martedì 9 febbraio 2010

A mali estremi...

Ci sono cose che ci appartengono per genetica. E non possiamo farci niente. Passiamo decenni ad osservarle nei nostri genitori, ed un giorno, magicamente, noi siamo lo stesso. Ce le abbiamo addosso, o dentro.


Ho passato una vita a litigare con io padre per la temperatura in casa. Questo perche' io ero una statua di ghiaccio, bisognosa del plaid anche in estate, mentre lui viaggiava sui 40 gradi. Bah, 40 no. Ma comunque parecchi. Mio padre e' sempre stato un calorifero umano. Emanava calore a metri di distanza.


Poi e' successo che qualcosa in me e' cambiato. Da un annetto circa sono esattamente come lui. Calda. Bollente. Persino fastidiosa sotto le coperte.
Mentre Gian e' gelato. No, davvero. Le sue mani e i suoi piedi danno fastidio a un metro di distanza. Si sente la folata di vento freddo persino sotto il nostro cicciottissimo piumone.

Ed ogni sera e' una lotta fra lui che mi appoggia i piedi gelidi sulle gambe ed io che urlo e mi scanso.

Ieri sera pero' ho trovato la soluzione. Io ero gia' in ebollizione, rossa e pronta al calore immane che sprigiono durante il sonno. E la sua ibernazione era gia' a meta' strada. Cosi, mentre lui leggeva il suo blackberry, io ho sfilato prontamente il phon dal lato del letto, l'ho infilato sotto le coperte e zac...l'ho acceso! Scaldandogli un minimo le estremita', e garantendomi almeno l'addormentamento.

Siccome Gian documenta tutto, col Blackberry nelle sue mani in quel momento ha scattato questa foto! Ah, non vorrei sembrare estrema, ma se continuiamo cosi, andiamo di coperta termica (solo nel suo lato del letto)!

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