venerdì 26 ottobre 2007

Quotidianità

"Viaggiando su un lurido interregionale con i sedili bucati, nel mezzo della ricca Padania, penso che niente come lo stato delle ferrovie vale a inchiodare il nostro paese alla sua traballante modernità. Nei giorni in cui la Fiat festeggia la sua definitiva rinascita, sarà bene ricordare a che prezzo abbiamo pagato il primato dell´automobile. Delle condizioni vergognose dei treni locali è meglio non parlare, oramai è un luogo comune e si fa perfino fatica a ripeterlo. Leggiamo che gli intercity impiegano quasi un´ora in più, rispetto a vent´anni fa, a percorrere la tratta Milano-Roma.
Aggiungo, per esperienza di famiglia, che il vecchio Trans-Europa-Express, negli anni Sessanta, per andare da Milano a Ventimiglia impiegava un quarto d´ora in meno di adesso: mezzo secolo fa. Milano-Bologna, duecento chilometri dritti filati senza gallerie e senza curve, nel 2007 si percorre a cento all´ora di media: probabilmente è il tratto pianeggiante più lento d´Europa.


Umilia e irrita allo stesso modo l´idea che, come ai tempi della "Locomotiva" di Guccini, i "treni dei signori", gli Eurostar, cerchino di garantire la decenza del servizio e facciano da "vetrina". E i treni del popolo siano quello che sono: la stracca parodia di un servizio pubblico.
Io sono di quelli che prenderebbero sempre il treno, se solo un treno fosse disposto a prendere me."

[Michele Serra per Repubblica]

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