venerdì 12 gennaio 2007

E tu, che animale sei?

Discussione da pausa pranzo, qualche giorno fa.

La Paola, a bruciapelo, chiede: “Ma voi, che animale siete?” Dopo qualche primo istante di silenzio, ogni commensale si mette a suggerire un animale per se stesso e per gli altri. La Cri si sente LUPO, e di fatto è reale la somiglianza fisico-comportamentale; la Simo SCOIATTOLO, la Paola attribuisce a Giuseppe tratti da KOALA (è verissimo!) Su se stessa è un pochino più difficile (e l’indomani, ma solo per questioni di ritmi di vita, la soprannomineremo BRADIPO), e su di me…il vuoto! Cosa sono io? Non lo so, non mi sento nulla nello specifico. Penso ai tanti epiteti che mi sono stati attribuiti, e che mi avvicinano agli animali (IENA, CRICETO…) Nessuno però mi si appiccica addosso per tanto tempo…Mi piace la GIRAFFA, e il mio collo potrebbe a tratti ricordarla…ma per null’altro. Adoro le SCIMMIE, ma mai vorrei essere paragonata ad esse. Ci penso, rimugino, analizzo.

Poi, l’illuminazione. Io sono un ORNITORINCO. Sicuro! La prima volta che ho sentito parlare dell’ornitorinco avevo 10 anni, stavo preparando la ricerca di geografia per gli esami di quinta elementare, mi era stata affidata l’Australia e così, in uno dei tanti libri che stavo sfogliando per approfondimenti, trovai la foto di questo stranissimo animale. All’inizio pensai ad uno scherzo. Ad un fotomontaggio. La mia mente di bimba non poteva pensare che la natura avesse creato un simile aggregato. Una combinazione anche un po’ irriverente. Come abbinare il blu e il nero nei vestiti (sarà moda, ma stanno proprio male!) E invece l’ornitorinco esiste. E’ visivamente a metà tra un roditore e una papera. Ed io sono così. Perché le mie gambe sono cresciute troppo alla svelta, e ne ho perso il controllo decenni fa (mai notato con quale paura scendo le scale? E’ come se non fossero roba mia!) Le mie mani sembrano avulse dal mio corpo, troppo piccole e affusolate. Il mio viso è quasi emaciato, il resto del corpo assolutamente no. E la mia personalità è allo stesso modo un guazzabuglio di tratti sconnessi fra loro: so essere la bambina indifesa come l’adulta posata, faccio la mammina preoccupata e la figlia irresponsabile. Sì sì, sono un ornitorinco. Fatto e finito. Ah, almeno adesso ho trovato il mio posto nell’albero zoologico dei colleghi!

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