Ci sono parole e pensieri che ti rimbalzano dentro
quotidianamente. Lettere che pensi non scriverai mai perche’ non ci sara’ mai
il momento giusto.
Poi una mattina guardi distrattamente la tua agenda e
realizzi che l’indomani e’ l’8 marzo. E pensi che forse questo e’ il momento
giusto.
Cara Nina,
Ho saputo che saresti stata femmina prima di restare
incinta. Molto prima. Sono quelle cose che sedimentano dentro di te come poche
certezze nella vita. E quando, a 16 settimane di gravidanza, durante l’ecografia,
il medico ci disse che eri femmina, fu solo una bella conferma, non una
sorpresa. Tant’e’ vero che il nome per il maschio si areno’ su improbabili
proposte di tuo padre che mai mi presi la briga di contrastare. Sapevo non ce
ne sarebbe stato bisogno.
La tua nascita mi ha insegnato sentimenti tutti al
femminile. Il dolore che come donna posso sopportare. Il coraggio che non
sapevo di avere. La sorpresa e lo smarrimento di fronte alla grandiosita’ della
Vita. La resistenza fisica e mentale, nei primi faticosi mesi da mamma. La
mamma che sono, e che ho scoperto solo diventandolo. Niente della Mari di prima
mi avrebbe fatto intravedere la mamma che sarei stata per te. La tenerezza,
si’, ma anche il modo in cui credo di prepararti al mondo e agli altri. La
gioia per il tuo carattere aperto e solare, e la paura per le volte che la vita
ti ferira’ e cerchera’ di calpestarti.
Ti guardo oggi, a 15 mesi di tenerezza e testardaggine, e
immagino la donna meravigliosa che sarai. Immagino i nostri viaggi dentro il
viaggio emozionante che gia’ stiamo facendo. Vedo l’orgoglio negli occhi di tuo
padre quando non cedi, quando non ti interessa compiacerci, quando vai dritta
per la tua strada senza prestare attenzione ai nostri tentativi di distrazione.
Altri li vedrebbero come capricci o disobbedienza, io e papa’ speriamo che
questo prefiguri la schiena dritta con cui camminerai per le strade del mondo.
Il non cedere alle lusinghe, se quello che tu vuoi e’ altro da quello che il
mondo ti dice che devi volere.
Domani e’ l’8 marzo e sei troppo piccola per spiegarti cosa
rappresenta e perche’ e’ importante ricordarsene. Senza mimose, che qui a
Londra chissa’ dove si trovano, e senza grandi gesti. Ma dedicando un pensiero
al perche’ lo si festeggia in molte parti del mondo. Al perche’ e’ a tutt’oggi
cosi’ attuale pensarci. Anche se la porzione di mondo in cui tu sei nata ti
permettera’ di rincorrere i tuoi sogni senza fare del tuo essere donna un
limite, perche’ non lo e’ affatto. Anche se la tua educazione e’ gia’ il piu’
possibile aperta e lontana da cliché (sul capitolo educazione, scrivo questa
cosa ora per quando leggerai questa lettera, un domani: ho sempre detestato
l’idea di comprare scope e palette alle bambine. O aspirapolveri e ferri da
stiro finti. La trovo una cosa sminuente – non le pulizie in se’, ma il fatto
che siano considerate compito principalmente da femmine. Davvero, da mamma poco
incline ai lavori di casa, spero che nella vita tu non debba mai fare i
mestieri, se devo dirla tutta. O che troverai qualcuno che li faccia con te. E
l’unico motivo per cui tu oggi hai una scopetta e una paletta lilla e fuxia e’
che cosi’ la smetti di andare in giro per casa cercando di pulire con la mia
scopa che e’ tre volte te…e questo fin troppo lungo inciso e’ per riflettere su
come spesso noi madri, in buona fede, instilliamo in voi bimbe il seme della
vostra autostima -o mancanza di-, il cosa possiate o non possiate fare. Sia
chiaro, da parte mia, piccola: puoi fare tutto quello che vuoi. E rinunciare a
tutto. E questo perche’ sei l’essere unico e meraviglioso che sei. Non perche’
sei donna. Perche’ sei Nina. Nessun’altro potra’ esserlo pienamente e
compiutamente come te.)
Auguri alla piccola donna che piu’ adoro nella vita, al mio
amore-femmina immenso, alla bimba che mi ha regalato una vita nuova, e che mi
fa innamorare ogni giorno. Auguri al mio capolavoro personale, al mio sorriso
piu’ bello e alla mia coccola piu’ dolce. Vederti crescere e’ un miracolo.
Essere tuoi genitori e’ un privilegio.
Questa e’ una lettera con un seguito. Continueremo a
parlarne, continueremo a crescere insieme. Continueremo ad essere felici di
essere donne e a non fare quello che ci si aspetta da noi, se noi stesse non ce
lo aspettiamo. Continueremo a fare della nostra vita il capolavoro che noi
speriamo.
Continueremo a festeggiare l’8 marzo. A modo nostro. Ogni
giorno.
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