La gravidanza. I 9 mesi piu’ belli della mia vita.
La collega, incinta per la prima volta, mi guarda raggiante
e mi dice “Si’, ma dopo e’ meglio, no?”
Io la guardo un attimo. Come glielo spiego?
Dopo e’…diverso. Dopo e’ un capitolo totalmente diverso
della tua vita e i paragoni non esistono. Non ci sarai piu’ solo tu che ti
porti dentro questo miracolo meraviglioso e il resto della tua vita nella tua
pancia lievitante. Non sarai piu’ solo coppia, perche’ sarai famiglia. E
cambia, cambia moltissimo. Non lo dico solo per le sveglie all’alba anche nel
weekend e il cibo sparso per terra e tu e lui che a turno cantate la La Bella
Lavanderina o Row Row Row The Boat o Le Manine Laboriose. Non lo dico solo per
le macchie di saliva e impronte di manine sporche che ogni tuo vestito elegante
attrarra’, proprio la sera che hai deciso di metterti un po’ sexy, finalmente.
Lo dico anche per le conversazioni a due interrotte dai tentativi di tua figlia
di intervenire nel discorso. Per le mille risate in piu’ che vi farete. Anche
per le uscite a due, che ogni tanto riusciamo ancora a fare, nonostante ci si
strappi il cuore ogni volta che la lasciamo a casa con la babysitter, dove per i
primi 30 minuti non facciamo altro che parlare di lei e di quanto sia speciale e
bella e di quanto la amiamo infinitamente.
Dopo non esiste nulla di paragonabile. Perche’ non
torneresti piu’ indietro e perche’ tutto ti porta avanti. Nonostante la
stanchezza e le corse e il fatto che ti chiedi 5 giorni la settimana se tu come
individuo esisti ancora, se la Mari di adesso ha ancora opinioni valide sulla
vita e sul mondo che non si possano leggere sui forum per mamme o sui manuali
per crescere i bambini (diffidate di entrambi).
Leggevo oggi per caso una mail che inviai a un caro amico
prima di rivelare che fossi incinta (non potevo, non avendolo ancora detto ai
miei genitori e suoceri):
“Ma so che ora, piu’ che mai, c’e’ un percorso di vita a cui devo pensare. Nemmeno a me stessa. Che non e’ piu’ il tempo. Devo pensare all’equilibrio delle cose, a cosa guadagno e a cosa perdo. Devo pensare al senso che posso dare alla mia vita e a quello che posso dare agli altri. E gli altri a volte non sono, come dici benissimo tu qui sotto, la partenza. Gli altri a volte sono l’approdo. O a volte stanno in una direzione lontana e opposta.”
“Ma so che ora, piu’ che mai, c’e’ un percorso di vita a cui devo pensare. Nemmeno a me stessa. Che non e’ piu’ il tempo. Devo pensare all’equilibrio delle cose, a cosa guadagno e a cosa perdo. Devo pensare al senso che posso dare alla mia vita e a quello che posso dare agli altri. E gli altri a volte non sono, come dici benissimo tu qui sotto, la partenza. Gli altri a volte sono l’approdo. O a volte stanno in una direzione lontana e opposta.”
Quanta paura, avevo, e quanta curiosita’.
Il mio altro era una partenza, e non lo sapevo. Pensavo a un approdo, pensavo a un sogno che si realizzava. Quanto mi sbagliavo. Era il buttare a mucchio le carte e ricominciare la partita. Era lo spostare le pedine. Era il chiudere una scatola e cominciare un nuovo gioco.
Il mio altro era una partenza, e non lo sapevo. Pensavo a un approdo, pensavo a un sogno che si realizzava. Quanto mi sbagliavo. Era il buttare a mucchio le carte e ricominciare la partita. Era lo spostare le pedine. Era il chiudere una scatola e cominciare un nuovo gioco.
Si’, dopo e’ meglio. Quei 9 mesi di attesa e speranza sono
stati i piu’ belli della mia vita da non mamma. I piu’ pieni e significativi e
allegri che ricordi.
Poi e’ cominciata la mia vita con Nina, e il mio essere mamma
non puo’ piu’ concepirsi senza il suo respiro dolce e pesante sul mio collo, o
le sue prime parole abbozzate, o i suoi sorrisi che le illuminano tutto il viso
come in poche persone ho visto fare, forse solo nel viso sorridente di suo
padre.
Dopo e’ la preoccupazione costante che stia bene. Che sia
felice. Che io stia facendo abbastanza per renderla felice. Che non mi
rimproveri, da grande, il tanto lavoro. O la stanchezza che ho addosso. O le
volte che mi sono imposta o le volte che sono stata troppo soft.
Dopo e’ sapere che ho un motivo per alzarmi e per tornare.
Per essere in salute e per essere felice. Come l’adrenalina che mi prende la
sera quando vado alla nursery a prenderla e quasi me la faccio tutta di corsa,
la strada, per vederla sorridere e corrermi incontro a sua volta.
Dopo e’ meglio? Non so se e’ la definizione piu’ azzeccata.
Non puoi paragonare le mele alle pere. Dopo e’ la vita nella sua compiutezza.
Dopo e’ la velocita’ che la tua vita prende e i mesi che passano e lei che
parla e mangia da sola e cammina e diventa indipendente. Dopo e’ quello che da’
senso al tutto. Un senso superiore e oltre la quotidianita’.
Come dico spesso alle amiche, avrei condotto una vita felice
senza figli. Non e’ che non mi piacesse la mia indipendenza e le infinite
possibilita’ che avevamo. E’ che abbiamo fatto una scelta. Irreversibile.
Sapendo che era tale. E la gioia che ne traggo quotidianamente e’ piu’ vasta di
qualsiasi continente non potro’ visitare nei prossimi 10 anni e piu’ profonda
di qualsiasi relax che non potro’ avere per il resto della vita.