi seguire minuto per minuto. Non puoi rompere le scatole a tua madre ogni dieci minuti al telefono, come di fatto stai facendo dalle ultime tre ore a questa parte.
Perche' la tua amica Valentina-Casella-mi-auguro-l'abbiate-votata e' sparita e credi si sia ritirata tra se' e se' per evitare la stessa ansia che ti attanaglia. Perche' il sindaco uscente (ed entrante, si spera) e' sparito ed e' andato a fare un giro in bici, si mormora. Perche' il tuo fidanzato (che ti ha commosso, prima, dicendo "Mari, sono belle le cose che noi vogliamo per il nostro Paese, ma la gente non le capisce"...mi ha commosso quel NOI, piu' di tutto) continua a mandarti notizie ANSA fasulle che ormai rasentano il delirio e tu ridi ormai priva di forze, e i colleghi sorridono, che capiscono che oggi va cosi'.
Perche' tu sai che quella gente, quella in lista e quella fuori, quella a casa e quella no, come te, ci ha messo l'anima non per due mesi di campagna elettorale, ma per 5 anni, ogni singolo giorno, e ti piacerebbe che il tuo paese con la p minuscola, se non quello con la P maiuscola, lo riconoscesse. Che fosse non grato, ma consapevole.
Perche' il tuo livello di Brembieta' cresce piu' ti allontani da li'. E sai che il cuore e le emozioni, quelle non viaggiano con te. Quelle restano dove sono cresciute.
E viene in mente, per te, solo per te, oggi, quella splendida frase di Alessandro Baricco che ami cosi' tanto: "Perche' un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte." E tu speri di averlo sempre bene chiaro in mente, quel pretesto.

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