giovedì 17 novembre 2011

Gatto nero, scala o specchio rotto???

Fosca chiedeva aggiornamento del blog a gran voce.
Me lo chiedeva mentre, al telefono, in mezzo alla strada, alle 7.30 di sera, aspettavo che Gian tornasse per cercare di aprire la porta di casa. Che era irrimediabilmente bloccata. E gia’ mi vedevo chiusa fuori sempiternamente, con la spesa a domicilio che doveva arrivare da un momento all’altro. Nemmeno Fosca che rideva alle mie espressioni di totale disinteresse dell’incolumita’ di Gian mi scalfiva (della serie: “Mari, non entrare dalla finestra tu che magra come sei ora, ti spacchi su tutta…” – risposta mia “No, al massimo faccio arrampicare Gian, e se si fa male, pazienza…” – notare come per me l’incolumita’ di Gian venga prima di ogni mio respiro, del mio amore per il cibo e del caffe’ al mattino).

Detto questo, non mi sembrava una serata degna di essere ricordata. Tanto piu’ che Gian, dopo un po’ di fatica con la serratura, questo si’, aveva aperto la porta di casa facendomi dimenticare il panico provato.

Ma la serata prometteva bene.
La spesa era da consegnare dalle 7 alle 9. Ora in genere, sulle due ore, la spesa arriva verso l’ultimo quarto d’ora. Tranne quando arrivi a casa in ritardo. In quell caso, arriva puntualissima alle 7.
Comunque. Sono le 9.10. Gian gia’ ronficchia sul divano.Io lavoro e a quel punto chiamo il customer service. Dove mi dicono belli belli che la spesa e’ in ritardo di 2 ore e 50. Non avete capito male. Non 25 minuti. 2 ore e 50!
Chiedo che la spesa venga cancellata, mi dicono che riferiranno l’indomani mattina. Mi impunto: questo vuol dire che a mezzanotte qualcuno verra’ a suonarmi per venirmi a consegnare una spesa che avevo gia’ cancellato? Pare di si'.
Mentre mi innervosisco al telefono (non con la povera signorina vittima dei soprusi di ogni cliente arrabbiato – con lei cerco di mantenere la calma) va via la luce. La lavatrice si ferma. Siamo al buio pesto. Gian, vuoi per il silenzio improvviso, vuoi per la mia voce alterata, si sveglia e va a controllare che non sia solo casa nostra. E no che non e’ solo casa nostra. E’ tutta la via.
Decine di persone per strada e sui balconi. Domande, viavai, e si scopre che qualche casa piu’ avanti, qualcuno ha dovuto togliere l’elettricita’ per dei lavori. Senza informare. Alle 9.30 di sera. Togliendo la luce a tutta la via.
Cosi siamo qui, senza internet, senza tele, senza luce. Alle 9.30 di sera. Anche senza spesa. Ce ne andiamo a letto e via.
Poi penso: fortuna che siamo entrati in casa. Avremmo anche potuto essere per strada. E forse mi sarei messa a piangere sul serio.
Buona notte.
PS: Alle 10.30 sentiamo bussare alla porta. In maniera concitata. Sempre piu’ forte. Gian si alza, apre…e’ l’omino della spesa (e’ riuscito a entrare, non si sa come dato che i citofoni non funzionano). Ok, la prendiamo. Mettere a posto la spesa al buio pesto e’ un’esperienza che consiglio a tutti, una volta nella vita. Ti riconcilia con le volte che metterla via e basta, alla luce, ti rompe. Non mi lamentero’ mai piu’.

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