giovedì 15 aprile 2010

Ciao, tu

Ciao tu, che ci hai preso il cuore in un'assolata mattina di settembre, fra l'ansia di cambiare e il terrore di non farcela.
Tu, che mi ha lasciata a bocca aperta al primo istante, con i tuoi soffitti alti, il tuo camino imponente, la tua cucina esposta al mondo e al giardino del basement di sotto.
Ciao tu, che ti sei lasciato cambiare lentamente, che lentamente ma in maniera decisa hai preso i nostri colori, i nostri profumi, le nostre abitudine. Tu, che non subito, ma nemmeno dopo tanto, sei diventato casa, l'abbraccio accogliente di ogni rientro serale, la porta dietro la quale chiudere il mondo e le sue faticose dinamiche.
Ciao tu, che sei stato il divano dove ho lavorato tanto, fino a tardi, e la scrivania da cui Gian mi guardava divertito mentre, incastrata tra i cuscini e col computer sulle gambe, faticavo a non addormentarmi; che sei stato le piante sopravvissute alle mie testarde cure (e anche quelle morte), le mille foto esposte per essere famiglia, la lavatrice nascosta in corridoio (ma non abbastanza per dimenticarsene), il letto troppo piccolo e le nostre notti insonni, trascorse a chiacchierare e a passarci pensieri e sogni.
Tu, che ci hai visti cambiare (lavoro, pettinatura, carattere), accogliere amici e famiglia, avere annunci di matrimoni e nascite, che ci hai visti aspettare ed essere impazienti allo stesso tempo.
Tu, che sei stato il mio primo Natale lontano da casa, e Pasqua, e compleanni.
Ciao tu, che piu' ti guardo e meno mi sembra vero che fra poche ore casa sara' un altro posto, un altro ingresso, un altro divano.
Addio tu, e questi intensi 19 mesi trascorsi a dirsi che a casa siamo ovunque, quando siamo dove vogliamo essere. Ma casa lo sei stato anche tu, luminoso appartamento di Warwick Gardens, dove abbiamo trascorso mille momenti felici.
Abbiamo sempre saputo che eri "di passaggio", mi resterai dentro piu' di quanto avessi immaginato.

1 commento:

alessandra ha detto...

è il saluto ad un luogo più commovente che io abbia letto