venerdì 5 ottobre 2007

Veltroni, Veronica e le donne del PD (dal Corriere)

Ci eravamo preoccupate. Eravamo rimaste deluse. Ci sentivamo, francamente, un po' fesse; dopo aver detto per anni «guardate che Veltroni è un genio, fa il bonaccione ma è furbissimo, ne sa sempre una più del diavolo» e cose del genere. Si cominciava a pensare che il leader in pectore del Pd avesse cominciato a infilare gravi gaffes, non degne di lui, storico bravo ragazzo con pudori di stampo berlingueriano: battute sulla Prestigiacomo, battute rubate a Steve Martin sul «non potrei essere una donna, starei sempre a toccarmi le tette», e poi il culmine. Tra tutte le donne che poteva indicare come forte contributo al nuovo partito, la segnalazione di Veronica Lario in Berlusconi. Si sta berlusconizzando, hanno detto in molti, qualcuno/a ghignando qualcuno/a sconsolato/a.

Invece no: è il solito astuto, maieutico Walter, che dopo mesi e mesi è riuscito a scuotere le incartatissime donne del quasi Pd. Divise nelle scelte (c'è chi si è candidata con lui e chi ha scelto Rosy Bindi o anche Enrico Letta) e soprattutto nelle idee (sono candidate pro Veltroni donne in disaccordo su tutto, specie su temi cruciali come unioni di fatto e aborto e fecondazione assistita); finora, Bindi esclusa che ha fatto campagna come una leonessa, pochissimo visibili. E invece dall'altro ieri combattive, arrabbiate, a sorpresa visibilissime. Tutte (o quasi) a dire che le donne non devono essere ornamentali. A ribadire che sono il cinquanta per cento dei candidati alla costituente, e che vogliono contare, scegliere e non essere scelte; a chiedere di «portare un'amica» (non Veronica, si suppone, per quanto incolpevole) a votare nelle primarie del 14 ottobre. Ci voleva una provocazione, è chiaro, e pure brutale, per risvegliarle dal torpore e scuotere un partito che nonostante gli sforzi rischiava di avere un gruppo dirigente maschio e maschilista. Meno male.

In più, da avversario leale, Veltroni è riuscito a dare spazio ai due rivali che stacca nei sondaggi. Bindi è di nuovo molto intervistata, si schiera femministicamente più a sinistra (e lascia a Walter spazio bipartisan e signorile al centro, lo dicevamo che era un genio). Anche Letta, tipo serio, grazie all'assist fa una buona battuta e dichiara di voler convincere Marina Berlusconi. E la strategia della provocazione continua. Col vice di Walter, Dario Franceschini, che intercetta il passaggio e indica Veronica come esempio di «riformismo illuminato». Ora, vivaddio, si arrabbieranno anche i riformisti (e anche gli illuminati, se ce n'è ancora qualcuno, si spera).

[Maria Laura Rodotà]


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